Catàmmari Catàmmari nel fondo del pozzo di Angela Rosauro. Pav edizioni
Catàmmari catàmmari nel fondo del pozzo
“Credo che la violenza sulle donne sia un tema che meriti molto di più del mio impegno personale.”
Osservo con attenzione titolo e copertina, enigmatici entrambi, l’uno per la frase in siciliano, l’altra con quattro riquadri di nudi femminili, che non so bene come interpretare. Penso che mi sarà possibile solo a lettura ultimata.
Che si tratti di “una storia stramma, che principia in un modo e si conchiude in un altro” non v’è dubbio.
È quella che racconta, in una lunga intervista, Rosamaria Cecere ad Armanda Consili, una giovane donna che lavora per il gruppo Abele. Appena la vede, però, ha una reazione che ci sorprende. La Cecere impallidisce come se si trovasse di fronte a un fantasma, per motivi che capiremo soltanto alla fine, quando i fili della narrazione si riannoderanno e il quadro dell’esistenza della donna sarà completo, grazie alle risposte che darà alle tante domande sulla sua vita personale e sociale.
È lei la donna che ha fondato l’Eleftheria, ma mafia, attentato e scorta vengono dopo, c’è un prima a cui prestare attenzione, che merita rispetto e riserbo, non divulgazione ad ogni costo e “dare un’anima al mito significa scendere ‘nto funno du pozzo”.
Catàmmari catàmmari anche noi arriveremo a capire qualcosa di quanto accade nella vita di questa donna, durissima, nera e tagliente come la roccia del vulcano, che tiene in serbo la pulsione inarrestabile e distruttiva del fuoco. Alla giovane giornalista appare affascinante, mutevole e fulminea come una saetta nella tempesta, presagio di burrasca, pronta però a divenire un raggio di sole che ferisce all’improvviso. Nota che in lei c’è qualcosa di inspiegabile e di più intimo, che non ha a che vedere con la mafia, ma di cosa si tratta?
Rosamaria è tornata da Milano, dove si è affermata professionalmente ed ha trovato in Riccardo un affetto stabile, nella sua Sicilia, che da anni ha abbandonato insieme a quel vento che per lei è sempre stato libertà e vita. Qui ritrova gli amici di un tempo, la cugina-sorella Adriana e l’amore nascosto nel suo cuore, Tommaso, la cui voce le sembra accarezzi le parole. Ci sono però segreti che lei non conosce, misteri in cui s’imbatte e che la spingono a percorrere un tunnel di emozioni contrastanti, tra amore, tragedia, violenza, mafia, vendetta.
Il suo è un cammino difficile, che richiede adattamento e cambiamento…
“Coraggio, guardate nel vostro cuore, non vi scantati, sembra nu puzzo senza funno ma poi chiarisce. È là che sta la verità, in fondo al pozzo.”
Arrivare in fondo al pozzo significa riappropriarsi delle sue radici, dell’appartenenza alla sua terra, affrontare le proprie paure, capire meglio se stessa, riscoprirsi, portare a compimento quel viaggio interiore che da tempo ha intrapreso. Ora non le resta che agire e non si tratterà soltanto di combattere la mafia, ma di schierarsi anche e soprattutto dalla parte delle donne, vittime spesso inconsapevoli della sopraffazione maschile.
È un bel romanzo, che si legge dall’inizio alla fine con grande coinvolgimento emotivo. All’inizio la narrazione è carezzevole, sei attenta a luoghi e personaggi, ne studi le relazioni per non fare confusione, poi ti accorgi che il boato di emozioni risuona in te, che gli accadimenti ti sfuggono di mano, i colpi di scena accuratamente predisposti ti scompigliano le idee e devi andare piano, tornando a dare uno sguardo a ciò che ti è sfuggito o su cui ti sei soffermata poco, presa dall’entusiasmo di seguire la narrazione.
I personaggi sono così ben definiti, reali, da continuare a vivere nella memoria e le espressioni in vernacolo sono un valore aggiunto, che conferisce musicalità alla narrazione radicandola nel contesto d’appartenenza.
Una lettura che consiglio vivamente per i temi affrontati, per la sua forza narrativa, per il forte impatto che può avere sul pensiero e sulla vita, sollecitando riflessioni e cambiamento.
Un libro non per il piacere di leggere, ma per l’entusiasmo di leggere.
“I miti non esistono se non come aspirazioni ad essere. Noi siamo solo persone.”
Chiudo condividendo le parole dell’autrice, che ha letto bene nell’animo del lettore. È così che ci si sente alla fine del libro.
“Chi legge vive quelle ore dentro le parole che scorrono, al ritmo incalzante del battito che anima la pagina finché non diventa la sua; egli stesso fa la vita della sua storia e nello stesso tempo quella storia fa la sua vita. Quando infine raggiunge l’ultima pagina egli è come abbandonato, quel piccolo segno di interpunzione inappellabile lo lascia con l’amaro in bocca.”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Rosamaria Cecere, lascia Milano, un lavoro da manager e un fidanzato industriale e fa ritorno in Sicilia dove a contatto con la sua terra, con tutto ciò che ha rappresentato la sua esistenza, ritrova sé stessa. Ritrova Tommaso, suo nascosto amore, ritrova Adriana, la sua sorellina ma trova anche la mafia, la violenza, il dolore. “Catammari catammari verrà il tempo del raccolto” ma il percorso che si staglia è difficile e doloroso. Adriana una sera le confessa una terribile realtà: Gianni, il suo fidanzato accanito giocatore, l’ha costretta a prostituirsi. Rosamaria, è completamente assorbita dalla imminente inaugurazione dell’azienda paterna e pur scioccata dalla rivelazione non riesce a comprendere la gravità del momento. Quando Adriana tragicamente si toglie la vita, si sente sopraffatta dall’angoscia e dai sensi di colpa, decide così di vendicarla ingaggiando una lotta alle famiglie a cui fa capo Gianni. La risposta non si fa attendere e sarà impressa con il ferro e il fuoco. Pagherà un prezzo altissimo diventando un personaggio pubblico impegnato nella lotta alla mafia e a protezione delle donne.
Autore: Angela Rosauro
Editore: Pav Edizioni
Collana: Romanzo
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 10 maggio 2022
Pagine: 328 p., Brossura
EAN: 9791259733153
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