
Cose che non si raccontano, Antonella Lattanzi. Einaudi editore
“Sto scrivendo non nella speranza, ma nell’assurda convinzione di dare un lieto fine a questo libro.”
Credo che per leggere un libro occorra scegliere il momento adatto, ma non sempre quella scelta può rivelarsi giusta. Può infatti capitare che la lettura in un determinato periodo ruoti, per una serie di motivi ancora da definire, intorno a libri che rientrano nella letteratura del “narratore ferito”, quelli che narrano dolorose esperienze personali. Sono opere di grande pathos che coinvolgono e sconvolgono e quando le leggi a volte non sai cosa e come dirne.
Decidi poi di ritornare sui tuoi passi e di riprendere la lettura, perché ti accorgi di aver evidenziato tanto e, se lo hai fatto, ci sarà pure un motivo valido.
So per certo che di un libro è giusto parlare, affinché la lettura non resti soltanto un fatto personale. La lettura è condivisione, confronto, scelta, la lettura è vita.
Ricordo di essermi chiesta leggendo questo libro quale diversa fruizione ci sia da parte dell’universo maschile, ma ancora non ho risposte.
“Cose che non si raccontano” e che invece siamo qui a leggere, sono quelle che continuano a turbinare nella mente e ad affannare pensieri e anima. Son quelle che si vorrebbe tenere soltanto per sé fino a quando da narratori feriti non ci si decide di affidarle alle pagine per ricordare tutto e farlo conoscere anche ad altri. Allora farà ancora più male, troppo male, e non ci si potrà più illudere che quelle cose non siano esistite davvero.
Quello che mi colpisce della Lattanzi è il suo mettersi a nudo rivelando “il senso di colpa” per la maternità rifiutata e poi più avanti negli anni ostinatamente cercata. Scelte correlate al suo lavoro di scrittrice, al mettere sempre al primo posto il lavoro.
La sua voce esprime quanto accade oggi alla generazione femminile, che non riesce a conciliare scelte professionali e vita familiare, due aspetti che richiedono tempi differenti e rinunce che cozzano con una progettualità che deve fare i conti con una serie di variabili. La disperazione e i sensi di colpa di Antonella appartengono a tante donne e leggere le sue pagine è motivo di riflessione per tutti noi. Quando è il momento giusto per fare un figlio? Perché quando finalmente si decide di diventare genitori è tutto così difficile?
“Te lo sei meritato. Hai detto no a due figli e allora quel dito, che da sempre ti aspettavi sarebbe uscito uncinato e muscoloso dal cielo, ha finalmente bucato le nuvole e ti ha indicato davanti a tutti e ha detto: tu, non te lo meriti. E ha ucciso le tue tre bambine.”
Dai due aborti alla procreazione assistita, con una sequenza di azioni, di pensieri che le accompagnano, di dialogo interiore con le tre creature che potrebbero venire al mondo, quei tre cuori che battono …
E la scrittura, con i libri da presentare unitamente al terrore che l’ha sempre accompagnata, e il continuare a scrivere per aggrapparsi a una motivazione, immergendosi nel dolore e nei ricordi, in quella bolla di solitudine in cui si ritrova da quando nessun cuore batte più dentro di lei.
Andrea, il suo compagno, una presenza maschile importante, che le dà forza.
“Sono felice, Andrea ha detto che ce la faremo e ce la faremo per davvero. È stato il suo coraggio. È stato lui a farmi diventare madre. …
Questa è anche la sua storia. Non è solo la storia di una madre. È anche quella di un padre.”
Gioia e dolore, l’altalena delle emozioni che continua a oscillare per i colpi della vita, per le parole di chi in ospedale instilla in lei il germe del risentimento.
Difficile confidare a qualcuno i segreti più riposti, anche se ci sono tanti amici, la scultura del dolore che Antonella ora ci consegna prima era soltanto sua. Poche schegge erano parte delle confidenze alla sua più cara amica.
Il libro scorre velocemente e quando i capitoli diventano brevi paragrafi è il tempo del dolore a scandire la narrazione. Non ci sarà un lieto fine, già lo sappiamo, perché questa volta la scrittrice non si serve della fantasia.
“Perché, vita, non sei stata una brava scrittrice?”
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Non è mai il momento giusto per fare un figlio. Prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. Antonella vuole diventare una scrittrice: la sua è un’ambizione assoluta, senza scampo. Per questo a vent’anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. Quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, è il suo fisico a non esserlo. E così inizia l’iter brutale dell’ostinazione, dell’ossessione, della medicalizzazione. Certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicità effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. Si direbbe una storia già scritta, ma qui non c’è nulla di consueto: è come raccontare da dentro una valanga, con la capacità incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. In un crescendo di indicibile potenza narrativa, Antonella Lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l’insensibilità di alcuni medici, l’amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze più atroci, il rapporto di coppia sempre sul punto di andare in frantumi, la rabbia ferocissima verso il mondo (e le donne incinte). Tenendo il lettore stretto accanto a sé, incollato alla pagina, con un uso magistrale del montaggio, capace di creare una suspense da thriller. La cosa strabiliante è che pur raccontando una storia eccezionale, e cruda, questo romanzo riesce in realtà a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne – madri e non madri – che in un punto diverso della loro vita si sono chieste: desidero un figlio? qual è il momento giusto? dovrò rinunciare a me stessa, alle mie ambizioni? e perché tutte restano incinte e io no?
«Ho una diga nella testa dove stanno nascoste tutte le cose che fanno davvero troppo male. Quelle cose, io non voglio dirle a nessuno. Io non voglio pensarle, quelle cose. Io voglio che non siano mai esistite. E se non le dico non esistono».
Proposto da Valeria Parrella al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«Credo che l’anno trascorso sia stato ricco di bei libri, eppure io non ho dubbi, per una volta, su quello che secondo me ha meglio rappresentato la nostra letteratura ed è il romanzo di Antonella Lattanzi “Cose che non si raccontano” edito da Einaudi. È un romanzo rappresentativo di un momento privato che però sa raccontare di quanto esso sia condizionato dallo sguardo altrui, di quanto, cioè, non una società qualunque ma proprio la nostra, quella italiana degli anni 2020, quella post pandemica, possa essere giudicante e richiestiva davanti alla materia più complessa e preziosa dell’esistenza: il corpo delle donne. “Cose che non si raccontano” è un romanzo sul desiderio, anzi su due desideri da cui questo corpo delle donne molto spesso viene straziato: il desiderio di autoaffermazione, di ambizione, di realizzazione lavorativa che si scontra inesorabilmente contro un altro desiderio totalizzante: la maternità. Quando è troppo tardi per provare a fare un figlio? Vi è inoltre, secondo me, il superamento dell’ormai abusata tecnica dell’autofiction, con un felice ritorno all’ autobiografia dichiarata, pura: quella, per intenderci, che viene da Natalia Ginzburg e dai più riusciti racconti di Anna Maria Ortese. Per tutti questi motivi e, non ultimo, perché credo che Antonella sia arrivata a una maturità formale compiuta, vorrei avere l’onore di presentarlo al Premio e agli Amici della domenica.»
Antonella Lattanzi è nata a Bari nel 1979. Vive a Roma. Devozione (Einaudi Stile libero, 2010) è il suo primo romanzo, seguito da Prima che tu mi tradisca (entrambi per Einaudi). Ha collaborato al programma Tv Le invasioni barbariche, mentre per il cinema ha scritto le sceneggiature di Fiore (di Claudio Giovannesi). Per Mondadori è autrice di Una storia nera (2017). Tra gli altri titoli, Questo giorno che incombe (Harper Collins, 2021), Cose che non si raccontano (Einaudi, 2023), incluso nella dozzina finalista del Premio Strega 2024.
Autore: Antonella Lattanzi
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 14 marzo 2023
Pagine: 216 p., Rilegato
EAN: 9788806259457