Caro Signor Germain, Albert Camus

Caro Signor Germain, Albert Camus.

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“Senza di lei, senza la mano affettuosa che ha teso al bambino povero che ero, senza il suo insegnamento e il suo esempio, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.”

“Lettere, che passione!”

Era il titolo scelto per un’unità didattica di apprendimento, quando ero ancora tra gli alunni. È una frase che ripeto da sempre, perché la forma epistolare è la mia preferita e da insegnante ne ho perfino abusato, convinta dei vantaggi di una comunicazione silenziosa che risuona nel cuore di ciascuno in modi tanto diversi.

È evidente perciò che non poteva assolutamente sfuggirmi un “Caro signor Germain” che si rincorre nei social, in post che invogliano a soffermarsi sulla commovente lettera che Albert Camus, poche settimane dopo la vittoria del Nobel – 19 novembre 1957 – scrisse al suo maestro di Algeri, Louis Germain. Sono tutti un invito a comprendere la vera essenza dell’insegnamento, perché questo “è un libro pulsante di emozioni, uno straordinario omaggio a tutti i maestri e professori che svolgono il loro lavoro con passione e sostengono i ragazzi che ne hanno più bisogno”.

Una lettura irrinunciabile, allora, per fare i conti ancora una volta con il valore della relazione docente-allievo.

Non è più tempo però per pensare alle mie lettere, ora devo affacciarmi in un altro periodo, in un contesto differente ed emozionarmi ad ogni parola, per i ricordi che risveglia e per le riflessioni che sollecita.

“Non ho e non avrò mai di meglio da fare che leggere di colui a cui devo di essere quello che sono, e che amo e rispetto come il padre che non ho conosciuto.”

Dell’allievo che scrive al suo maestro con gratitudine non mi meraviglio, quello che trovo straordinario è “il sodalizio lungo una vita tra due uomini che affrontano dolori e gioie sapendo di poter contare l’uno sull’altro.”

Dare continuità al rapporto insegnante-allievo per tutta una vita sarebbe importante, ma utopistico, e a mio avviso si dovrebbe fare con tutti gli alunni, non soltanto con uno. L’umano tempo però non sarebbe sufficiente a corrispondere con tutti (difficile anche contarli) e per sempre, perciò ci accontentiamo del ricordo affettuoso che ci lega a ciascuno.

Le lettere pubblicate sono complessivamente venti, sei del maestro Louis Germain e quattordici di Albert Camus, scritte nel periodo che intercorre tra il 1945 e il 1959.

Legate dal filo rosso della gratitudine per quel maestro che si era prodigato per fargli proseguire gli studi, le lettere rivelano aspetti interessanti della vita dei due. Il riferimento a saggi, articoli, testi teatrali, giornali, conferenze, viaggi, può destare nel lettore un rinnovato interesse per il pensiero e per l’opera dello scrittore.

Quanta tenerezza anche negli appellativi che i due si scambiano: “Nonno spirituale” è il maestro per lo scrittore, “mostro del mio cuore” il piccolo-grande Albert.

È vero che il maestro ha portato nel cuore il suo allievo migliore, bravo in tutto, educato e tranquillo ed è felice che la fama non gli abbia dato alla testa. “Sei rimasto Camus!” Osserva, infatti, soddisfatto. È pronto a fargli le sue confidenze, come accade tra vecchi amici, e rivelare il proprio stupore per l’affetto che gli viene tributato, a suo dire, più di quello che i suoi figli gli manifestano. Che tristezza pensare a quest’uomo, apprezzato maestro, così vivo nel ricordo di tanti, quando si accorge che il figlio finge di non vederlo se lo incontra per strada. Ha avuto più fortuna con gli allievi e Albert ne è la prova.   

La lettura del capitolo “La scuola” (tratto dal romanzo incompiuto “Primo uomo”), che segue le lettere, è molto interessante. A me pare che consenta di conoscere proprio ciò che in esse non compare. I vuoti sono colmati dalla narrazione, a cui lo scrittore affida la propria esperienza, creando due personaggi che rappresentano il maestro e l’allievo, sia pur con altri nomi: il signor Bernard e l’allievo Jacques.

È la loro storia, che si interrompe all’improvviso, a causa della morte di Camus.

Tanti buoni motivi per leggere questo libro, tanti spunti diversi per ogni lettore.

“Credo di aver rispettato quel che di più sacro vi è nel bambino, ovvero il diritto di ricercare la sua verità.” Louis Germain

“Col signor Bernard le lezioni erano sempre interessanti, per la semplice ragione che lui amava appassionatamente il proprio mestiere.” La scuola

Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Un libro pulsante di emozioni, uno straordinario omaggio a tutti i maestri e professori che svolgono il loro lavoro con passione e sostengono i ragazzi che ne hanno più bisogno. Per la prima volta raccolte in volume le lettere inedite tra Albert Camus e il suo insegnante Louis Germain. Fu proprio Germain a riconoscere nel giovane Albert, orfano di padre e proveniente da una famiglia di umili origini, un dono unico e una sensibilità nel guardare il mondo, fu lui a infondergli fiducia e a consigliarlo nei primi passi verso gli studi. Quando molti anni dopo nel 1957 Camus ricevette il Nobel per la letteratura, una delle lettere più toccanti la scrisse proprio al signor Germain, per esprimere tutta la sua gratitudine al vecchio insegnante. Ma c’è più del ricordo affettuoso del “figlio spirituale”, come si firma Camus, nei confronti del mentore: c’è un sodalizio lungo una vita tra due uomini che affrontano dolori e gioie sapendo di poter contare l’uno sull’altro.

Albert Camus (1913 –1960) nacque in Algeria, dove studiò e cominciò a lavorare come attore e giornalista. Affermatosi nel 1942 con il romanzo Lo straniero e con il saggio Il mito di Sisifo, raggiunse un vasto riconoscimento di pubblico con La peste (1947). Nel 1957 ricevette il premio Nobel per la letteratura per aver saputo esprimere come scrittore “i problemi che oggi si impongono alla coscienza umana”. Di questo autore, oltre ai titoli già citati, Bompiani ha pubblicato L’uomo in rivoltaL’esilio e il regnoLa caduta, Il diritto e il rovescioTaccuini 1935–1959CaligolaTutto il teatroIl primo uomoL’estate e altri saggi solariRiflessioni sulla pena di morteI demoniQuesta lotta vi riguarda. Corrispondenze per Combat 1944 –1947Conferenze e discorsi (1937–1958), Saremo leggeri. Corrispondenza (1944 –1959).

Autore: Albert Camus
Editore: Bompiani
Collana:PasSaggi
Anno edizione: 2024
In commercio dal: 10 gennaio 2024
Pagine: 128 p., Brossura
EAN: 9788830119123


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Pubblicato da Maria Teresa Lezzi Fiorentino

Maria Teresa Lezzi Fiorentino vive a Lecce, sua città natale, dedicandosi alla famiglia e al lavoro. Coltiva da sempre due grandi passioni, lettura e scrittura, per sé e per tutti coloro ai quali riesce a trasmettere il proprio entusiasmo. Il fulcro intorno a cui hanno ruotato i suoi scritti, articoli e recensioni, è stato per lungo tempo l’assetto metodologico-didattico, con un’attenzione particolare alla sfera emozionale e al benessere degli alunni. Dopo un appassionante percorso professionale in varie scuole del Salento, che ha visto l’autrice insegnante di scuola materna, psicopedagogista e docente di materie letterarie, nel 2018 avviene la svolta ed inizia una nuova stagione della vita,in cui la scrittura privilegia la narrazione, partendo dalla quotidianità e dalla memoria del tempo vissuto. È tempo di racconti brevi, lettere, autobiografie e recensioni. Sono dell’autrice, pubblicati con Youcanprint:Di vita in vita, La via maestra, Spigolando tra i ricordi, Passo dopo passo … e altri racconti.

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