L’Italia, dal punto di vista misterioso ed esoterico è un pozzo di San Patrizio; è ricca di città “oscure e misteriose” in molte delle quali avvengono fatti strani e inspiegabili. Simboli esoterici e massonici, luoghi misteriosi, stregati e legati al mondo dell’occulto, ovunque, su e giù per lo stivale si possono trovare edifici, costruzioni e aree appartenenti a quel mondo “altro” che incute timore ma allo stesso tempo affascina e stimola da sempre la curiosità umana.
Oggi parliamo di Castel Del Monte, punto di incontro e tappa obbligata per gli amanti dell’esoterismo e della numerologia.
Castel del Monte domina l’altopiano della Puglia occidentale, a 540 metri sul l.m. in provincia di Andria-Barletta-Trani, e rientra tra i luoghi più magici e misteriosi dell’intera penisola. Affascinante esempio di architettura medioevale interamente costruito con pietra calcarea e quarzo nel XIII secolo, all’inizio del 1240 circa, e fatto costruire da Federico II di Svevia Imperatore del Sacro Romano Impero. In merito all’architetto ideatore del progetto si suppone possa essere stato lo stesso sovrano ma c’è chi sostiene anche che possa essere stato Riccardo da Lentini, architetto siciliano che dimorava alla corte dell’Imperatore. Ricco di simboli, si è più volte ipotizzato che si trattasse di un tempio del sapere ove dedicarsi in maniera particolare allo studio delle scienze. Come ogni fortezza che si rispetti, anche Castel Del Monte ha le sue leggende. L’origine pare sia dovuta a una iscrizione rinvenuta in un antico tempio e che nel luogo ove oggi sorge il castello vi fosse una statua sulla cui testa era riportata questa frase: “ il mio capo è di bronzo ma al levar del sole a calendi di maggio sarà d’oro” L’enigma celato da questa frase venne risolto da un saraceno il quale, esattamente nel punto in cui cadeva l’ombra della statua , iniziò a scavare rinvenendo un cospicuo tesoro grazie al quale venne costruito il castello. La struttura è un perfetto disegno geometrico di forma ottagonale, che richiama la corona imperiale, simile a un labirinto, all’interno del quale ancora oggi è possibile scorgere tre segni lasciati da Federico II.
Il primo lo troviamo nella sesta sala dove all’ombra di un gioco di luce fu scolpito un giglio con tre foglie e uno stelo. Il giglio, tra la moltitudine di significati è anche simbolo di sovranità reale. Il numero 3, sinonimo di divino e numero perfetto, e 1 che è il numero unico per eccellenza, associato a Dio quale sintesi di Universo, Uomo e Natura Divina.
Il secondo è rappresentato dall’imponente portale che caratterizza l’ingresso del castello, dove troviamo due colonne e due leoni. Un leone volge lo sguardo in direzione del sorgere del sole al solstizio d’inverno e l’altro al solstizio d’estate. Tale disposizione dona la sensazione, avviandosi verso l’uscita, di non riuscire a dare le spalle all’intera costruzione. Le colonne sono simbolo di solidità che nel linguaggio massonico si traduce in principio cardine della costruzione. Il leone è sinonimo per eccellenza di regalità, nobiltà e potere supremo. Simbolo solare che nella massoneria equivale a potere e gloria, quella parte superiore dell’Arco Reale dove il sole ritorna durante il solstizio d’estate, rappresentando l’evoluzione alchemica della pietra filosofale. Il due è il numero della contrapposizione, del riflesso, del conflitto, della lotta Bene-Male; l’uno rappresenta gli elementi maschili, il due quelli femminili. Due sono sempre le scale, non a caso quindi, speculari grazie alle quali è possibile accedere all’interno.
Dividendo idealmente in senso verticale il portale, sul lato sinistro troviamo il terzo segno: una grande F, indicante probabilmente l’iniziale di Federico di Svevia; ma la lettera F è anche la sesta lettera dell’alfabeto latino e rappresenta un’asse verticale di energie divine, simboleggiando l’equilibrio tra pensiero corpo e spirito. Il fatto che si trovi sul lato sinistro non è un caso … dal punto di vista esoterico si associa all’occulto e alla magia nera.
Una sapiente miscellanea di generi architettonici, dalla cornice gotica delle torri alte 24 metri, allo stile romanico dei leoni all’ingresso, ai fregi classicheggianti, agli eleganti e raffinati mosaici islamici all’interno. Su ogni parete del castello comprese le torri, vi sono due finestre, monofora e bifora o monofora e trifora, a seconda dei lati, e neanche questa scelta è casuale. Nessuna cosa nella costruzione del castello è stata lasciata al caso. Il percorso all’interno è obbligato. Da una delle due scale speculari si arriva in una sala da cui si accede a un’altra sala che porta nel cortile. Il cortile quindi può essere visto solo dall’interno e non dall’esterno. Per osservare l’esterno perciò bisogna essere all’interno. In questo c’è una sorta di percorso introspettivo iniziatico per mettere l’IO in connessione con l’ES più profondo dell’essere umano. “Aggiusta l’interno e l’esterno si aggiusterà da sé” scrive Herman Hesse nel Siddartha. Il Castello manca di mura di cinta e di fossato, quindi non è credibile l’ipotesi che si potesse trattare di un edificio di impronta militare. Inoltre, le scale a chiocciola presenti all’interno ruotano in senso antiorario il che renderebbe impensabile un eventuale duello corpo a corpo poiché significherebbe essere costretti a impugnare l’arma con la mano sinistra. Il cortile anch’esso di forma ottagonale presentava probabilmente al centro una vasca della stessa forma geometrica. Dal cortile si accede all’interno attraverso tre portali corrispondenti a tre porte-finestre sul piano superiore. Ancora una volta ricorre il numero tre. Ma a dominare ovunque a Castel del Monte, definito un vero e proprio scrigno esoterico al punto tale da accostarlo per alcuni aspetti alla Piramide di Cheope, è il numero otto: simbolo dell’infinito …
Il castello a pianta ottagonale presenta otto lati, su cui poggiano i muri perimetrali. Otto le sale del piano terra e del primo piano. Otto le torri di pianta ottagonale e disposti agli otto spigoli. 48 piccoli lati delle torri che sommati agli otto lati del castello danno la somma di 56, forse gli anni di vita di Federico II. Il 48, numero di buon auspicio, è formato dal 4, numero legato alla stabilità delle cose terreni e materiali e dall’8, (somma di due numeri quattro),simbolo matematico dell’infinito, numero del potere e della forza, emblema di dominio e controllo. 56 è un numero che si compone delle energie di più numeri divenendo a sua volta un numero molto potente. Non a caso è il numero della guerra. Il numero 8 è presente anche in ogni minuzia architettonica, dai quadrifogli, alle foglie dei capitelli delle colonne, ai petali dei fiori, alle foglie di vite, di girasole, di acanto, di fico etc. Il numero 8 è collegato esotericamente alla Giustizia, Dea Bendata che regge le due bilance, quindi l’intelletto che si eleva al di sopra di tutto ciò che è terreno. Lo si trova spesso infatti nell’architettura sacra di forma ottagonale in quanto considerato il numero difensore dell’equilibrio cosmico; numero karmico per eccellenza che sta a indicare i debiti contratti nella vita attuale da saldare in quelle future, tanto quanto quelli contratti nelle vite passate da saldare in quella attuale.
Nella dottrina cristiana, l’ottavo giorno è quello che rappresenta la trasfigurazione e il Nuovo Testamento, è il simbolo della Resurrezione di Cristo e dell’uomo stesso perché successivo ai sei giorni di creazione e al settimo di riposo, ecco perché simbolo di eternità. E’ un numero che ricorre spesso nella Bibbia: 8 sono le beatitudini, 8 le frasi del Magnificat, 8 giorni dopo la nascita Gesù fu circonciso; nel primo capitolo della Genesi , 8 sono le parole creative di Dio in sei giorni, 8 sono le persone portate sull’Arca di Noè salvate dall’inondazione. San Giuseppe patì 8 anni di grandi sofferenze prima di morire. Secondo la Cabala, il Tempio di Gerusalemme aveva 8 cancelli e l’apertura dell’ottava era destinata solo al Messia. La preghiera per la Pace che San Francesco d’Assisi rivolge a Dio, contiene 8 richieste. La torre di Belo a Babilonia è formata da 8 torri quadrate.
8 sono i Chakra dell’uomo: sette del corpo fisico e uno del corpo eterico o chakra dell’anima. 8 le divinità del Veda. 8 i trigrammi del filosofo cinese Fou Hi. Platone rimase otto anni in compagnia del suo maestro Socrate.
Per i buddisti la via che conduce al Nirvana consta di otto parti; 8 sono i simboli di lunga vita, uno dei quali è il nodo infinito che si intreccia arrotolandosi su se stesso. 8 sono i gradi dei monaci buddisti. In 8 parti furono divise le ceneri di Budda. Otto sono i corsi di addestramento dello Yoga. Lo Zoroastrismo conta otto strumenti di culto e otto categorie di preti. I discepoli di Thot, in Egitto sono 8; 8 sono le braccia di Visnu e otto le zampe del cavallo grigio di Odino. Per i Greci il numero otto rappresenta Dionisio. A Hiroshima all’interno di un edificio di forma ottagonale vi sono le statue di otto grandi uomini.
Nel corso del tempo si sono susseguite svariate leggende e molti racconti su questo meraviglioso ed enigmatico complesso architettonico, che lo vorrebbero sede prediletta di numerose anime erranti in cerca di un po’ di pace. C’è chi sostiene che all’interno del castello si aggirino delle presenze sovrannaturali, prigionieri uccisi o suicidi se non addirittura lo spettro dello stesso Imperatore che non vorrebbe abbandonare il Castello.
Pare che nel luogo ove fu costruito il Castello vi fosse un monastero benedettino e questa potrebbe essere secondo alcuni studiosi la ragione della forma ottagonale, perché figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio che rappresenta l’infinità del cielo; da qui l’unione del terreno col divino, simbolo di riconciliazione spirituale con Dio. Questo è anche uno dei motivi per i quali è stato spesso accostato alla cultura esoterica medioevale dei Templari. E’ a Bari che i Templari portarono dalla Terra Santa, le spoglie di San Nicola. La Puglia rappresenta infatti il ponte tra l’oriente e l’occidente e la leggenda vuole che a seguito della sconfitta degli Arabi, Federico II nascose in una sala segreta del castello il Sacro Graal. Dal centro del cortile del castello guardando verso l’alto si ha la sensazione di trovarsi all’interno di un calice enorme e questo ha alimentato la teoria secondo la quale, il Castello non è lo scrigno in cui è custodito, ma è esso stesso il Sacro Graal.
Dal punto di vista storico sappiamo che dalla sconfitta definitiva degli Svevi in Italia, Castel del Monte vide il transito di numerosi sovrani e famiglie nobiliari, fino a essere depredato da arredi e decorazioni di enorme valore, e divenire il rifugio di briganti e pastori con le loro greggi. Solo nel 1876 lo Stato Italiano lo acquistò per una cifra pari a £.25.000, all’incirca 12,00 euro. Nel decennio successivo al I° conflitto mondiale, iniziarono le opere di ristrutturazione e nel 1996 è stato riconosciuto dall’UNESCO quale patrimonio mondiale dell’umanità.
Castel del Monte è stato molte volte set cinematografico e televisivo, ricordiamo per esempio, uno su tutti, alcune scene del Nome della Rosa di Jean Jacques Annaud tratto dall’omonimo libro di Umberto Eco. L’effigie di Castel del Monte è presente sulle monete da un centesimo di euro.
Teresa Anania