Autore: Pietro Esposto
Titolo: Acquamara
Editore: Prova d’Autore
Collana: Nuove Tressule
Anno: 2017
Pagg.: 176- Brossura
Prezzo: €. 15,00
Acquamara, che dà il titolo al romanzo d’esordio di Pietro Esposto, non è un luogo di fantasia bensì una frazione del comune di Petralia Soprana in provincia di Palermo. Il romanzo, quindi, è ambientato in una Sicilia degli anni 60, un piccolo microcosmo in cui predominano mentalità arcaiche e atteggiamenti tipicamente mafiosi. Protagonista principale un magistrato tutto d’un pezzo, Titta Mezzasalma, che si trova coinvolto nell’indagine di un fatto tragico occorso molti anni prima, apparentemente un incidente fortuito, all’interno di una cava di tufo nei pressi del paese; ma non tutto è come sembra. Il giudice viene aiutato e spalleggiato da un gruppo di giovani ragazzi militanti del partito comunista, e tra i quali primeggia Dora, giovane donna di origini venete trapiantata in Sicilia, con la forza, la speranza e la caparbietà di voler apportare quel vento di cambiamento che poi esploderà un po’ ovunque nella rivoluzione del 68. Oltre a Dora, rivoluzionaria e combattente, un ruolo fondamentale è rivestito da altre due donne Amalia e Rosalia, rispettivamente moglie e amante del giudice Mezzasalma. Due figure che nulla hanno a che vedere con le idee e il modus vivendi di una terra arcaica e dalla mentalità tipicamente maschilista. Menti pensanti, ribelli ed innovative, con grande influenza su un giudice incorruttibile e ligio al dovere. Connivenza tra mafia, politica, ignoranza e mala gestione, fanno da cornice a tutto il romanzo, dove si respira la necessità di rinnovamento e la presa di coscienza di trovarsi davanti ad un binomio non semplice da sviluppare: la voglia di ribellarsi ad un modus operandi tipicamente mafioso e un movimento comunista che inizia a muovere i primi passi. L’ambientazione è viva e dinamica, il romanzo è ricco di dialoghi in cui il dialetto si alterna egregiamente all’italiano rendendo avvincente ed incalzante il susseguirsi dell’intero racconto. L’autore riesce a parlare di mentalità, atteggiamenti e pensieri mafiosi senza gli effetti scenici cui siamo abituati. Attinge al suo essere siciliano, alla cultura , all’atmosfera, alle tradizioni, usi,costumi,colori e profumi della sua Terra per raccontare in maniera fluida e vibrante la realtà di uno spaccato sociale che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, proiettandolo alla visione di un vero e proprio atto teatrale che affonda le radici nella letteratura di Sciascia e nei racconti di Camilleri. Un giallo dalle sfumature noir, travolgente e brillantemente narrato e in cui traspare tanto nella descrizione dei luoghi quanto nel linguaggio utilizzato, rimarcando concetti, espressioni, detti e proverbi, il grande amore dell’autore per la sua regione, la Sicilia, cui rende omaggio con questo romanzo la cui lettura è sicuramente consigliata.
Teresa Anania
Pietro Esposto quarantadue anni, è un pubblicitario di professione con due grandi passioni: cucinare (adora preparare manicaretti per i figli Antonio ed Eleonora) e scrivere, passione che lo aiuta a vivere meglio. Nato a Caccamo, in provincia di Palermo, nel 1976, da piccolo voleva fare l’ingegnere, amava disegnare le gru, impazziva per la fase costruttiva. Quando, quasi grande, ha scoperto che serviva prima progettare, ha abbandonato ogni ambizione. Ha lasciato gli studi tecnici a vent’anni per intraprendere il percorso di Scienze della Comunicazione. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare nella comunicazione pubblica, così come fa tuttora, a Milano, città in cui vive da quattro anni. Acquamara è il suo primo romanzo.
TRAMA:
Denaro, tufo e malaffare, in un avvincente romanzo ambientato in una immaginaria Acquamara alla fine degli anni 1960. Un piccolo universo siciliano e mafioso, dove il protagonista principale, Titta Mezzasalma, magistrato ligio al dovere con una particolare passione per le donne, indaga su uno strano incidente avvenuto nella locale cava di tufo. Una minchiata d’incidente, dicevano…