Titolo: E tu splendi
Autore: Giuseppe Catozzella
Editore: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Data uscita: Marzo 2018
Pagine: 240
Prezzo: €. 16,00
Il titolo che Catozzella sceglie per questo suo nuovo romanzo, è uno stralcio della trascrizione sbagliata delle Lettere Luterane di Pier Paolo Pasolini
……I destinati a essere morti non hanno certo gioventù splendenti: ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece, Gennariello…..
Ambientato in Basilicata, ad Arigliana, un paesino di poco più di duecento anime, dove la vita scorre nella tranquillità più assoluta e dove ci si conosce tutti col soprannome. Protagonista principale del romanzo è Pietro, un ragazzino poco più che undicenne, orfano di mamma, che vive a Milano col papà e viene spedito, insieme alla sorellina Nina, ad Arigliana, luogo di origine dei genitori, a casa dei “nononni” a trascorrere l’estate. Qui si concatenano una serie di vicende che costringono il lettore a rimanere incollato alle pagine, che si fanno divorare una dietro l’altra facendo totalmente perdere la cognizione del tempo. La temporalità è proprio ciò che manca nel romanzo, non c’è infatti collocazione storica. Voce narrante dell’intero racconto è Pietro, un bambino troppo adulto per i suoi quasi dodici anni. Fragile e forte, sfrontato e reticente, curioso, intelligente, scaltro, coraggioso ma tanto debole. Pietro vive in maniera quasi di rifiuto la perdita della mamma, continua a parlare con lei come se fosse presente, rinchiudendosi in un suo mondo parallelo estraniandosi dalla realtà, l’aspetta, aspetta dei segnali, delle risposte. La sua è una sofferenza che pur respirandosi profondamente, ed essendo paragonata ad un cane che ti sbrana dall’interno, appare leggiadra, delicata, velata, perché Pietro “sente” dentro di lui la presenza costante di mamma Rosi che lo rassicura, gli sorride e continua ad impartire quegli insegnamenti e quelle raccomandazioni venute a mancare troppo presto. Pietro inizia a trascorrere l’estate vivendo intensamente le giornate di paese, dove il tempo sembra essersi fermato, fino a quando scopre che nella vecchia torre normanna diroccata, vi è nascosta in condizioni di estrema indigenza una famiglia di migranti tra cui Josh, coetaneo di Pietro e che diventerà uno dei punti focali del romanzo. Ed è proprio questo il tema cardine del romanzo, l’immigrazione e tutto ciò che ne consegue: la paura del diverso, la diffidenza, il pregiudizio sociale nei confronti dello “straniero”…. Ma straniero poi, da chi o da cosa? L’immigrato, l’invasore, il ladro, quello sporco,portatore di malattie, colui che reca sventura, malaugurio, disgrazie. Dimentichi di essere o di essere stati tutti “stranieri” in terra altrui, Italiani in primis. Lo sono stati i genitori di Pietro trasferitisi a Milano in cerca di lavoro, e lo è Pietro, milanese in terra lucana. Tutto viene messo in subbuglio e in discussione, prevalgono la paura e il rifiuto, la non accettazione e il timore di vedersi invasi e derubati della loro miseria. E’ una guerra tra poveri, uno scontro che in qualche modo finirà comunque per favorire l’incontro. Emigrazione ed immigrazione, due lati della stessa medaglia che arrivano ad intersecarsi in vicende di malaffare, corruzione e caporalato, dove l’egoismo, la prepotenza e la prevaricazione sul più debole ha troppo spesso la meglio. Un vero è proprio Bildungsroman che affronta tematiche fin troppo attuali e ricorrenti; scritto con un linguaggio chiaro, lineare, semplice e accessibile a tutti, intervallato da battute dialettali che rafforzano brillantemente alcuni pensieri. Ricco di personaggi apparentemente diversi l’uno dall’altro, ma accomunati dagli stessi problemi, dalle stesse ideologie, dalle stesse convinzioni e dagli stessi valori, tutti raccolti in un piccolo microcosmo lucano. Un romanzo che porta inevitabilmente a riflettere sulla nostra concezione di accoglienza e di accettazione; su chi siamo o su chi pensiamo di essere e sull’idea che abbiamo, forse, di superiorità rispetto agli altri e sul nostro sentirci migliori….. Un libro che arriva dritto al cuore con elementi semplici ma per nulla banali o scontati, facendo aprire gli occhi davanti alla fragilità dell’essere umano di fronte alla Vita, perché ci sarà sempre qualcuno che cercherà di spegnere la luce nei nostri occhi, che proverà a spezzarci le ali per impedire il volo o tenterà di oscurare la nostra capacità di brillare di luce propria, ma Tu splendi invece…. Difficile recensirlo senza entrare nel vivo della storia, è un romanzo che deve essere letto non solo per le forti emozioni che riesce a suscitare, ma per cercare di smussare pre-concetti ancestrali provando ad allargare gli orizzonti mentali uscendo dal confine del pregiudizio, figlio legittimo di ignoranza ed egoismo, provando almeno per una volta a vestire i panni di chi consideriamo “altro” rispetto a noi.
Teresa Anania
Giuseppe Catozzella è autore di poesie, romanzi-inchiesta, racconti e reportage. È stato a lungo consulente editoriale per la Mondadori e attualmente lavora per Giangiacomo Feltrinelli. Scrive su “L’Espresso”, “Sette”, “Il Corriere Nazionale”, “Max”, “Lo Straniero”, milanomafia.com, e ha collaborato con la trasmissione televisiva Le Iene. Del suo romanzo-inchiesta Alveare (Rizzoli, 2011; Feltrinelli, 2014) la casa di produzione Wildside ha acquistato i diritti cinematografici, e sono stati tratti tre differenti spettacoli teatrali. Ha anche scritto Espianti (Transeuropa, 2008) e La scimmia scrive (Cepollaro Edizioni, 2007). Tiene un blog sul sito del “Fatto Quotidiano”. Con Feltrinelli ha pubblicato Fuego (Zoom, 2012) e Non dirmi che hai paura (2014; vincitore della prima edizione del Premio Strega Giovani 2014 e del Premio Fenice Europa 2014).
TRAMA:
Arigliana, “cinquanta case di pietra e duecento abitanti”, è il paesino sulle montagne della Lucania dove Pietro e Nina trascorrono le vacanze con i nonni. Un torrente che non è più un torrente, un’antica torre normanna e un palazzo abbandonato sono i luoghi che accendono la fantasia dei bambini, mentre la vita di ogni giorno scorre apparentemente immutabile tra la piazza, la casa e la bottega dei nonni; intorno, una piccola comunità il cui destino è stato spezzato da zi’ Rocco, proprietario terriero senza scrupoli che ha condannato il paese alla povertà e all’arretratezza. Quell’estate, che per Pietro e Nina è fin dall’inizio diversa dalle altre – sono rimasti senza la mamma –, rischia di spaccare Arigliana, sconvolta dalla scoperta che dentro la torre normanna si nasconde una famiglia di stranieri. Chi sono? Cosa vogliono? Perché non se ne tornano da dove sono venuti? è l’irruzione dell’altro, che scoperchia i meccanismi del rifiuto. Dopo aver catalizzato la rabbia e la paura del paese, però, sono proprio i nuovi arrivati a innescare un cambiamento, che torna a far vibrare la speranza di un Sud in cui si mescolano sogni e tensioni.
Un’estate memorabile, che per Pietro si trasforma in un rito di passaggio, doloroso eppure pieno di tenerezza e di allegria: è la sua stessa voce a raccontare come si superano la morte, il tradimento, l’ingiustizia e si diventa grandi conquistando il proprio fragile e ostinato splendore.
Attraverso questa voce irriverente, scanzonata eppure saggia, Catozzella scrive un romanzo potente e felice, di ombre e di luce, tragico e divertente, semplice come le cose davvero profonde.
E quando le cose ti chiamano, ti chiamano.
Quando sono lì, sono lì per noi.
Non importa se ci sono state per un secondo o da sempre.