Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin di Ritanna Armeni

Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin di Ritanna Armeni, Ponte alle Grazie Edizioni

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Recensione a cura di Gianna Ferro

Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin è un romanzo di Ritanna Armeni, edito da Ponte alle Grazie nel 2015.

È la storia di un popolo, di un uomo, ma soprattutto di una donna: una storia d’amore della quale non si deve parlare.

Elisabeth-Inès Stéphane nasce l’8 maggio del 1874 a Parigi nel quartiere Montmartre. Chiamata semplicemente Inessa, a cinque anni viene affidata alla nonna e alla sorella della madre che la portano a Mosca. La sua è un’infanzia felice e serena, le due donne le danno la migliore educazione, che allora era riservata solo alle ragazze borghesi. Parla il francese, l’inglese e impara velocemente il russo; la zia Sophie, insegnante di musica e canto, le impartisce lezioni di pianoforte, tanto che Inessa diventa una eccellente pianista.

La zia è solita recarsi nelle case di famiglie benestanti per insegnare e spesso porta con sé la nipote. Nella famiglia Armand, industriali tessili e di origini francesi, Inessa viene trattata come una di loro: studia con gli stessi istitutori dei giovani Armand e ha accesso alla ricchissima biblioteca, dove può consultare libri di storia, letteratura, filosofia e classici russi. Ma, soprattutto quello affascina Inessa è il loro modo di pensare, perché danno voce agli operai delle loro fabbriche, rispettandone le opinioni e definendosi seguaci del marxismo.

Inessa a diciannove anni sposa il primogenito degli Armand, AleKsandr. A nove anni dal matrimonio e quattro figli, in lei iniziano i primi segnali di inaridimento interiore.

Convivono in lei tre donne: una moglie e madre amorevole; quella che, quando si trasferisce per brevi periodi nell’appartamento di Mosca, frequenta salotti, va a concerti, va a teatro, mostrandosi sempre curata ed elegante; poi c’è la donna che prende a cuore e aiuta i poveri delle periferie, è molto sensibile alle ingiustizie sociali e al dilemma della prostituzione. Inizia a seguire un gruppo di attiviste che si occupano della condizione delle donne russe. Inessa sente crescere dentro di sé la voglia di fare qualcosa e al più presto per le donne del suo paese.

“Tante idee le passano per la testa, una libreria, un’organizzazione, una scuola, un giornale. Sa che in Europa le donne cominciano a scendere in piazza e chiedono il diritto di voto con azioni dimostrative. Conosce la lotta delle suffragette.”

Inessa recandosi spesso nell’appartamento di Mosca, incontra sovente il cognato Volodja, più piccolo di lei di undici anni, che studia biologia e fa politica, e frequenti sono le discussioni e i confronti tra i due, tanto che tra loro nasce qualcosa di più della condivisione di voler cambiare il regime e di combattere i soprusi. Inessa non sa, anche in nome dei sentimenti che prova per Volodja, adattarsi alla vita borghese e a venticinque anni lasciò il marito e i figli per dedicarsi completamente alla politica. Tutto questo non trasforma l’amore e la devozione che Aleksandr ha per lei, riconoscendo anche il bambino che Inessa sta per avere da suo fratello. Oltre che il padre dei suoi figli è un amico fedele sul quale lei può contare per tutta la vita.

Dal 1903 al 1904 Inessa soggiorna in Svizzera, dove frequenta librerie russe e scopre gli scritti di Lenin, partecipa a conferenze che la spingono ad aderire al marxismo.

Si iscrive al partito socialdemocratico del lavoro e partecipa alla sua propaganda illegale. Ormai votata anima e corpo alla causa bolscevica, si separa dall’uomo che ama e dai figli, anche per paura di ritorsioni. La situazione a Mosca sta per precipitare, sono aumentati manifestazioni, scioperi e disordini, è l’anticamera della rivoluzione del 1917.

Nel 1907 Inessa viene arrestata e condannata a due anni di confino in Siberia, ma riesce a scappare da quella terra fredda e desolata nel 1908. Partecipa al Congresso delle donne russe a San Pietroburgo, che chiedono al governo e al Duma diritti che ancora non hanno.

La morte di Volodja, dopo una lunga malattia, per Inessa è una perdita irreparabile. Si trasferisce a Parigi dove trascorre mesi intensi di studio, conseguendo una laurea in economia, partecipa a riunioni con rivoluzionari esuli russi, che sono soliti riunirsi al Cafè des Manilleurs.

È qui che durante una di queste riunioni conosce Vladimir Il’ič Lenin.

Inessa, donna bella, raffinata e passionale nei suoi interventi, Lenin non poteva non notarla. Scatta in lui quel sentimento di fascinazione, attrazione e tenerezza.

“È affascinato dal suo entusiasmo, dalla sua vitalità, dalla naturalezza con cui, dopo una vita borghese, ha sopportato la prigione, il confino e l’esilio. […] È arrivata nella sua vita in un momento in cui il capo dei bolscevichi è isolato e senza amici. La sua brutalità, il suo cinismo, il modo in cui ha gestito i rapporti nel partito (…) hanno allontanato molti degli uomini che gli erano vicini.”

Anche Inessa è attratta da Lenin, ma al tempo stesso intimidita. Lenin è sposato con Nadja e non ha mai messo in discussione il suo matrimonio, ma Inessa era tutto quello che non era sua moglie.

Il legame che li unisce nasce dal perseguire gli stessi ideali, con uguale ardore e in lei Lenin trova una degna compagna, dolce ed indomabile, che ama la lotta e la rivoluzione per un cambiamento storico della loro terra.

“La compagna Armand è pronta, efficiente, instancabile e pensa a tutto. Ed è quindi soprattutto grazie alla sua dedizione che nasce quella che verrà definita <<la prima università marxista>>”

Inessa è forte, determinata, ferma nei suoi principi, dolce e indomabile. Tutto questo ha contribuito giorno, dopo giorno a far crescere un sentimento diverso nel cuore di Lenin. Sua consigliera, sua inviata nei vari congressi e riunioni socialiste, per far conoscere il pensiero del capo dei bolscevichi e raccogliere i loro consensi.

Inessa diventa per Vladimir Il’ič non solo una insostituibile compagna di lotta, ma la donna che mette a dura prova i suoi sentimenti, perché anche lui sotto quella ruvida corazza ha un cuore. Ma, il capo della rivoluzione non può macchiarsi di una colpa così meschina di adulterio borghese. La moglie di Lenin è molto legata a Inessa e ai suoi figli, tra le due c’è sincero affetto e amicizia, ma non sarà il particolare legame che ha col marito a far vacillare il suo matrimonio, sa molto bene Nadja i ruoli che bisogna rispettare quando si è così in vista.

“…col passare dei giorni, il velo della segretezza comincia a mostrare degli squarci. […] Inessa e Vladimir Il’ič in quei giorni sicuramente non godono di una buona vista. Non fanno molto caso agli sguardi perplessi dei tanti bolscevichi che arrivano a Poronino per le riunioni del partito e neppure agli occhi tristi e indagatori di Nadja.

Il rapporto d’amore tormentato e burrascoso con Lenin la porta ad affrontare situazioni molto difficili, sopravvivendo anche a dure restrizioni carcerarie e non solo. Spesso Lenin era in disaccordo con le sue iniziative e i suoi pensieri, soprattutto era contrario alle sue lotte in favore delle donne, opponendosi con parole dure che risentono di un profondo egoismo.

Questo amore a volte, leggendolo diversamente, sembra un po’ strumentalizzato da parte di Lenin. Inessa è sempre pronta, in virtù delle sue capacità, a recarsi, anche in condizioni di salute precaria e viaggiando in incognito, a riunioni con compagni che vanno coinvolti nella causa bolscevica. Lenin invece non ha avuto remore a chiudere il loro legame sentimentale, perché non è la priorità della rivoluzione bolscevica.

Inessa lascia Cracovia, Vladimir Il’ič e Nadja e si trasferisce a Parigi. Il loro rapporto diventa epistolare, nelle cui lettere le impartiva ordini e collaborazione. Fu la sola persona, al di fuori dei familiari, a cui Lenin diede del “tu” nelle sue lettere.

“Perché una donna sensibile e orgogliosa, indipendente e orgogliosa della sua vita, accetta questa subordinazione? Perché Inessa che ha sfidato l’ Ochrana e il potere degli zar, che non ha mai abbassato la testa neanche in carcere o al confino, sopporta gli ordini anche scortesi di Lenin? La risposta non è solo una. Inessa è una bolscevica e, come Lenin, è convinta che i rapporti personali non debbano turbare quelli politici. Lei capisce e giustifica[…]Scopre di stare meglio se lavora non su ciò che le viene imposto, ma su quello che lei ritiene importante.”

Inessa partecipa agli incontri del movimento di Zimmerwald e nel marzo 1915 si reca a Berna dove ha organizzato la Conferenza internazionale pacifista delle donne socialiste, occupandosi fondamentalmente dell’emancipazione delle donne. Dopo la rivoluzione di ottobre diventa Commissario del popolo per l’Assistenza, membro del comitato esecutivo del Soviet di Mosca e della commissione femminile del comitato centrale, che presiede dal 1919 fino alla sua morte.

Inessa è stata una donna moderna, un’attivista, libera, fuori dagli schemi, una donna che non si è mai piegata neanche all’uomo che amava profondamente. Colta, coraggiosa è stata una protagonista della costruzione del socialismo in Russia, facendo parte, anche a costo della vita, di un gruppo di uomini e donne coraggiose che hanno cambiato la storia.

“Ho capito allora che, in coloro che – e ce ne sono nella Russia di Putin – si sentono ancora legati all’Urss, Inessa va cancellata, parlarne ancora oggi significa infangare la reputazione del capo della rivoluzione. C’è ancora chi pensa che mantenere il silenzio sia un dovere nei confronti dello Stato sovietico “. Ritanna Armeni

Non se ne è mai parlato di lei, nè di quell’amore che il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto. Inessa fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata collaboratrice, che ha avuto la capacità di toccare la vulnerabilità e i sentimenti di un uomo rigido e inflessibile come Vladimir Il’ič Lenin. Una donna che non ha esitato a vivere con estrema passione e libertà i suoi amori e la sua intera esistenza.

Inessa è sepolta per volere di Lenin davanti alle mura del Cremlino, un privilegio concesso a pochissimi, eppure è stata totalmente cancellata dai libri di Storia.

Leggere questo romanzo è il modo di dare voce a una donna che per questioni politiche la sua storia è stata nascosta, calpestando i suoi sentimenti e le sue lotte interiori. È un dovere da parte nostra conoscere donne che hanno fatto la storia.

Scrive Ritanna Armeni alla fine nella sua bellissima postfazione: “Il suo modo di essere, complesso, a volte contraddittorio, soggetto a tutte le umane debolezze, agli entusiasmi e alla depressione, all’abnegazione e alla ribellione, la sua capacità di amare la politica, i figli, l’amore e l’amicizia e di vivere tutto con passione, ne facevano una figura eccentrica non catalogabile. Nella vita di Inessa tutti gli schemi cadono e gli stereotipi si sgretolano. Per questo mi è piaciuto raccontarla.”

La descrizione del libro

Donna attraente e appassionata, magnetica e vitale, pianista eccellente, poliglotta, rivoluzionaria, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sostenitrice del libero amore, madre di cinque figli e moglie di un ricchissimo industriale russo: è Inessa Armand, votata anima e corpo alla causa bolscevica. Anche se per molto tempo il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto, fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata collaboratrice.

Si conobbero a Parigi nel 1909, in un caffè dove si incontravano i rivoluzionari russi in esilio: il loro legame si nutriva dell’ardore politico, dell’ebbrezza di ideare e partecipare a un cambiamento storico epocale, ma anche di fascinazione, attrazione e tenerezza. Inessa è sepolta per volere di Lenin davanti alle mura del Cremlino vicino a John Reed, ma è stata cancellata dai libri di Storia. Il capo della Rivoluzione non poteva essere macchiato dalla meschinità di un adulterio borghese.

Ritanna Armeni, che ha seguito le sue tracce nelle poche testimonianze e biografie esistenti e ha ripercorso i suoi passi in Europa, ci restituisce il ritratto fremente, dolce e indomabile di una donna che più che al passato sembra appartenere al nostro futuro: inquieta e non catalogabile, piena di contraddizioni eppure integra nelle sue passioni, capace di amare perché libera, rivoluzionaria nel privato e nel politico.

Dettagli del libro

Autore: Ritanna Armeni

Titolo: Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin

Editore: Ponte alle Grazie, 2015

Pagine: 235

Data di pubblicazione: ottobre 2015

EAN: 978-88-502-5583-2

L’autrice

Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice, ha lavorato a «il manifesto», «Il Mondo», «Rinascita», «l’Unità». È stata portavoce di Fausto Bertinotti e ha condotto la trasmissione «Otto e mezzo» con Giuliano Ferrara. Attualmente scrive per «l’Osservatore romano», «Il Foglio», «Rocca». Ha pubblicato tra gli altri: La colpa delle donne (2006); Parola di donna (2011)


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Pubblicato da Gianna Ferro

Giovanna Ferro, salernitana, docente di pianoforte, con la passione per lettura e la scrittura. Tiene una rubrica mensile di musica e recensisce libri sul blog culturalfemminile.com. Ha pubblicato un libro di didattica della musica, scritto racconti e poesie pubblicati in varie raccolte.

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