Contest : Osserva la foto ed inventa una storia….

I nostri lettori hanno giocato ad osservare la foro e creare una storia. sono uscite fuori delle storielle molto carine che potrete leggere in seguito . il contest è stato creato sul gruppo nostro amico ” Quelli che amano le ali del bruco”.

Atmosfera , di Ivana Pacini

Era la vigilia di natale… Il fuoco scoppiettava nel camino riscaldando con un piacevole tepore la stanza, tutti erano indaffarati e il profumo che saturava si infondeva nelle narici facendo già pregustare e immaginare le delizie che da lì a qualche ora avrebbero riempito la tavola….I bambini correvano avanti e indietro con l’euforia dei loro anni innocenti, urlando e cantando che quella notte sarebbe arrivato Babbo Natale e l’indomani sotto l’albero avrebbero trovato i giochi dei loro desideri;erano eccitati e irrefrenabilmente instancabili. Le donne intente a spadellare e preparare la tavola erano sull’orlo di una crisi isterica… Ok l’allegria ma tutto quel vociare e quel trambusto rischiava di rovinare la serata. Per fortuna qualcuno lo capi e riuscì a convincere i pargoli ad uscire un po’ per fare insieme un bel pupazzo di neve, dato che finalmente aveva smesso di nevicare e il prato era ricoperto da un candido e soffice bianco manto,lasciando che la casa ripiombasse in un atmosfera di pace e profumo di buon cibo…
Questo è il racconto del Natale cinematografico spesso il Natale è invece molto diverso, se ormai i bambini che corrono e vociano sono adulti e la tua famiglia è spezzata, tu sei sola ma cerchi di essere sempre mamma,sei mamma ma ormai non più famiglia perché sola e guardandoti intorno non vedi altro che famiglie felici e ti senti monca…ti senti spezzata… Ti senti incompleta… Poi però hai loro intorno, i tuoi figli e pensi che anche loro si sentiranno destabilizzati perché devono dividersi per passare le feste con entrambi e ti senti in colpa perché la tua divisione li ha costretti, loro malgrado, a scindersi e dover scegliere il tempo da passare con ciascun genitore.. Perciò il Natale non è spesso gioia e spensieratezza e camino che scoppietta e albero addobbato e felicità e doni…spesso è sofferenza e solitudine che combattiamo con i ricordi e il pensiero di un domani migliore.

 

Il mio atteso regalo di Natale,di Angela Acquaviva

Mancava solo un giorno a Natale. Giselle aveva deciso di precedere con un certo anticipo Norton nel loro solito nido d’amore,quella favolosa baita in montagna, perché lì quella festa diventava ancora più magica. Aveva trascorso lassù già tre giorni in una febbrile attività affinché fosse tutto perfetto all’arrivo del suo uomo. L’albero ben decorato ed illuminato era stato posizionato accanto al camino sempre scoppiettante ed invitante a godere il suo caldo tepore.

 

Lo spirito del Natale, di Tonia Travaglini

In una notte di dicembre, sedeva vicino un camino una nonnina intenta a raccontare una storia…… Era una lunga notte vicino al Natale e tutti gli animali erano rifugiati dal freddo nelle loro tane. Quando all’improvviso si alza una bufera di neve che spaventa la foresta. D’un tratto appare una bambina. Vestita di bianco con un mantello d’orato. Cerco un rifugio per favore aiutatemi……

 

L’essenziale, di Teresa Esposito

Era tutto pronto per Natale. Tutto perfetto.Meno che lei.
“Ma come si fa ad essere felici a Natale?” Pensó.
“Come si colmano i vuoti, come si esorcizzano le assenze, come si chiudono le ferite, come si fa a sorridere e ad amare ancora” ..e poi ancora…
presa dai suoi pensieri tristi, non si accorse che qualcuno era entrato nella stanza, riscaldata dal camino e tutta tinta di rosso.
“Mamma. Sei qui?”
Disse una vocina squillante e felice, come solo quella dei bimbi può essere.
“Ti ho cercata ovunque. Ma non riuscivo a trovarti.” E le strinse le mani, forte.
Ecco come si fa, pensò la donna. Si fa proprio così.
Dovrò ricordarlo per sempre.

 

La compagnia del tepore,di Barbara Ficili

Davanti al camino, mi siedo ripassando Pirandello, in vista del prossimo esame. Mi alzo e sgranocchio delle noccioline prese dalla calza. Chiudo gli occhi e mi sento pervasa da una sensazione piacevole: un dolce tepore mi avvolge, mentre una delicata essenza di rose si espande nell’aria. Ed ecco i ” Sei personaggi in cerca d’autore ” andare in scena nel teatro della mia fantasia. Si apre il sipario e compaiono i primi due :sono il re senza corona e senza scorta della canzone di De André che invita al centro di una grande sala, Marinella, dopo averla tratta in salvo, mentre scivolava nel fiume. I due cominciano a danzare, ispirati dalle note struggenti del valzer numero due di Schastacovich. Al ballo si uniscono Don Chisciotte e la sua Dulcinea del Toboso . Il quinto personaggio è un’agguerrita Pippi Calzelunghe alle prese con il cinico ragionatore di turno, caro a Pirandello. Il classico guastafeste intento a tormentare il sesto personaggio derubato di un vassoio di dolci, mentre viaggiava in tram insieme ad altra” Gente di Dublino “. Niente paura, è Natale, si va tutti a pranzo da Babette.

 

Fermo immagine, di Elisabetta Fioritti

Un fermo immagine perfetto : il camino col fuoco acceso, il crepitio delle fiamme che incendiava l’aria, e poi noi, incantati davanti al fuoco, le guance arrossate dal calore e dall’eccitazione di Gesù Bambino, che doveva nascere. Sulla sedia a dondolo la nonna sferruzzava, instancabile, raccontando storie e preghiere. Gesù ce lo aveva presentato lei, per prima. Prima dei preti, prima del Catechismo, prima che comprendessimo la differenza tra bene e male. A noi fratelli, nonna Anna aveva insegnato l’amore, quello semplice. Quello di chi sorride anche quando non ha nulla, per non mortificare l’altro. Quello di chi dice”sto bene” mentre il dolore le scava dentro, di chi inventa giochi e fiabe per suscitare il nostro sorriso. Di chi ha lasciato quella sedia vuota per sempre, dicendoci solo “Vogliatevi bene”. Allora la Vigilia di Natale, accanto al camino dei sogni e del ricordo, io prego lei, quella nonna speciale che ci ha insegnato il bene. Con un sorriso per il suo amore semplice, lo stesso del bimbo nato tra i pastori. L’amore che muove il mondo e che si fa carne e sangue nella notte di Natale.

 

Le mie donne, di Eleonora Tartarini

Io, adulta o piccola, seduta vicino alla figura femminile che sferruzza persa nei suoi pensieri. .. una donna che è tutte le donne che mi mancano, che durante il cammino ho lasciato sulla strada, dietro di me …
Però questo non è un racconto, questa sono io! C’è mia nonna Maria seduta li, la guardo mentre fra le sue mani cresce un maglioncino per uno dei suoi sei figli. È molto bella, ma stanca, tanto stanca. ..il viso è dolce, grandi occhi scuri, un naso piccolino e belle labbra carnose in un ovale perfetto. Non l’ho mai conosciuta, ma l amore per lei è grande, cresciuto con i racconti dei suoi figli. Così, mi manca, è strano ma mi manca.La nonna Maria si è alzata , ha lasciato la poltrona ad una donnina piccola, magrissima, col viso scavato e severo, forse sofferente. Unico vezzo. ..la treccia raccolta sul capo. Mentre l uncinetto lavora veloce, le rughe sulla fronte si fanno profondi solchi di dolore, un dolore nato con lei che l ha resa incapace di sorridere persino a me, che sono piccola e le voglio bene! Di lei ricordo gli occhi, neri, belli spalancati su un mondo troppo arido, troppo avaro con una donnina così piccola e triste.

 

Ricordando Natale, di Mauro Munari

Si fermò li, davanti al camino scoppiettante. Quanti ricordi. Quanto tempo aveva passato, da bambino, a cercare di incontrare Babbo Natale.
Sgattaiolava fuori dal suo letto non appena passavano dieci minuti dopo che i suoi chiudevano la porta della camera. Si metteva lì, sulla poltrona, accanto al suo gattino nero, coperto da un pile e sentiva le sue fusa che lo rendevano felice.
E…aspettava… aspettava, attento a non addormentarsi.
Ma non ce la faceva mai!
Il mattino seguente, infatti, si ritrovava, assieme al gattino, nel suo letto e, tornando vicino al camino, sotto l’albero, trovava puntualmente un pacco con il suo nome. Era felice ma gli mancava sempre il fatto di vederlo. Sarà per il prossimo Natale, si diceva….

 

Il mio Natale, di Anna Maria Mariggiò

Io non ho più il camino, l’ho venduto insieme a una casa troppo grande per contenere una sola persona. Sono con il cellulare tra le mani aspettando che squilli per sentire la voce dei figli, magari anche vederli, ora è possibile, menomale, così fa meno male la lontananza. Un libro poggiato sul tavolo, con un segno tra le pagine. La mente che ricorda gli odori della casa dell’infanzia, il miele, la cannella, le melecotogne, il vincotto, i dolci fatti in casa, il profumo della mamma che sa di borotalco. Chiudo gli occhi e cambio dimensione…squilla il telefono e mi accontento di non essere dimenticata, sono sola ma sicura di essere nei cuori dei miei figli. Tempi moderni, sono volati fuori dal nido per seguire le loro passioni, anche il marito ha seguito la sua passione, io sono in un posto chiamato casa, so che quando avranno bisogno di me, torneranno qua, il marito non penso, ma i miei figli sì.

 

La Vigilia, di Maria Magnisi

La vigilia, l’attesa di qualcosa di bello in arrivo nella vita… Un casale,un camino scoppiettante,riscalda la stanza..appese al camino calze piene di dolci.
La donna seduta alla sedia a dondolo sferruzza….

 

La bambina che aspettava il Natale, di Carmen Altamura

…C era una bambina dai grandi occhi,e ogni Natale sognava un albero,tutto addobbato,con palline multicolori,fili argento e oro,con tante piccole ma brillanti luci intermittenti,che illuminavano il buio delle serate invernali. Aspettava il Natale,perche’ le piaceva sentire l’odore dei dolci preparati dalla mamma in cucina durante il pomeriggio e lei che poi correva ad osservarla. Le piaceva guardarla,le piaceva quella sua luce negli occhi,da illuminare una casa..Quella copia di un Natale lontano,ma cosi’ vivo nel cuore,l’ha perduto,ma averlo vissuto continua a regalarle calore e colore….

 

Natale a sorpresa, di Maria Rosa Ruggiero

Irina guardava esterrefatta la sedia a dondolo, su cui era stata seduta fino ad allora. La telefonata ricevuta l’aveva lasciata senza forze. Suo figlio non sarebbe potuto tornare per le feste… Problemi sul lavoro, aveva spiegato, e non poteva abbandonare la produzione proprio in quel momento. Era proprietario di una piccola fabbrica in Inghilterra e avrebbe preso solo i pochi giorni per le feste comandate. Troppo pochi per spostare la sua famiglia fino in Italia, in quel piccolo paesino di montagna. E così, Irina pensò che tutto quel lavoro svolto fino ad allora, tutto quello sferruzzare era stato inutile. Chissà quando avrebbe rivisto i suoi cari. Forse in primavera. Pensare di partire e andare da suo figlio era praticamente impossibile, visto che con i pochi soldi che riceveva di pensione, doveva pensare a sbarcare il lunario. Inoltre, aveva già speso qualcosa in cibarie, per accogliere i suoi familiari. E un’ondata di tristezza e malinconia la avvolse. Era sola! Dopo aver speso una vita intera pensando alla famiglia, adesso si ritrovava a vivere in una casa troppo grande e troppo silenziosa per lei. Ci sarebbero volute proprio le grida di quei pestiferi dei suoi nipotini. Chissà quanto erano cresciuti… Con fatica raggiunse il caminetto e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia. Cosa avrebbe fatto? Come avrebbe trascorso quei giorni, in cui ogni famiglia si riuniva?
Mentre era immersa in quei tristi pensieri, si sentì un debole ticchettio alla porta d’entrata, seguito dal suono del campanello. Chi poteva essere? Non aspettava visite. E poi la sua casa era fuori mano, appena fuori dal paese e ci si doveva arrivare di proposito. Aveva quasi deciso di non aprire, quando le giunsero all’orecchio delle vocine alquanto familiari. Erano voci di bimbi. Chi poteva ricordarsi di lei? E dei bimbi, poi. Sicuramente avevano sbagliato indirizzo. Irina si sistemò frettolosamente i capelli e si coprì con l’ampio scialle, poi si diresse verso la porta. Esitò un attimo ancora, poi girò la maniglia, socchiuse la porta e… Il mondo divenne tutto colorato… Suo figlio, famiglia al seguito, era proprio lì, davanti a lei. Quindi, era solo uno scherzo. Quel burlone! Avrebbe dovuto immaginarlo. La casa si riempì di risate e abbracci e lacrime, di grida di bimbi, di gioia. Sarebbe stato proprio un bel Natale quello. Anche perché quei momenti di tristezza che ella aveva vissuto le erano serviti a riflettere su tutti coloro che sono senza famiglia, senza speranza. Ora sapeva come poteva spendere il suo tempo: avrebbe cercato di aiutare coloro che erano in difficoltà, affinché nessuno potesse rimanere solo.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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