“La salute ci consente di godere la vita, la malattia di comprenderne meglio il significato” . (E. Breda)
“Chi non ama il proprio fratello” è un titolo che potrebbe prestarsi a più interpretazioni e questo si riesce a percepire solo una volta giunti alla conclusione del romanzo. Romanzo ambientato tra la Puglia e la Campania, che vede protagonisti tre fratelli una sorella e un ospite indesiderato che piomba all’improvviso senza essere invitato, eleggendo dimora in maniera incisiva nella vita di uno di loro. Uno di quegli ospiti che quando arriva è in grado di sconvolgere l’esistenza non solo del “prescelto” ma di tutte le persone che si hanno accanto. È subdolo, viscido, prepotente; è un mostro, a volte troppo armato per poter essere sconfitto, ed è allora che si appropria del corpo, della mente, dei pensieri, della dignità dell essere umano, prosciugandone la linfa vitale giorno dopo giorno fino a che nella lotta divenuta ormai impari, riesce ad avere il sopravvento e scrivere l’ultimo capitolo del libro della vita del malcapitato di turno. Un libro che però si cerca con ogni mezzo di tenere aperto il più possibile, e in alcune circostanze, si finisce con l’essere ciechi al punto tale da lasciarsi ingannare da chi, senza scrupoli, approfitta del dolore per un tornaconto economico. Perché quando si è di fronte a una sentenza che non lascia scampo, anche le bugie più eclatanti, ripetute come un mantra da chi dovrebbe fare del giuramento di Ippocrate la propria ragione di vita, riescono ad avere un effetto placebo, illudendo e infondendo speranze inesistenti di luci filtranti dal fondo di tunnel mai scavati.
L’autore affronta un argomento delicato e lo fa a 360°. I suoi personaggi dialogano all’interno del racconto. La malattia unisce e divide contemporaneamente le loro vite. Il loro vissuto sembra essere attaccato a un elastico che avvicina e allontana, si incontrano e si scontrano. Riemergono ricordi e vecchi rancori; dissapori mai appianati, discussioni mai affrontate e parole taciute che hanno edificato muri invalicabili sui quali tentare di arrampicarsi ma senza trovare il coraggio e la forza per oltrepassarli.
Tutto ruota intorno a un tempo che scorre adesso troppo velocemente, così come troppo in fretta è trascorso il periodo della fanciullezza quando bastavano una risata e un abbraccio per dimenticare un’azione percepita, al momento, come un grave torto.
I quattro bambini ritratti sulla cover sono cresciuti, e insieme a loro anche le incomprensioni, i malintesi, il non-detto. Tutto rischia di esplodere adesso proprio nel momento in cui il mostro sta prendendo, sempre più, il sopravvento. E sono esattamente queste le situazioni in cui le famiglie si uniscono o finiscono con l’allontanarsi per sempre.
Cosa succederà? Prevarranno il buonsenso e il legame familiare, o si farà buon viso a cattivo gioco e ognuno proseguirà il proprio cammino? Tutto si aggroviglia in labirinti pregni di dilemmi esistenziali di non poco conto: da un lato l’amore fraterno indiscusso e indissolubile, al di là dell’orgoglio stupido e non funzionale; dall’altro il concetto di giusto e sbagliato, tra verità e menzogna. Tentare il tutto per tutto anche davanti alla truffa evidente, messa in piedi da un oncologo privo di scrupoli e senza moralità, rischiando di deludere le speranze di un “condannato a morte”, o dire la verità sapendo di poter rompere definitivamente, e prima del tempo, i rapporti con un fratello che sta aspettando che cali il sipario dell’ultimo atto? A cosa si è davvero disposti per tentare di allontanare il più possibile la caduta dell’ultimo granello di sabbia dalla clessidra della vita?
Il racconto esplora gli abissi dell’animo umano, le lotte tra il dovuto, il necessario, il fondamentale e ciò che realmente è giusto, anche se in apparenza “sbagliato”. Parla di amore e di sofferenza fisica ed emotiva, di drammi, segreti e bugie, di sacrifici, rinunce privazioni, di tensioni e incomprensioni familiari. Emergono la forza e le fragilità, il coraggio e la paura, la sensibilità e il distacco. I flashback su un passato ricco di sentimenti altalenanti e di un vissuto a volte deludente, fanno da cornice a un intoccabile legame familiare, nonostante tutto. E nonostante tutto, alla fine, arriva l’accettazione di ciò che non può essere cambiato ma che è in grado di cambiarti per sempre.
La narrazione è fluida, coinvolgente al punto tale da tenerti incollato alle pagine divorate in fretta dalla frenesia di capire cosa passi tra le menti dei quattro fratelli e della loro madre, vittima e carnefice allo stesso tempo oltre che artefice, potenzialmente inconsapevole, di inevitabili tensioni, azioni e reazioni dei propri figli.
Il tema affrontato è profondo e delicato, non è banale né scontato e pone il lettore davanti a vicissitudini di vita vissuta che potrebbero essere quelle di chiunque di noi.
Lettura sicuramente consigliata.
Teresa Anania
Ramondo Lo Scudiero di Antonio Chirico
“Che cosa si è disposti a fare per un congiunto colpito dal tumore? Qui non si tratta di affrontare un intervento salvavita o un viaggio della speranza, ma di sottostare o meno alla truffa di un oncologo per lasciare all’ammalato l’illusione che si stia tentando il tutto per tutto. Difatti, la diagnosi non lascia scampo. Cosa scegliere: smascherare il raggiro o farsi gabbare per amore fraterno? Una storia in cui la tragicità legata alla fine di una vita s’intreccia con il rapporto dell’uomo con il denaro. Un dramma nel dramma. Riaffiorano i momenti salienti di leggerezza e di tensione della famiglia. Tornano a galla pregi e difetti di ciascuno. Questi ultimi rischieranno di predominare ed esplodere proprio nel momento cruciale. Tutto quel che sta accadendo intorno al malato non è opportuno che arrivi alle sue orecchie, ma quest’esigenza prevarrà?”
AUTORE: Antonio Chirico
TITOLO: Chi non ama il proprio fratello
EDITORE: Castelvecchi
COLLANA: Tasti
USCITA: 22.04.2024
PAGG.: 145-Brossura
EAN: 9791256141609
PREZZO: €. 17,50
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