Amelia di Maria Concetta Cataldo

Amelia, di Maria Concetta Cataldo. Dopo aver letto altri titoli di questa autrice meravigliosa, ci siamo appassionati alla sua scrittura e quindi abbiamo letto un suo titolo forse un pò datato ma ugualmente godibile.

“Il pensiero, al di là di noi, acquisisce un’infinità che oltrepassa e supera la spazialità per divenire universo.”

Leggere è conoscenza, è esplorazione, è arricchimento, è relazione… e il libro è l’anello di congiunzione tra scrittore e lettore, lo strumento di una comunicazione che valica le parole.
La lettura di “UN VOLTO DAL TEMPO” (“Il ritorno di Diamante” e “Angela”) mi ha entusiasmato al punto da voler approfondire la conoscenza della scrittrice attraverso le sue opere ed è così che mi ritrovo tra le mani “Amelia”, il suo primo libro.
Appena uno sguardo al particolare della Primavera del Botticelli in copertina, a quelle mani che s’intrecciano insieme agli sguardi e sono pronta a iniziare il mio viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di quelle “belle pagine di letteratura moderna” che ho già avuto modo di apprezzare nei lavori successivi dell’autrice.
Mi lascio conquistare, ancora una volta, dalla sua raffinatezza letteraria. Filosofia e poesia sono il filo conduttore di una narrazione che ci restituisce il senso dell’introspezione e della ricerca di sé, nell’altro e nel mondo: un granello di sabbia nell’eternità.
È un libro da leggere, rileggere, sottolineare, evidenziare, ma io preferisco rinunciare alla matita per affidarmi al mio pensiero, che ha carpito l’essenza e le sfumature del dialogo neoplatonico a due voci tra Silvia e Amelia, due anime in perfetta sintonia.
Già dalla prima lettura vedo affiorare alcuni temi che le stanno a cuore e ai quali riserverà un’attenzione costante anche in futuro: amicizia, affinità, amore, morte, scrittura, creatività, altruismo, attenzione ai bisogni dei più disperati.
La seguo nel suo continuo ricorso allo scavo interiore per approdare, insieme a lei, al significato della vera felicità e dell’amicizia.
“La felicità è armonia: un miracolo che si compie con la vista dell’altro.
E l’amicizia? Una meravigliosa sintesi delle anime, la forma più raffinata dell’amore, in cui il donare prevale sul domandare e le pene e le gioie dell’altro si assumono come proprie.
E quale considerazione della creatività umana! Lo scrivere? “Un atto sacro nel quale il pensiero del singolo incontra e raccoglie il pensiero infinito del mondo.”
Le descrizioni del paesaggio di Maria Concetta richiamano alla memoria la lezione di J. Hillman: “Il mondo è come un giardino, rende intellegibile l’anima, è pieno di metafore della nostra vita psichica”.

“La sera respirava sommessa e le morbide onde del mare avevano assunto, soffici, il colore del blu più profondo.”
“Le luci di Margellina e dell’intero golfo palpitano.”
“Le stelle iniziavano il loro viaggio ed il mare lambiva silenzioso i piedi dei Faraglioni.”

La natura, con le sue bellezze, ci parla di emozioni e relazioni umane. È la psiche che si trova nel mondo. È il mondo che contiene amore.

In pagine di un’intensità tale da far vibrare le corde dell’anima, si sofferma sul trionfo della vita e sulla paura della morte, affermando che sono i “pensieri di tenebre infinite” ad alimentare l’ossessione per la vita, e ad esaltare la ragione, in una sfida costante contro l’unico ostacolo all’onnipotenza della mente: la paura di morire!
Quante volte ci siamo anche noi posti la stessa domanda dell’autrice, se le nostre parole possono forare il tempo e raggiungere chi non c’è più…
Ci piace pensare, insieme a lei, che l’intesa tra le anime continui per sempre e che i pensieri di ricongiungano in una dimensione eterna.

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Ciascuno di noi – rispose Amelia – ha dei simulacri davanti ai quali fa scendere un sipario d’ombra che li ricacci nei luoghi appartati di una non memoria, così che dileguino per sempre. Il mito rappresenta, nella sua forma espressiva, la genuina concezione del mondo propria dell’umanità primitiva; la veste esteriore dei simboli originari racchiude le eterne verità”.

È, questo, uno dei tanti nuclei semantici che costellano la prima (e già matura) opera narrativa di Maria Concetta Cataldo, ossia un breve romanzo o racconto lungo costruito sul filo della memoria dipanato dalla voce narrante in struttura autodiegetica, ma, di fatto, dialogo neoplatonico a due voci, dove l’una (quella dell’autore implicito) appartiene, nella finzione letteraria, al sosia dell’autrice (Silvia), l’altra a una figura femminile (Amelia) che rappresenta il vero epicentro del tessuto ideologico e dell’intreccio.

(dalla Prefazione di Gino Pisanò)

Angela. Un volto dal tempo di Maria Concetta Cataldo

Un volto dal tempo di M.Concetta Cataldo

Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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