A TEMPO DI TANGO SCACCO MATTO A BUENOS AIRES di Mario Abbati

A tempo di tango – Scacco matto a Buenos Aires

Il Tempo che governa i passi del tango e il corso ordinato degli eventi, all’improvviso, inizia a prendersi gioco del maestro di ballo Toni de Mastrangelo: la sua vita perde ritmo e logica, trascinandolo in una caotica partita a scacchi di cui lui non conosce le regole. La sua fidanzata, la sua auto, la sua scuola di tango danno infatti segni di cedimento sospettosamente sincronizzati, spingendolo a trovare finalmente il coraggio di volare verso il luogo mitico per ogni tanghèro: Buenos Aires.
Bussola disorientata di questo viaggio è il Pangioco, una versione alternativa degli scacchi creata dal misterioso artista argentino Xul Solar, amico intimo di Borges, e acquistata per caso da Toni.
Da questo strano gioco il protagonista verrà trascinato in una sequela di inganni, pericoli e rivelazioni, insieme a collezionisti di tarocchi, un poeta postavanguardista, una conturbante massaggiatrice, un gatto psicologo e un maestro di tango che non balla.
L’autore
Mario Abbati è nato a Roma nel 1966. Laureato in Ingegneria e in Filosofia, con Terre Sommerse ha pubblicato La donna che ballava il tango in senso orario e Il paradiso delle bambole; con Alter Ego ha pubblicato Vado a comprarmi le scarpe da tango, Decimo piano, interno quattro e TanguEros – Storie di ballerini tormentati.

Introduzione

Chi è Toni De Mastrangelo? È la domanda che io, come lettore, mi sono fatto all’inizio, alla quale Mario Abbati ha fornito una, più risposte tuttavia lasciate alla libera valutazione di chi legge. In questo romanzo, in fondo abbiamo un solo vero protagonista, Toni appunto, ma se non ci fossero state altre figure a supporto, incastonate con le loro vicende nella narrazione, la risposta alla domanda di prima ce l’avrei avuta già: un mediocre che ha ipotecato tutto per la sua vocazione verso il tango, rischiando la bancarotta esistenziale. Ma il fato spesso ci copre con la sua ombra e ci salva. In questo caso, Toni incontrerà l’ombra di Xul Solar, ecclettico artista argentino, il cui spirito da Buenos Aires ha varcato l’oceano per giungere fino a Roma, accompagnato dal tango.

Aneddoti personali

Ebbi il privilegio di conoscere il musicista argentino Luis Bacalov a un concerto, la sua musica tanghera riempì la sala di brivido ed emozione. Fu proprio in quell’occasione che mi innamorai del tango. Ed è anche per questo che mi è piaciuto questo romanzo, scritto dalla fluida penna di Mario Abbati.
Consiglio caldamente la lettura di questo romanzo; vi farà conoscere e capire tante cose, perché una volta finito, resteranno dentro di voi le emozioni profonde che Mario Abbati ha voluto trasmetterci e il tango.

Recensione

Toni De Mastrangelo, romano, maestro di tango, che ha aperto una scuola abbandonando il suo impiego fisso, scommette sulla sua scelta. L’azzardo lo anima per il tango, che in fondo è l’unico, vero grande amore della sua vita, sebbene non sia mai andato a Buenos Aires. Ed è proprio il tango il protagonista astratto in questo romanzo, che troviamo in ogni angolo del libro, facendocelo conoscere anche negli aspetti più reconditi. La scuola di Toni si chiama TodoTango ed è frequentata da cinque allievi, dei quali lui conosce poco o niente. La sua ragazza, Natalia, con la quale aveva aperto la scuola, lo lascia improvvisamente, recriminandolo di non essere unito a lei come quando si balla il tango e la coppia diventa un uno e Toni si sente crollare tutto addosso. Tuttavia, egli non riesce a dimenticarla, essendo ancora innamorato di lei.
Un giorno, Toni deve fare un regalo di compleanno a un suo allievo, Alfredo, appassionato di scacchi. In un negozio di giochi sceglie una scatola intitolata “Scacchi Cosmici”. Ma Toni, attratto dal contenuto di quella scatola, per una curiosità che pare ordinata da una forza superiore, la apre e scopre che in realtà non si tratta di un normale gioco di scacchi, ma qualcosa di più. Toni decide così di non regalare il gioco ad Alfredo e cerca di capire cosa sia. Da ricerche, scopre di avere in mano il “Pangioco”, creato dall’artista argentino Xul Solar scomparso nel 1963; inoltre nella scatola ci sono degli strani tarocchi. Toni scopre che sia il Pangioco, sia i tarocchi sono stati trafugati dal Museo di Xul Solar a Buenos Aires.
Dopo un fortuito incontro con Veronica, una sua ex collega di lavoro, lettrice di carte e nel recente passato dipendente del Tarot Institute di Roma, società di esoterismo di tale Morgan Parisi, Toni scopre che sia i tarocchi, sia il Pangioco sono unici al mondo. Inoltre, Veronica gli accenna inoltre della “sincronicità”, ossia il fatto di incontrare qualcuno quando la mente lo pensa. Altro elemento ricorrente nel romanzo è il numero dodici, amato da Xul Solar per una serie di motivi a partire dal “Pangioco”. Nel frattempo, Toni è perseguitato da due oscuri individui che vogliono impossessarsi dell’”oggetto” ossia il Pangioco. Toni si sente in pericolo ed imputa tutto al fatto di aver tra le mani il Pangioco, la cui energia, a detta di Veronica, è immensa, anche per gli effetti che produce quando si gioca. Toni è spaventato e accarezza l’idea di andare finalmente a Buenos Aires. Un’idea che sente provenire dalla stessa forza che gli ordinato di comprare quella scatola di Scacchi Cosmici. Inoltre sente sempre più odore di bancarotta nella sua vita, la cui causa principale è Natalia, che nel frattempo è diventata la compagna di tale Pedro Ramirez, maestro di tango, nonché principale, odiato, concorrente di Toni. Questa notizia, dettagli direttamente da Natalia alla fine di una animata e lancinante discussione, è per lui come una coltellata. Spaesato e triste, Toni si sente terribilmente solo, ma non si dà per vinto e tenta un’ultima chance: andare con Natalia a Buenos Aires per dimostrarle le sue buone intenzioni, sia come uomo, sia come maestro di tango, con il tentativo di redimersi. Compra così due biglietti aerei per Buenos Aires, con la volontà di regalarne uno a Natalia in occasione della sua festa di compleanno. Ma il tentativo fallisce, durante la festa compaiono di nuovo i due loschi figuri, mentre Pedro Ramirez annuncia il suo matrimonio con Natalia. Dopo questo episodio, Toni si rende conto che la sua dimensione esistenziale a Roma non ha più alcun significato, incombendo ormai su di lui l’ombra del fallimento; così vola, da solo, a Buenos Aires. È là che Toni ritiene sia possibile ricostruire una nuova dimensione esistenziale, con l’intenzione di mettersi definitivamente il passato alle spalle, ponendo l’amore per il tango sopra ogni cosa. Solo a Buenos Aires potrebbe vivere quell’amore, liberandosi del Pangioco e dei tarocchi, magari restituendoli in qualche modo al museo dove erano stati trafugati. Egli vuole pensare solo al futuro ed è convinto che il tango vissuto là dove è nato, lo aiuti. Nella capitale argentina Toni è ospitato da Vinicius, amico di Alfredo e padre di Estela, adolescente che pensa che il tango sia ormai morto; anche lei è stranamente incuriosita dal Pangioco, che Toni tiene chiuso gelosamente nel suo trolley. Toni a Buenos Aires fa poi conoscenza con il maestro Figueroa, uno dei più celebri ed apprezzati maestri di tango al mondo e inizia a frequentare la sua accademia. Il Maestro, parlando con Toni e capendo la sua situazione, gli spiega che il tango conduce verso il futuro, perché ballato tra pavimento e soffitto, in cui i ballerini non guardano mai i piedi, ma solo in alto – simbolismo del futuro – e sono un tutt’uno, come le pedine del Pangioco, che sovrapposte possono essere mosse assieme.
Passato, presente e futuro: anche il Pangioco svela questo, che nella sua panlingua recita le poesie di Borges, così come sa Vinicius. Nell’accademia di Figueroa ci sono immagini ovunque di Enrique Santos Discépolo, uno dei più grandi compositori di tango. Il maestro studia da anni i misteri della vita del compositore, ma gli manca sempre un anello di congiunzione: quella verità su due figli naturali, di cui uno sparito nel nulla.
Mistero, tanto mistero in questo romanzo. Come il misterioso gatto di Vinicius, Sigmund, che sorprende Toni in un inaspettato rito che richiama lo schema del Pangioco e svela la verità cercata da Figueroa. E mentre Toni non riesce a liberarsi del passato, Figueroa insiste con lui, cercandogli di fargli comprendere che solo ballando il tango guardando il soffitto riuscirà ad andare verso il futuro, impegnandosi con la sua volontà a scacciare le ombre del passato che anche a Buenos Aires l’hanno raggiunto. Altre vicende legate al Pangioco e ai tarocchi attanagliano poi Toni, che non sa se un giorno tornerà a Roma o resterà in Argentina per sempre.

Conclusioni

La parte più profonda e significativa del romanzo è sicuramente quella riguardante Toni a Buenos Aires, della quale volutamente non ho inteso approfondire la descrizione, perché sarà il lettore, incuriosito, a farlo.
In questo libro, dallo stile letterario fluido e accattivante, Abbati ha voluto farci capire quanto siano importanti le coincidenze della nostra vita e quanto sia facile che ciò programmiamo non si verifichi. Ma il destino può darci una mano. Nel caso del nostro Toni, lo scrittore ha voluto rimarcare quanto sia importante lasciarsi alle spalle il passato scomodo e conservarne solo le esperienze belle. Ma il passato è passato. Il tempo è quella dimensione che l’uomo può solo misurare ma non fermare. Il passato si cristallizza appena è scorso, non è più mutevole ed esiste da quanto è iniziato. Il presente invece è l’attimo, come fosse il punto algebrico, immateriale è infinitamente piccolo. “Carpe diem!” Dice un detto latino, “Cogli l’attimo!” Perché dopo un istante è già passato e non si può modificare più. Questo significa che bisogna vivere il presente, sempre, e se questo non ci aggrada e ci fa soffrire, ci ha già fatto soffrire. Quindi proiettarsi verso il futuro, consapevoli della sua incertezza, senza però averne paura, è un modo per dimenticare il passato e convivere con il presente: questo è il messaggio che Abbati nel suo romanzo ci dà con i suoi simboli e le sue metafore. Ma questo è un libro che ci fa anche conoscere veramente il tango. Notevoli sono i riferimenti agli autori e alle musiche, che denotano una profonda conoscenza della materia da parte dell’autore. Questo ballo, nato nei bassifondi di Buenos Aires, è originato dalla tristezza con l’intenzione di scacciarla via, guardando avanti con speranza, impreziosito dal suo fascino sensuale che i tangheri offrono, perché, in fondo, solo l’amore può fugare la tristezza supportato dalla speranza. E il tango esprime l’amore con la sua carica passionale che attraversa i corpi dei ballerini in un connubio di giocose figure. Il tango è diventato quindi famoso per il suo significato simbolico; per il suo timbro passionale rivolto al cielo; per ciò che prova chi lo balla e lo vede ballare, mentre il suono malinconico e intenso del bandoneon ci penetra con la sua forza, con il ritmo cadenzato e incalzante della sua musica.

Pubblicato da Giovanni Margarone

Sono Giovanni Margarone, sono nato nel 1965 e scrivo narrativa. I miei romanzi rientrano maggiormente in quelli di formazione, per via dell’evoluzione che fanno compiere (innanzitutto interiore e non solo) ai protagonisti (dall’infanzia all’età adulta, risalendo sovente alle origini, scavando nella storia del personaggio). Forte è la componente introspettiva e psicologica, per cui il personaggio resta sempre e comunque l’elemento centrale delle narrazioni, che potrebbero essere quindi ambientate in qualunque luogo. Sono un autore che vuole scrivere per gli altri, perché diversamente la mia sarebbe un’attività monca, fine a se stessa. Interpreto la scrittura come il mezzo più efficace per trasmettere sentimenti, emozioni e per indurre alla meditazione. Questa interpretazione trascendentale della scrittura mi è assai cara, perché ritengo che la spiritualità faccia parte di noi stessi e che lo spirito vada nutrito. Ho finora scritto e pubblicato quattro romanzi: “Note fragili” (2018, seconda edizione), “Le ombre delle verità svelate (2018, seconda edizione), “E ascoltai solo me stesso” (2019, seconda edizione) e “Quella notte senza luna” (2018). Inoltre, nel 2019 un mio racconto “Il segreto del casone” è stato inserito nell’antologia “Friulani per sempre” – con postfazione di Bruno Pizzul - edito da “Edizioni della sera”. Nel novembre 2019 sono stato insignito di una “Benemerenza” dal Comune di San Giovanni al Natisone (UD) (dove risiedo) per meriti letterari. Sono membro della Commissione Cultura del Comune di San Giovanni al Natisone (UD). I miei romanzi hanno ricevuto numerosi premi letterari. Il mio sito ufficiale è https://margaronegiovanni.com/

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