“Non è possibile nascondere la storia alla storia stessa” ( C. Malanga)
Chi mi conosce è al corrente della mia profonda attrazione e del mio interesse particolare, da sempre, verso l’Egitto e tutto ciò che ruota intorno alle sue antiche civiltà. Attrazione che contemporaneamente diventa inquietudine, turbamento, paura quasi inspiegabile, di un approccio con una realtà “altra” sepolta chissà dove tra gli abissi delle conoscenze primordiali. Complicato da spiegare, me ne rendo conto, ma è una sensazione forte al punto tale da essere riuscita a tenere a bada la curiosità di un “incontro ravvicinato”; un “legame” tenuto distante però, solo fisicamente. Avere tra le mani il libro di Corrado Malanga, è stato quasi un segno, ma ancora una volta ho temporeggiato a lungo prima di iniziarlo a leggere … E non a torto, col senno di poi. La conclusione cui Malanga giunge sono state delle vere e proprie conferme, più che rivelazioni, dando voce ad alcune “sensazioni” che da sempre, e ancor prima forse, mi accompagnano e mi inseguono.
Malanga compie un excursus brillante con dovizia di particolari, studi certosini, calcoli matematici e ritrovamenti particolari e apparentemente inspiegabili, partendo dalla Piramide di Cheope per giungere al filo conduttore che lega quest’ultima a molte altre civiltà lontane tra loro, a molte altre costruzioni simili e similari in svariate parti del globo terrestre, troppo distanti e impossibili da raggiungere soprattutto all’epoca delle presunte edificazioni.
Cosa nascondeva realmente la Grande Piramide e quale fosse il suo effettivo scopo, Malanga tenta di spiegarlo spingendosi molto in là con le sue teorie che, potrebbero apparire estremamente fantascientifiche ma che in realtà tutto lascia presupporre la fondatezza degli studi pur se magari, non completamente possibile da provare. Ad avvalorare le sue tesi, rammento esposte seguendo certosini calcoli che si incastrano con una miriade di avvenimenti e periodi storici, la reticenza di esperti del settore a rendere fruibili al grande pubblico determinate scoperte oltre che l’aver addirittura occultato prove importanti, reperti fondamentali e manomesso in taluni casi, l’interno delle stesse costruzioni. A quale scopo? Perché è così fondamentale che alcune cose non debbano venire alla luce? Se il mistero non c’è perché alimentarlo?
Ciò che in primis decade dagli studi di Malanga, indubbiamente esperto del settore, è la teoria che le piramidi in genere e quella di Cheope in particolare, fossero destinate ai defunti … Costruzioni e tecnologie troppo futuristiche per le conoscenze dell’epoca … alcune delle quali ancora ignote ai giorni nostri … Chi e quando le ha costruite veramente? E perché? Quale è il vero messaggio che si proponevano di far arrivare ai posteri? Cosa dovremmo comprendere di un passato così lontano per imparare il futuro?
Entrare nel vivo della scrittura di Malanga e riportarla senza entrare nei dettagli non è cosa assolutamente semplice per due motivi : non svelare più del dovuto e non avere le giuste conoscenze per farlo. Argomentare su talune teorie se privi di approfondite conoscenze che derivino da ben oltre la semplice fame di sapere personale, si rischia di rendere vano un lavoro ben fatto e di sminuire con affermazioni errate o non propriamente corrette, anni di studi e di ricerche.
Il testo è accessibile a tutti, potrebbe risultare un po’ pesante la prima parte, nozionistica e teorica ma necessaria per poter proseguire nella lettura e nella comprensione del tutto. Scorrevole, ben scritto, impeccabile e curato nei minimi dettagli dal punto di vista editoriale. Sicuramente consigliato a chi voglia approfondire determinate conoscenze ma anche a chi abbia solo la curiosità di approcciarsi a un mondo apparentemente lontano anni luce, ma troppo avanti anche per il nostro secolo.
Teresa Anania
Una profonda immersione fino al cuore più misterioso dei grandi enigmi della civiltà umana per scoprire da chi e perché fu costruita la Piramide di Cheope. Malanga passa a un vaglio impietoso le tante – troppe! – lacune, omissioni e contraddizioni della “storia ufficiale” e non, fino a sgretolare completamente la versione che ci hanno sempre raccontato, offrendoci un’elettrizzante ricostruzione che fa leva sulle evidenze scientifiche e utilizza la logica del buonsenso privo di paraocchi. Esiste infatti una profonda connessione – misteriosa, ma paradossalmente sotto gli occhi di chiunque abbia davvero voglia di vedere – che lega le Piramidi di Giza e le altre inspiegabili costruzioni megalitiche sparse in tutto il mondo, con gli esseri umani dai crani allungati, le razze aliene e un’antica civiltà prediluviana. Un fil rouge che Malanga segue in modo implacabile e instancabile schivando i depistaggi dei poteri forti, scavando sotto gli insabbiamenti, mettendo in discussione ogni certezza preconfezionata, fino a ricostruire, pagina dopo pagina, la storia di chi eravamo: una conoscenza indispensabile per comprendere in che direzione ci stiamo muovendo e quindi riappropriarci della libertà di decidere del nostro futuro.
AUTORE: CORRADO MALANGA
TITOLO: CHEOPE, La Fabbrica dell’Immortalità – La Vera Storia di chi eravamo
EDITORE: SPAZIO INTERIORE
COLLANA: Non Ordinari
USCITA: 30.10.2020
PAGG. : 216 – Brossura
PREZZO: €.18,00
EAN: 9788894906967