E ascoltai solo me stesso di Giovanni Margarone

E  ascoltai solo me stesso

E ascoltai solo me stesso

Giovanni Margarone
Michel Dubois è un anziano agricoltore di origine spagnola che vive un’esistenza solitaria nel sud della Francia vicino ad Arles nella Camargue (fra il Mar Mediterraneo e i due bracci del delta del Rodano), immerso nella natura con i suoi cavalli, i suoi campi, nell’incontro fra il paesaggio bucolico e la propria rudezza caratteriale acuita da una reciproca idiosincrasia con gli abitanti del vicino paese di Saintes-Maries-de-la-Mer, accusati di nutrire dei profondi preconcetti nei suoi confronti. La voce narrante è quella del protagonista Jacques, un giovane della zona, che in un percorso inconsciamente introspettivo, denso delle problematicità adolescenziali, conosce il misterioso Michel.
Giovanni Margarone è nato nel 1965 ad Alessandria, da padre siciliano e madre ligure, ha vissuto in Liguria fino a ventun anni. Quando lascia la sua terra per andare in Friuli, per motivi di lavoro, è il 1986. È sempre stato un lettore assiduo, cultore altresì di filosofia e musica. La scrittura e la musica, in particolare, sono state, sin da quando era ragazzo, le sue vocazioni naturali; per questo a dodici anni, mentre intraprendeva lo studio del pianoforte, si cimentò a scrivere due romanzi, mai pubblicati, che gelosamente ha sempre conservato fra i suoi cimeli. Da allora, ha continuato a scrivere pensieri, brevi racconti che però ha sempre poi riposto nel cassetto, mentre tanti sono andati purtroppo perduti. Si nota nell’autore una spiccata attenzione verso la letteratura ottocentesca russa, francese e tedesca (in particolare Dostoevskij, Flaubert, Proust, Goethe, Gogol, Tolstoj, Bulgakov, Prévost, Balzac per citarne alcuni); senza dimenticare i riferimenti al Novecento italiano, nelle figure, fra gli altri, di Pirandello, Svevo, Cassola, Calvino, Cesare Pavese e Umberto Eco. Autori, come dice Margarone, “che mi hanno fatto scuola”, contribuendo ineludibilmente alla sua cifra stilistica. È un fermo sostenitore della versione cartacea delle opere letterarie, trovandosi d’accordo con Camilleri quando dice che il libro è caldo; pur ritenendo che l’informatica e il web in generale siano strumenti ormai essenziali per qualsiasi tipo di attività, compresa quella letteraria. Nel 2011, approfittando delle opportunità della Rete, aveva creato un blog dal quale aveva tratto spunti per il saggio Oltre l’orizzonte pubblicato nel 2013. Soddisfatto di quel lavoro, ha finora scritto e pubblicato quattro romanzi.

Introduzione

Un romanzo di formazione, la bella narrativa italiana che pian piano si trasforma in un romanzo di formazione con la struttura tipica dei romanzi del Novecento. Uno scegliere cosa diventare ed essere ascoltando solo se stesso.

Recensione

Un uomo , un ragazzo e la piccolezza di un paesello sul mare al Sud della Francia : Saintes Maries de la Mer, alla fine degli anni 60 del secolo scorso. Pochi abitanti, una chiesa , un parroco che avrà parte attiva nella storia, un bar dove gli uomini del paese bevono e giocano a carte, pregiudizi e pettegolezzi senza fondamenta rappresentano il luogo ed essenza narrativa del romanzo.
Jacques, un ragazzo come tanti che ama poco studiare, una punizione paterna che diventa la possibilità per il ragazzo di crescere, maturare e diventare un uomo retto ed empatico.
L’autore con pochi tratti riesce a tracciare perfettamente la psicologia e l’essere di ogni personaggio che incontriamo in questo viaggio letterario, anche se secondari che appaiono in una scena, uso la parola scena perché il romanzo di Giovanni Margarone ti mostra le scene e l’interiorità dei personaggi come fotogrammi di un film.
La grettezza e la chiusura mentale di un paese sfidata con forza da un ragazzetto poco più che adolescente, prende le distanze dal posto in cui è nato e cresciuto, da suo padre, due donne sono l’esempio positivo , con la loro dolcezza e libertà mentale fanno da guida a questo ragazzo che sta formando la sua personalità : la mamma e Josephine il suo primo amore .
La bella copertina ci mostra un vecchio ed un ragazzo, riportandomi alla memoria letture adolescenziali come il vecchio e il mare di Hemingway, e il rapporto speciale che si costruiva tra nonno e nipote, attraverso i racconti di vita,queste abitudini familiari ormai estinte in questi tempi in cui tutto si brucia velocemente, erano formative e di confronto per i giovani .
Michel Dupont ,un uomo anziano , di origini spagnole, protagonista secondario che durante la storia cresce e di interseca con la vita del protagonista principale. L’incontro tra i due è di fondamentale importanza per la vita di entrambi, attraverso il racconto della vita travagliata di Michel ,il romanzo affronta un tema attualissimo: la fuga all’estero per sfuggire all’orrore di una dittatura feroce come fu quella franchista in Spagna,l’arrivo in Francia dove è stato sempre considerato lo straniero da escludere dalla vita sociale del paese dove decide di fermarsi. L’incontro con Jacques è da subito basato su empatia e affetto,quasi un nonno,il ragazzo riesce a portare una ventata di vita nella solitaria e triste vita di Michel.
L’accettazione del diverso,la grettezza ,la paura di ciò che non si conosce da un lato, un ragazzo con l’impeto della sua giovinezza che sfida tutto e tutti dall’altro, del resto i grandi cambiamenti sono sempre avvenuti per mano dei giovani ancora pieni di ideali e buoni sentimenti.
“Lui per me era diventato una guida e dal suo insegnamento avevo
tratto che nella vita occorra essere umili, non bisogna mai tirarsi
indietro ed è necessario trovare sempre la forza e il coraggio di affrontare
le tante avversità dell’esistenza. Michel era un giusto. La sua
saggezza non aveva pari e doveva diventare un esempio per tutta la
comunità.”

Conclusioni

Un romanzo avvincente, narrativa di qualità con attenzione alla linguistica,ma allo stesso tempo una storia che non ti permette di staccarti dalle sue pagine; affronta temi interessanti in questi tempi bui e pieni di pregiudizi, attacchi gratuiti verso chi non si conosce, il diverso fa paura,chi arriva da un’altra nazione ci spaventa. Un bel viaggio letterario,per me un bel libro è un viaggio. Merita sicuramente di essere annoverato tra la bella narrativa italiana. Non potete fare a meno di leggerlo.

Voto

5/5

Citazioni

Non sapevo se quello che ora facevo sarebbe diventato il mio pane quotidiano. Tuttavia avevo capito che se mi davo da fare potevo conquistare la stima di qualcuno e questo mi faceva crescere. Era strano a dirlo, ma di questo dovevo ringraziare mio padre e la sua punizione. Quella sua rude e insindacabile decisione di mandarmi a lavorare da Dubois si stava dimostrando la mia spinta di vita

Nel raccontare quelle vicende, Michel si era rattristato. Per lui era come aprire delle ferite che forse mai si erano rimarginate. Quell’uomo aveva sofferto tanto e mi fece pena. Forse era la prima volta che raccontava la sua storia a qualcuno. Una storia triste, figlia di un’epoca storica tra le più violente del ventesimo secolo

Recensione di Elisa Santucci

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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