Siamo nella Madrid degli anni 80. Il giovane Juan De Vere, fresco di laurea, viene assunto come assistente di un famoso regista, Eduardo Muriel. Per meglio svolgere il suo compito, il ragazzo si trasferisce in casa dell’uomo, nei quartieri alti della capitale ed entra così a far parte della famiglia, composta dalla bella moglie, Beatriz, e dai figli dei due.
La coppia ha tutto per essere felice, ma Juan si accorge immediatamente che dietro alle apparenze si nascondono invece freddezza e addirittura disprezzo.
Il marito, infatti, non perde occasione per manifestare i suoi sentimenti alla moglie, che subisce in silenzio senza ribellarsi.
Addirittura una notte il giovane assiste ad una scena che ha dell’incredibile. Da uno spiraglio della porta vede Beatriz in abiti succinti implorare il marito di aprirle, facendo appello all’antico sentimento che per anni li ha legati. Eduardo, dopo essersi fatto a lungo pregare, infine apre, ma solo per gettarle in faccia ancora una volta tutto il suo disprezzo, dicendole che più nulla sarà mai come prima.
Juan sa bene che non sono affari suoi, ma, impietosito dal dolore della donna, decide di indagare. Il suo sarà un percorso lungo e complesso, che si svolgerà in parallelo con l’incarico affidatogli dal regista, fare luce su una scottante vicenda legata agli anni della dittatura franchista.
Marias ci consegna con questo libro un magistrale affresco sul matrimonio, sul pericolo delle bugie, sulle scelte in grado di cambiare il corso delle esistenze. Quelle da cui ha, per l’appunto, inizio il male. Quella rappresentata dall’autore è una storia sulla menzogna e sul rancore, sul rapporto patologico tra vittima e carnefice, tra chi, forte unicamente del suo cieco desiderio, si consegna ad una consapevole, imbelle sottomissione e chi, arrogandosi poteri di giudice, fa del castigo un uso improprio in nome di una giustizia superiore.
Una storia dolorosa quella che ci racconta Marias: da un lato una vicenda privata, l’incapacità di esercitare il perdono e l’orrore di un quotidiano in cui si è costretti dal vincolo del matrimonio e dall’altro l’eco ancora molto vicino e tangibile di una vicenda pubblica, segnata dall’orrore della dittatura, che ha sconvolto la Spagna negli anni del franchismo.
Donatella Schisa
Titolo: Così ha inizio il male
Autore: Javier Marìas
Editore : Einaudi
Collana : Supercoralli
Traduttore : M. Nicola
Prezzo : € 21
Scrittore spagnolo. Nato da da una famiglia di intellettuali anti-franchisti, si laurea all’Università Complutense di Madrid, è considerato uno degli esponenti più significativi della generazione contemporanea. Esordì nel 1971 con Los dominios del lobo, un romanzo atipico nel quale trasforma in opera narrativa 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate durante una permanenza a Parigi nel 1969. La rottura con la tradizione letteraria spagnola e il desiderio di sperimentalismo sono ancora più marcati in El monarca del tiempo (1978) e El siglo (1983), anche se il suo stile si consoliderà con L’uomo sentimentale (1986, vincitore del Premio Herralde de Novela), romanzo centrato sul tema dell’amore e della morte, ambientato nel mondo dell’opera. Il tema è al centro anche di Un cuore così bianco (1992), che rappresenta un’ulteriore svolta nella scrittura dell’autore, e in Domani nella battaglia pensa a me (1994). Tra le altre opere pubblicate si citano i romanzi Tutte le anime (1984, Premio Ciudad de Barcelona) e Nera schiena del tempo (1998), la raccolta di articoli Selvaggi sentimentali: parole di calcio (1999) e le raccolte di racconti Quand’ero mortale (1996) e Malanimo (1996), Vite scritte (2004), Traversare l’orizzonte (2005), la trilogia de Il tuo volto domani: Febbre e lancia (2003), Ballo e sogno (2007) e Veleno e ombra e addio (2010). Seguono Interpreti di vite (2011) e Gli innamoramenti (2012).
All’attività di scrittore affianca quella di traduttore. Tra le altre, ha tradotto opere di Vladimir Nabokov, Laurence Sterne, William Faulkner, Thomas Hardy, Jerome David Salinger, Robert Louis Stevenson e Seamus Heaney.
Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il Premio Grinzane-Cavour, il Premio Mondello e il Premio Flaiano.
Nel 2015 esce Così ha inizio il male per Einaudi.
La trama
Siamo nella Madrid degli anni Ottanta, una città in cui il ricordo della dittatura franchista è ancora dolorosamente vivo. Il giovane Juan De Vere, fresco di laurea, viene assunto da Eduardo Muriel per fargli da assistente. Muriel è un regista che vive in una grande casa nei quartieri alti della capitale insieme alla moglie, l’esuberante Beatriz Noguera, e i figli. I due avrebbero tutto per essere felici, eppure «il giovane de Vere» è colpito dalla freddezza e dallo sdegnoso contegno con cui il marito tratta la moglie. Perché si comporta cosí? Addirittura, una notte che passa nella casa dei Muriel, Juan assiste a una scena per lui del tutto inspiegabile: Beatriz che, vestita unicamente con un’impalpabile sottoveste, viene respinta e ricacciata nella sua stanza dal marito. Juan vorrebbe indagare i motivi di quel comportamento e del disamore che tiene in piedi il matrimonio, ma Muriel ha altri piani in mente per lui: lo incarica infatti di verificare se le voci che ha sentito su un suo amico, il dottor Van Vechten, sono fondate. Una donna gli ha fatto intendere che il dottore, durante gli anni della dittatura, si era comportato in modo indecente con una o piú donne, e che pertanto l’amicizia che Muriel gli tributava era mal riposta. Per il giovane Juan inizia cosí una discesa nelle tenebre degli anni della dittatura, e nelle ambiguità del matrimonio, che ha l’ineluttabile fatalità delle sabbie mobili.