Chocolat Blanc di Francesca V. Capone

Chocolat Blanc

Francesca V. Capone
Clio ha ventotto anni, è laureata in Economia e sogna di lavorare per una multinazionale. Un giorno Eros Rigobelli, sexy proprietario di una potente azienda di dolciumi, la contatta per un colloquio. Clio è al settimo cielo, certa di essere ormai ad un passo dal realizzare ogni suo obiettivo. Durante il loro incontro, però, Eros le spiega il vero compito per cui la vuole assumere: Clio deve infiltrarsi al Chocolat Blanc, la migliore pasticceria della città, allo scopo di sottrarre delle ricette. In cambio, a lavoro finito, Eros la assumerà nella sua azienda, la Tricks.
Clio accetta, sicura di farcela in poco tempo. Tuttavia, tutto si complica quando conosce Romeo Ventura, l’affascinante capo pasticciere che, con la sua dedizione a torte e biscotti, le farà comprendere le svariate sfaccettature di un sogno ma soprattutto dell’amore.
Francesca Valeria Capone è nata a Galatina (Lecce) nel 1990, ha vissuto con i genitori a Lequile, un paesino in provincia di Lecce. Durante gli anni del liceo si dedica alla scrittura amatoriale sul sito internet EFP, riscuotendo consensi da migliaia di lettori. Nel 2009 si trasferisce a Roma per gli studi universitari. Vive a Roma con il compagno e il figlio. Nel 2017 inizia la sua avventura in self-publishing pubblicando il suo primo romanzo “La filosofia di Zorba”.

Introduzione

“Alla fine, se ci pensate, il sesso e l’amore si possono mettere allo stesso livello. L’amore romantico è solo una favoletta e nella vita, quella vera, le favole non hanno mai un lieto fine”.
Nulla introduce il libro meglio dell’autrice stessa. Questa frase rappresenta pienamente non solo l’inizio di Chocolat Blanc ma anche la personalità un po’ cinica e molto ambiziosa della nostra protagonista Clio, una ragazza tanto bella quanto efficiente, sul lavoro ovviamente ?
“Voler essere la migliore obbliga a diventare petulanti con chi deve insegnarti a vincere”.
L’inizio ricorda i chick-lit alla Kinsella, corse frenetiche, incidenti di percorso, pillole di moda e qualche imprecazione (senza mai scadere nel volgare). Veniamo catapultate nel mondo di Clio, il racconto è divertente, il ritmo veloce, incalzante. Il libro è strutturato a capitoli alterni, a parlare sono i due protagonisti, Miss Clio e Chef Romeo, cosa hanno in comune? Tutto e niente, sono entrambi molto legati al lavoro, terribilmente orgogliosi, difficili da piegare…insomma, due tosti.

Aneddoti personali

Sono un’insopportabile perfezionista che va alla ricerca dell’ago nel pagliaio e quindi, anche in un romanzo di qualità e di spessore come quello della Capone, ho individuato qualche piccola sbavatura, nonostante si noti il grande lavoro di editoria alle spalle del volume. Chocolat Blanc non è il solito self-publishing, è degno di una casa editrice altisonante anzi, ho letto chick-lit pubblicati da editori famosi che, in confronto alla Capone, erano carta straccia. Ritornando ai miei piccoli accorgimenti … Clio e Romeo sono simili, io personalmente avrei cercato di variare di più il tipo di narrazione fra lui e lei, non che non sia diverso ma…io avrei calcato un po’ più la mano. Essendo un chick-lit, la storia vi potrà sembrare un po’ “trita” e, anche se Francesca lo evita come la peste, qualche pezzo “sdolcinato” ci sta ma… hei, cosa volete? È un libro rosa, parliamo di romanticismo qui, di amore e di sesso abbastanza sfrenato e comunque… i colpi di scena non mancano, anzi! Ce ne sono un bel po’ disseminati come semini d’anguria, pronti ad andarvi di traverso. Insomma, la suspense non manca. Infine… ultime piccole note, io avrei tagliato alcune descrizioni, ce ne sono certe quasi inutili, e alcune frasi “di troppo” che, in certi punti, rischiano di appesantire la narrazione.
Esempio? Se non volete nessuno spoiler non leggete la frase seguente: “Arriva Matteo. Il cameriere che ha già servito Clio durante il pranzo con la sua famiglia. Dato che l’ho incastrata qui ho pensato che un volto familiare l’avrebbe aiutata a rilassarsi.
Motivo per il quale ho richiesto Matteo per occuparsi di noi”
.
In più avrei evitato tutte le battutine alla “ok, questo ragazzo sa troppo, dovrò ucciderlo e occultare il cadavere”, “Giuro che, se Marco non si fa gli affari suoi, questa è la volta buona per il mondo di ammirare la sua lapide”, “[…] la fase silenzio per trovare un modo per farti fuori”, nelle quali si inciampa quasi a pagine alterne.
Voglio sottolineare che questa, però, non è ancora la recensione ma solo il mio parere, riguarda il mio gusto personale, sindacabile e, magari, opposto a quello di molti altri lettori.

Recensione

“E scoprire che mi ostino a portare una maschera di indipendenza ma a quasi trent’anni sono ancora una bambina che cerca l’approvazione del burbero padre testardo. Che tristezza!”
Questo è il cuore pulsante di Chocolat Blanc, non un semplice libro d’amore ma anche di formazione, Francesca non si è limitata a raccontarci la storiella romantica fra Clio e Romeo, l’autrice ha costruito due personaggi reali, con il loro passato, il loro bagaglio, i loro amici e la loro famiglia, con tutti i pregi e difetti annessi e connessi. Ha inserito, fra una pagina e l’altra, problematiche molto attuali, messaggi sociali (ma non posso spoilerare) e lo ha fatto con maestria, senza mai rovinare l’equilibrio della narrazione, lavorando come si fa in cucina, dosando sapientemente gli ingredienti al fine di ottenere una pietanza perfetta.
“La vita può portarti ad amare diverse persone in mille modi differenti. L’amore per un uomo, l’amore per un figlio, l’amore per un padre … è sempre amore”.
Chocolat Blanc è un cioccolatino fondente al peperoncino, profondo, passionale e divertente, capace di regalare un caleidoscopio di emozioni, dalla passione alla rabbia, dalle lacrime alle risate. Un esempio? “Questo addio al celibato avrei dovuto evitarlo quanto il traffico alle otto del mattino”, oppure “Non vi mentirò: indosso il mio pigiama”, dulcis in fundo “Mio fratello odia le fughe romantiche. Arriva Giulietta che le ama. Due secondi dopo sono impegnati in una fuga romantica. Sono dati non supposizioni. Senza contate l’errore letterario. Dante e Giulietta? Non si può sentire. Giulietta e R… No, Giulietta sta bene anche da sola. E che cavolo!”, io ho riso mezz’ora! “Ancora non riesco a capire come uscirne viva da questa situazione e con le mutande ancora addosso”.
È un romanzo brioso, frizzante, non annoia mai, ha carattere da vendere, proprio come i suoi protagonisti. “Ascoltami bene. Non hai nessun motivo per essere triste. Sei una donna tenace, indipendente e che ha davanti a se una sfavillante carriera. Quindi dacci un taglio e fammi compagnia altrimenti mi sposto a un altro tavolo”.
Parola chiave del romanzo? Karma, una sorta di terzo protagonista in incognito… sapete cosa significa questo? Che se siete arrivati fin qui il Karma vuole che voi leggiate Chocolat Blanc e mica potete deluderlo? Noooo! Non sia mai! Potrebbe abbattersi su di voi come un cataclisma!

Conclusioni

“Ho sempre pensato che per raggiungere i propri obiettivi ci volesse solo impegno, costanza e duro lavoro. Sbagliavo: la cosa più importante è…”
Qual è? Dovrete arrivare a pagina 296 per scoprirlo! Concludendo vi dico che a me, Chocolat Blanc, è piaciuto un sacco! Mi è piaciuto lo stile strong della Capone, la trama, la vicenda, la cura per i dettagli… forse alla fine ha corso un po’, gli ultimi capitoli avevano bisogno di decantare qualche momento in più ma sono dettagli, nell’insieme ho trovato la lettura entusiasmante, piccante e romantica al punto giusto, con la dose esatta di sarcasmo e profondità. Francesca lavora come una professionista, il suo è uno dei migliori (se non IL migliore) romanzi self publishing che io abbia mai letto. La differenza fra Chocolat Blanc ed altri romanzi self o di esordienti che mi sono capitati fra le mani è un po’ come la differenza che passa fra la cioccolata calda istantanea che cuciniamo a casa, con il preparato in bustina, e una crema ganache preparata da un pasticcere quotato. Chapeau a Francesca Valeria Capone e al suo Chocolat Blanc.

Voto

5/5

Recensione di Raffaella Iannece Bonora

Pubblicato da Raffaella Iannece Bonora

Raffaella Iannece Bonora, autrice del libro "La Tavola degli Otto", si occupa, come freelance, di arte, musica, spettacolo, cinema, teatro, moda, letteratura ed eventi culturali. Gusti personali? Non è facile.dover scegliere un solo romanzo o una sola pellicola ma ci provo...Libro preferito? "Il Grande Gatsby"! Film? "La leggenda del pianista sull'oceano". Musica? Bruce Springsteen! Teatro? Shakespeare, sempre e comunque ❤ Su instagram mi trovate come arte_alla_spina e raffaella_iannecebonora_author

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