Donne Appassionate
Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua, quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio, sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi, a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell’ignota straniera, che nuotava di notte sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più. Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perché gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
( Da Lavorare stanca 1936)
Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo (Cuneo) nel 1908, da una famiglia piccolo borghese di estrazione contadina; seguì gli studi a Torino gli studi liceali ed ebbe come professore l’antifascista Augusto Monti. Laureato, cominciò a lavorare come traduttore scrittori americani (Lewis, Melvile, Anderson) e diventò direttore della rivista Cultura. Nel 1950 ottenne il premio Strega. Pavese morì suicida a Torino nel 1950.