Come spicchio di melagrana – Matilde donna del Medioevo, Normanna Albertini
“Soltanto una pietra d’inciampo può frenare una caduta rovinosa. Noi dobbiamo essere quelle piccole ma resistenti pietre d’inciampo. E tu, dopo di me, Matilde continua ad essere d’inciampo al potere, perché trionfi la giustizia.”
Guardo l’elegante copertina bianca su cui spiccano il frutto stilizzato e il titolo del romanzo, perdendomi dietro varie ipotesi su questa scelta. Il Cantico dei Cantici e il melograno, simbolo di saggezza e giustizia, dovrebbero già essere validi indizi sulla lettura che mi attende e …
mi ritrovo, senza volerlo, a leggere ad alta voce, per il puro piacere di far risuonare nelle stanze la storia, così presa dalla narrazione vivace e ricca di descrizioni.
L’incipit è già d’effetto e fa cogliere con immediatezza tutti quegli elementi che l’editor e scrittore Livio Romano ha messo in evidenza parlando di questo romanzo: capacità e passione, creatività, lingua raffinatissima, cura lessicale, propensione lirica e tensione alla letterarietà.
L’intero romanzo è infatti una narrazione carezzevole che accompagna il lettore. In esso si avverte il respiro del tempo, il dilatarsi nello spazio di eventi, luoghi e personaggi ai quali la storia riserva spaccati che tendono a fissarsi nella memoria con un’etichetta, come l’“andare a Canossa”, espressione che spesso ritorna nella quotidianità a ricordarci il pentimento.
La Matilde che qui incontriamo non rientra in quella semplice formula: è bambina, donna, guerriera, dominatrice, è l’incarnazione del femminile che lotta per la sua affermazione.
Nel romanzo c’è la storia con gli scenari dell’anno Mille, la vita con i costumi del tempo, la natura, gli abitanti, i mestieri, la cucina del Medioevo. C’è attenzione al mondo femminile e alla condizione delle donne.
Matilde appare come protagonista d’eccezione, donna illuminata, donna d’Europa, che con la sua azione è stata un punto di riferimento insostituibile per i Comuni. Grazie a lei è stato recuperato il Codice di Giustiniano ed è nato il primo nucleo di quella che sarà la prima università del mondo: Bologna.
Conosciamo Matilde bambina, ferita dalla morte del padre e dei fratelli, Matilde guerriera che combatte contro un conte normanno, Matilde, donna del Medioevo, col suo amore incatenato per Ildebrando, Matilde donna di potere, che decide di essere pietra d’inciampo, come aveva suggerito Ildebrando, contro ogni potere che getti l’uomo nella polvere, pronta a continuare la lotta contro Enrico IV.
La narrazione riserva notevole attenzione alle due grandi personalità di Matilde e Ildebrando, due vite legate per sempre dalla forza della rinuncia.
Matilde vede in Ildebrando energia e pace, occhi onesti e prudenti, il modo di essere delle persone integre, rette, che occupano un posto di comando. Vento, sollievo, benedizione è quel che avverte quando lo guarda. Senza di lui, invece …
“Da quando aveva perduto Ildebrando, il firmamento pareva essersi fatto più basso, le stelle più taglienti, fiammeggianti come dardi pericolosi e la luna, una lupa bianca, accovacciata con gli occhi infuriati e i canini scoperti.”
Personaggi storici e personaggi immaginari del romanzo sono destinati a restare nel cuore di chi legge, come la nutrice Bertrada, frutto di fantasia, che ricorda la morbidezza delle nonne, dolce rifugio per la piccola Matilde in lacrime, che vuole scappare dal proprio mondo, dove le donne non contano niente.
Un libro da leggere, assolutamente. La fruizione personale diventa il valore aggiunto di questo romanzo.
In quanto romanzo storico è senza dubbio un misto di storia e d’invenzione, ma è proprio la bellezza delle immagini a suggerirci quanto la narrazione possa essere d’aiuto alla storia dilatandone il respiro e facendo accostare ad essa anche i più refrattari.
“Noi siamo donne, siamo sole e non contiamo niente.”
“Bertrada, tu servi, ma in verità sei più libera di me.”
“Matilde aveva pagato cara la sua alleanza con Ildebrando, ma lui era il solo provvisto di quel dono prodigioso che lei tanto ammirava: il carisma capace di dar fuoco alle idee, muovendo sconvolgimenti impensabili senza di lui.”
“Davvero l’invidia era un animale che in assenza di altre gambe rodeva le proprie.”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Ciò che non è stato mai raccontato di Matilde di Canossa: la sua vita di ragazza, di donna, di madre, di contessa, con le speranze, le lotte e le delusioni di un’epoca difficile e contrastata. Come spicchio di melagrana di Normanna Albertini ci porta agli albori dell’Europa e ricostruisce il segno lasciato da una protagonista d’eccezione, fornendo descrizioni suggestive dei luoghi ove Matilde ha vissuto: Mantova, Lucca, Carpineti, Canossa, Marola, Quattro Castella, Bondeno. Il romanzo narra anche delle terre tedesche in cui sono maturate le condizioni più tristi della sua esistenza di moglie e di madre e dei luoghi in cui fu sepolta, San Benedetto Po e Roma. Tutto con un taglio poetico che affascina
Autore: Normanna Albertini
Editore: Consulta Librieprogetti
Collana: Tracce dall’Appennino al Po
Anno edizione: 2015
In commercio dal:1° gennaio 2015
Pagine: 192 p., ill. , Brossura
EAN: 9788889156759
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