Charles Bukowski, il poeta del “realismo sporco”…

Charles Bukowski, il poeta del "realismo sporco"...
16 agosto 1920 – 09 marzo 1994

“Tutto si riduce all’ultima persona a cui pensi la notte, è lì che si trova il cuore”.

Nel venticinquesimo anniversario della morte di Charles Bukowski, lo vogliamo ricordare con tre sue belle poesie…

Non ho smesso di pensarti

Non ho smesso di pensarti,

vorrei tanto dirtelo.

Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,

che mi manchi

e che ti penso.

Ma non ti cerco.

Non ti scrivo neppure ciao.

Non so come stai.

E mi manca saperlo.

Hai progetti?

Hai sorriso oggi?

Cos’hai sognato?

Esci?

Dove vai?

Hai dei sogni?

Hai mangiato?

Mi piacerebbe riuscire a cercarti.

Ma non ne ho la forza.

E neanche tu ne hai.

Ed allora restiamo ad aspettarci invano.

E pensiamoci.

E ricordami.

E ricordati che ti penso,

che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,

che scrivo di te.

E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.

Ed io ti penso

ma non ti cerco.

Quando Dio creò l’amore

“Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto 
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani 
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma 
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile 
quando Dio creò Me creò Me 
quando Dio creò la scimmia stava dormendo 
quando creò la giraffa era ubriaco 
quando creò i narcotici era su di giri 
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto 
sapeva cosa stava facendo 
era ubriaco e su di giri 
e creò le montagne e il mare e il fuoco 
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore 
ma quando creò te distesa a letto 
fece tutto il Suo Sacro Universo

Buonanotte a te

Buonanotte a te che in questo momento
dovresti essere qui e non chissà dove.
Buonanotte a chi anche stanotte
si perderà tra le lacrime e i pensieri.
Buonanotte a chi ha sperato, lottato
a chi ha tirato fuori le unghie ma comunque ha perso.


Buonanotte a me, che ti aspetto e prego ogni sera per vederti tornare.
Buonanotte ai codardi, ai “lo faccio per te”,
a chi ha deposto i sogni nel cassetto,
a chi è caduto ma ha avuto la forza e il coraggio di rialzarsi.
A chi non vuole occhi diversi.
A chi non ci riesce, a chi ci prova ma è dura,
a chi soffre in silenzio, a chi ride ma sta male,
a chi non riesce a camminare,
a chi è stato lasciato,
a chi ha il cuore spezzato.


Buonanotte, che poi questa notte di buono non ha nulla.
E resterò sveglia a pensarti, a immaginarti
a chiedermi come stai, cosa fai, se sorridi, se sei felice,se ti manco, se stai bene anche senza di me.
Chi ti scalda la notte, chi ti guarda dormire,
chi ti sorride così dal nulla.
E non so, ma ho paura.
Perché la notte diventiamo più deboli perché la notte cadiamo,  i pensieri vanno veloci e le lacrime scendono.
Dove sei, con chi sei, mi manchi.

Charles Bukowski, (16.08.1920/09.03.1994) poeta e scrittore statunitense di origine tedesca. Vissuto in America dall’età di tre anni, pubblica il suo primo racconto quand’è ancora molto giovane, ma rimarrà a lungo nell’ombra, dopo quella prima prova, svolgendo nel frattempo mille lavori per sopravvivere, e conducendo una vita disordinata e drammatica.  I suoi racconti, così come d’altra parte anche romanzi e poesie, muovono quasi sempre da uno spunto autobiografico. La vita di Bukowski è stata segnata dall’alcolismo, da una grande promiscuità sessuale (che nei suoi libri è descritta realisticamente e senza eufemismi) e da molte difficoltà relazionali con le donne e gli uomini con i quali ha a che fare.  La corrente letteraria a cui spesso viene associato è quella del cosiddetto realismo sporco, ma è forse corretto dire che Bukowski è un autore sui generis, e anzi decisamente refrattario a farsi inserire d’ufficio in una qualsiasi scuola o corrente. Negli anni Settanta conosce finalmente un grande successo commerciale, specialmente in Europa, continente nel quale diverrà oggetto di un culto tenace e trasversale. Viene spesso apprezzato – forse a torto – come l’esponente più autentico e originale di quella vena letteraria inaugurata da Henry Miller e proseguita dalla cultura beat, ma quel che è certo è che i suoi numerosi aficionados apprezzano nella sua scrittura la sincerità e l’insofferenza verso le soffocanti costruzioni della vita borghese.  Tra i suoi libri ricordiamo Taccuino di un vecchio sporcaccione (Notes of a dirty old man, 1969); Storie di ordinaria follia e Compagno di sbronze (tratte, entrambe, da Erections, ejaculations, exhibitions and general tales of ordinary madness, 1972); Donne (Women, 1978); Shakespeare non l’avrebbe mai fatto (Shakespeare never did this, 1979); Panino al prosciutto (Ham on rye, 1982); Musica per organi caldi (Hot water music, 1983), Pulp (1994).  All’epica e alla retorica dell’American way of life, Bukowski ha saputo opporre un vitale elogio del sesso, un penchant pericoloso ma mai dissimulato per l’alcool, e la capacità di raccontare con lingua diretta, franca e priva di orpelli la disumanizzazione indotta dalla vita nelle metropoli.

Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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