Le risposte della vita alla ricerca dell’amore. Commento recensione di Anna Gelardi
Una nostra lettrice appassionata, ha letto ed amato il libro di Enza Alfano ha scritto un piccolo commento e noi abbiamo voluto pubblicarlo.
Storia molto bella quella di Iris in cerca di qualcuno da amare e da cui farsi amare!
Rimasta troppo presto orfana di madre, abbandonata dal padre, strappata dai servizi sociali ad un’anziana zia a cui col tempo aveva imparato a voler bene, la piccola Iris viene messa in un collegio di suore.
Anche qui il destino sembra accanirsi contro di lei : tutti coloro che amerà saranno allontanati per rispetto delle regole e delle convenzioni del collegio.
Sì, perché nel frattempo Iris è diventata suor Irene.
Ed è accaduto più, forse, per l’ inevitabilità della situazione in cui si trovava che per effettiva vocazione.
L’autrice Enza Alfano per me è una vera rivelazione: alterna la storia di Iris bambina a quella dell’adulta e tormentata suor Irene. Riesce a trasmettere al lettore tutta l’angoscia e impotenza della protagonista di fronte alla crudeltà degli eventi che le capitano. Si finisce col fare il tifo per Iris/Irene e augurarsi che possa trovare, finalmente, un momento di serenità!
Anna Gelardi
Vincenza Alfano é nata e vive A Napoli.Scrittrice, giornalista,insegnante. Conduce l’officina della parole, laboratorio di scrittura creativa. E’ curatrice di antologie in cento parole per l’Erudita, l’ultima è l’estate in cento parole ( L’Erudita 2018). il suo ultimo romanzo balla solo per me ( Giulio Perrone editore 2016) è inserito nella classifica dei libri dell’anno 2016 de La lettura del Corriere della Sera. Recentemente ha aggiornato e pubblicato con una nuova veste grafica il saggio A Napolicon Maurizio De Giovanni ( Giulio Perrone Editore 2018).
La descrizione del libro
La piccola Iris e zia Assunta si appartengono, la loro unione è forte e indissolubile. Una bambina e un’anziana ammalata che, sole al mondo, non riescono ad accettare la separazione imposta dall’assistente sociale. Iris cresce sola, nell’immobile ritmo del chiostro, combattendo tra costrizioni e desideri. Suor Irene è straziata da una vita che le sta stretta, divisa tra l’abito monacale e le pulsioni di un amore inconfessabile. Orizzonti passati e presenti si incrociano in un susseguirsi di analessi e prolessi del racconto, passando da una primitiva e fiabesca Scilla a una Napoli tinta di miserie e severità della vita in convento.