Anime senza carne, Sergio Pettinelli. Aurea Nox
Devo essere sincera fino in fondo. Il titolo di questo libro mi ha incuriosito un bel po’ quando l’ho visto nei social, ma non sono andata oltre, perché c’era qualcosa che mi disturbava, forse proprio quel “senza carne”. Mi piaceva pensare alle anime in abito bianco in giro per l’universo, a soffiare consigli e raddrizzare storture. Me ne sono pertanto tenuta a distanza, fino a quando la conoscenza dello scrittore e una recensione sul suo libro, degna della massima attenzione, non mi hanno persuasa che era giunto il momento di conoscere l’opera.
Appena ho avuto il libro tra le mani, come mia abitudine, prima di procedere con la lettura, ho ammirato la copertina in abito da sera, decisamente elegante, con il blu che fa da sfondo alle scritte luminose color oro. Al centro, in un rettangolo, il simbolo dell’armonia, della dualità di ogni cosa nell’universo, lo Yin e lo Yang.
Le domande intanto hanno affollato la mente e la premessa mi ha messa in allerta, con quel “deve essere maneggiato con cura, perché una lettura troppo letterale, potrebbe provocare danni irreparabili al già precario equilibrio psichico di molti di noi.” Ho proceduto pertanto con l’intento di capire e, se possibile, gustarmi la lettura.
Ho annotato i miei pensieri per dar corpo al mio rapporto col testo. Quanto sarà stato difficile, mi sono chiesta, dar vita a questo fantastico romanzo che fa i conti con la realtà pur restando altro? Come sono nate le idee di scrittura? Qual è l’iter seguito da Sergio per cogliere nel presente i quesiti esistenziali ed elaborare una trama complessa mettendo in campo dubbi, incertezze, pensieri folli, debolezze umane, riti satanici che continuano a far parte del nostro presente?
Già la lettura dell’Introibo di Rodolfa, epilogo come prologo di un’anima, rivela l’approccio dello scrittore con la complessità delle tematiche che intende affrontare.
“L’anima Rodolfa, dentro il corpo di Rossella, che per altro non le apparteneva, si trovava lì per un feto, quello che era nel ventre della ragazza stessa.”
“Questo embrione è minimo, ciò nonostante, io, rispetto a lui, sono incommensurabile e per le sue forme, diminuita e ristretta a banali limitatissime misure! Assisterò passivamente all’attesa della percezione di esso da parte di mia madre, oppure che mio padre s’accorga del ventre piatto, divenuto più incinto per questa presenza, sempre più in fieri e dimensionata, mese dopo mese, fino al nono!”
Poche righe per conoscere una protagonista eccezionale del romanzo: Rodolfa, la piccola anima. Non so perché, o forse sì, ma mi emoziono nel seguirla, leggendo e rileggendo alcuni passaggi, con le riflessioni profonde e i quesiti che si pone e che conosciamo bene in quanto esseri umani. Un’anima che deve rapportarsi col corpo che sceglierà e col quale sarà tutt’uno fino al momento in cui sarà costretta ad abbandonarlo.
La narrazione, strutturata in sessantuno capitoli, avvince con una apparente leggerezza, conducendoci nella storia d’amore tra Alessandro e Rossella, in cui l’amica Lucy assume il ruolo di aiutante e la contessa di antagonista. A intessere la trama e a ingarbugliare i nostri pensieri subentrano i poteri forti, la guerra, l’insensatezza, i dilemmi aborto- accoglienza della vita, l’Amore senza barriere e senza confini, la telepatia, gli attentati, il convento, le scelte personali.
È vero che lo scrittore precisa che si tratta di un falso storico, un racconto su anime e carne inventate, ubicando il narrato in un contesto contemporaneo, col desiderio esclusivo di intrattenere con piacevoli analogie e riflessioni i lettori.
Poco importa però che sia un falso, perché è così raffinata l’analisi dei comportamenti e dei pensieri, come la capacità di scendere nelle profondità dell’anima per restituirle il pensiero.
Sergio è un vero esploratore dei sentimenti e con perizia dà vita a ogni personaggio, ciascuno portatore del proprio punto di vista. Che sia un uomo o una donna, o un’anima, ha poca importanza. Il risultato è sorprendente. Che grande empatia! Ciascuno dà la sua versione dei fatti e la molteplicità ci consente di cogliere una complessità di cui tener conto, mentre ci accostiamo a tante domande esistenziali.
La differenza però non è soltanto nei pensieri dei singoli protagonisti, anche la lingua in tutte le sue sfumature ci riporta ai diversi contesti: il romanesco con Pallottola ci conduce nella quotidianità malavitosa, lasciando sullo sfondo la prosa ricercata e il lessico giuridico che ci hanno accompagnato in più momenti.
Mi diverte osservare un particolare relativo alla punteggiatura. Sarà creatività quella dell’uso delle caporali a effetto matrioska nel discorso diretto? O una semplice svista?
Quanto ciascuno di noi leggendo questo libro è in grado di esplorare il proprio pensiero e le convinzioni personali relative alla fede?
Sono certa che chi si accosterà ad ANIME SENZA CARNE, insieme al piacere di leggere, potrà vivere l’esperienza di ritrovare se stesso e continuare il cammino con una nuova ricchezza.
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Con la sua ultima fatica letteraria, Sergio Pettinelli si conferma fine scrittore, talentuoso e padrone della tecnica narrativa, abile nelle descrizioni di ambienti e atmosfere e nella caratterizzazione dei personaggi. Il suo tratto personale lo rende riconoscibile già dalle prime battute attraverso le quali ci immerge subito in una dimensione fantastica eppure presente, con tanto di coordinate geografiche e storiche.
Andando nel dettaglio del testo, non posso non dire che questo è un libro molto più complesso di quel che appare: coraggioso, sfrontato, audace e potente.
Certo, le atmosfere appaiono orwelliane, il tono e gli intenti allineati alle moderne “teorie del complotto”. Tuttavia, non possiamo negare che questo fantasioso scritto offra spunti di riflessione non indifferenti, davvero sorprendenti per la loro pertinenza agli stringenti tempi attuali.
Il linguaggio stimola l’immaginario gnostico, lasciando correre il pensiero ai padroni del mondo fenomenico e materiale che costituiscono la “matrix lilithiana” e che cadono sotto il nome di Arconti. Dunque, ne possiamo dedurre che politici, governanti, magistrati e personalità religiose mondiali non sono che burattini animati dai demiurghi gestiti dagli Arconti.
Rodolfa, personaggio chiave, diviene così la vera protagonista della vicenda e come il filo d’Arianna conduce l’essere umano fuori dal labirinto, lontano dal mostro che lo abita. “…Se ci si arrischia a lavorare l’anima collettiva dell’umanità quanto più si dovrebbe invocare e raccogliere con la maggiore cura per riversare su di essa quello spirito Paracleto di cui ci parla il Vangelo.”
Concludo dicendo che la lettura di questo testo risulta molto utile per la comprensione di questi tempi distopici che ci troviamo a vivere da una quarantina d’anni a questa parte in maniera più pressante, e direi significativamente dall’inizio del 2020. Cionondimeno, ritengo che debba essere maneggiato con cura, perché una lettura troppo letterale, potrebbe provocare danni irreparabili al già precario equilibrio psichico di molti di noi. E invece, la penetrazione sovrasensuale del racconto accende una luce di speranza per la salvezza e un futuro migliore.
Nina Camelia, 14 agosto ’23
Titolo : Anime senza carne
Autore : Sergio Pettinelli
Editore: Aurea Nox
Acquistalo qui :
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.