ACCADDE OGGI: 12 novembre 2003 – Strage di Nassiriya

Fonte Quirinale.it

Sembrava un giorno come tutti gli altri a Nassiriya, quel 12 novembre 2003.
Il regime dittatoriale di Saddam Hussein era stato destituito dalle forze anglo-americane sei mesi prima e una risoluzione ONU aveva invitato gli stati membri a promuovere missioni di pace al fine di contribuire alla rinascita del paese.
La missione dell’Italia si chiamava “Antica Babilonia” ed aveva come obiettivo l’aiuto umanitario alla popolazione stremata dalla guerra, il mantenimento dell’ordine pubblico, l’addestramento delle forze di polizia locale e la gestione dell’aeroporto.
Il comando delle forze italiane si era insediato a 7 chilometri da Nassiriya, cittadina nel sud dell’Iraq, ma il reggimento composto da Carabinieri e polizia militare romena si trovava nelle basi “Maestrale” e “Libeccio” ubicate nel pieno centro di Nassiriya, con l’intento primario di mantenere un contatto ravvicinato e più umano con la comunità locale.
La missione italiana era iniziata il 15 luglio 2003 e quella mattina del 12 novembre sembrava una mattinata come tutte le altre, con la novità che all’interno del compound c’era anche il cooperatore umanitario Marco Beci e la troupe televisiva del regista Stefano Rolla con il suo assistente Aureliano Amadei, per girare un documentario sulla ricostruzione del paese.
Sono le 10,40 del mattino quando Andrea Filippa, carabiniere di guardia all’ingresso della base “Maestrale”, si vede piombare addosso a tutta velocità un camion cisterna di colore blu carico di esplosivo.

Il carabiniere spara riuscendo ad uccidere i due kamikaze a bordo del veicolo, impedendo così che esploda all’interno del compound con conseguenze ancora più gravi, ma la deflagrazione fa saltare in aria il deposito di munizioni, innescando un micidiale effetto domino che causerà la morte di 19 italiani e 9 iracheni, 58 persone ferite, la completa distruzione della base Maestrale e danni rilevanti alla vicina base “Libeccio”. Tra le vittime, oltre a 12 Carabinieri, anche il cooperatore Marco Beci, i militari che scortavano la troupe televisiva e il regista Stefano Rolla. Aureliano Amadei, gravemente ferito, racconterà nel suo libro e successivamente nel film “20 sigarette” la drammatica esperienza.
Dopo l’attentato le indagini per risalire ai responsabili della strage hanno seguito varie piste, una vede la responsabilità della cellula di Al-Qaeda guidata dal sanguinario leader al Zarqawi, un’altra segue la pista di una cellula terroristica curda attiva nel nord dell’Iraq.
Un’inchiesta è stata aperta per indagare sulle presunte sottovalutazioni del pericolo e sulle carenze delle misure di sicurezza attorno e all’interno della base “Maestrale” ed ha coinvolto i comandanti italiani, portando incredibilmente alla condanna in sede civile di uno solo di essi, il Generale Bruno Stano, che è stato ritenuto civilmente responsabile dalla Cassazione e condannato a risarcire i familiari delle vittime.
Possibile che una missione di pace così importante e di grande impatto strategico e militare fosse tutta nelle mani di un solo generale? E il governo, il Ministro della Difesa, il generale di Corpo d’Armata, insomma tutti coloro che avrebbero dovuto decidere la strategia e il dislocamento delle nostre forze di pace, ebbene costoro sono tutti esenti da colpe?
Al di là delle tante domande che ancora ci si pone e delle stranezze che a volte ci riserva la nostra giustizia, oggi rimane il cordoglio per le vittime e l’orrore per una guerra che forse non avrebbe dovuto mai farsi.

Pubblicato da Anna Gelardi

Avvocato per tradizione familiare, lettrice per passione. Tirata per i capelli in questa avventura del blog dalla mia amica Rita, ci sto prendendo gusto. D’altronde è quello che ho sempre fatto fin da piccola: leggere, leggere, leggere. Spero di essere all’altezza delle aspettative e di riuscire a stimolare alla lettura tutti coloro che vorranno seguirmi.

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