
Dipinto Olio su tela del 1899 del pittore austriaco Maximilian Franz Viktor Zdenko Marie Kurzweil, meglio conosciuto come Max Kurzweil, uno dei più significativi rappresentati del movimento secessionista viennese insieme a Gustav Klimt. Movimento artistico nato nel contesto dell’Art Nouveau e sviluppatosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento a opera di diciannove artisti che proclamarono una secessione dall’ambiente culturale dell’Accademia di Belle Arti formando un loro gruppo: la Wiener Secession, appunto, elaborando quello che venne definito Sezessionstil – Stile Secessionista. Gli artisti, esponenti della Wiener Secession non rifiutavano l’arte del passato ma sentivano la necessità di crearne una nuova. Rinnovare la pittura era diventata una esigenza culturale per potersi esprimere liberamente con un linguaggio evoluto e personale adeguato ai tempi.
Nell’ampio contesto dell’Art Nouveau, la Wiener Secession, prese nomi differenti in virtù della nazione di riferimento: Liberty in Italia; Modernismo in Spagna; Jugendstil in Germania.
La modella ritratta da Kurzweil è la moglie Martha. La donna, indossa un abito giallo, colore positivo per antonomasia. Simbolo di cambiamento, di ricerca del nuovo, di speranza, libertà e ottimismo. Scelta di un colore coraggioso, perfettamente adeguato al neonato movimento artistico.
La donna ha una postura particolare, non comune per il periodo, siede in maniera rilassata su un’ampia poltrona, sembra essere in attesa del suo uomo, comunica sicurezza e apertura verso il mondo. Lo stesso vestito morbidamente adagiato infonde una sensazione di leggerezza donando allo spettatore l’immagine di una farfalla poggiata su un prato in fiore e pronta a sollevarsi sbattendo le ali.
Immagine avvalorata ancor di più dalla mancata visione degli arti inferiori le cui forme, lievemente accennate, si confondono tra luci e ombre di sfumature color oro.
Pallido l’incarnato in netto contrasto tanto con le pennellate decorative del sofà che richiamano il colore dell’abito, quanto con il nero della capigliatura raccolta in uno chignon dal quale si libera, sinuosamente, una ciocca che mal si appoggia alla nuca.
La parete alle sue spalle, neutra e piatta, esalta i movimenti, le curve e le linee fluide di ogni nuance di colore. L’espressione del volto è languida, malinconica quasi, presentando un timido accenno di seduzione. Lo sguardo, perso nel vuoto, sembra celare chissà quali pensieri.
Un dipinto che infonde serenità, che dona all’ignaro spettatore una sensazione di pace, di una linea di confine tra l’oscurità presente nella parte bassa dell’opera e la luminosità dell’insieme, quale simbolo di rinnovamento e di progresso.
Teresa Anania