Elisir di donna, Maria Teresa Stillo. Bonaccorso editore.
“Allora tu accadimi adesso”
La silloge di Maria Teresa Stillo non poteva essere presentata in modo più chiaro ed esaustivo di quanto abbia fatto Bruno Cardilli con la sua prefazione, quando ci parla di un mondo nascosto che timidamente e in modo prorompente si offre all’altro e ci invita a scorgere la forza dirompente dei versi, quell’infinito desiderio di librarsi come farfalla verso un mondo a misura della sua sensibilità.
Per predisporci alla lettura seguiamo il suo suggerimento: sorseggiare le poesie con rispetto, in un’atmosfera idonea a entrare in sintonia con la poetessa.
Secondo me è sempre difficile parlare di poesia. Di poesia si dovrebbe vivere, respirarla, scriverla, leggerla, perdersi nei versi e poi ritrovarsi.
Il lettore accoglie i versi che lo ispirano, quelli che rispecchiano il suo sentire, quelli che gli fanno rivivere sensazioni provate e si ritrova nel poeta in quella dimensione senza tempo che è la poesia dell’anima. A volte possono essere i propri pensieri inespressi a cui la poesia ha dato forma e in quel respiro soave l’anima approda e si eleva.
Leggo la silloge di Maria Teresa, leggo lentamente, lasciando che il verso evochi l’immagine e questa giganteggi nel presente.
I suoi versi mi parlano della vita, pulsante o inerte, nei momenti di abbandono, di travaglio, di solitudine, di inerzia, di contemplazione, di affanno. Ci sono versi per colmare il vuoto. Ci sono versi per svuotare il presente.
Sembra talvolta di stare ad ammirare un dipinto di parole e ogni immagine è luogo per soffermarsi, per pensare, per sognare.
I versi di Maria Teresa nascono da quello sguardo attento che lei rivolge al mondo, alla natura, a sé stessa, per parlarci del “silenzio, eterno linguaggio del sollievo, della pienezza profonda”, del “silenzio che fascia le ore” del silenzio – adorazione.
E ancora di solitudine, quiete, vita, morte, rinascita, vuoto, natura, ascolto, dimenticanza, contemplazione.
“Ciò che cercavo è racchiuso
nella carezza di questa quiete”
“Abbandono il bisogno di capire ogni cosa/…/contemplo lo spettacolo che mi attornia/…/ringraziando per la vita che mi è stata data.”
E se il fiume scorre lento nella dimenticanza lei può respirare un altro giorno che si sveglia.
Di verso in verso giungiamo al bellissimo “Aiutami a illimitarmi”. È un rivolgersi all’Altro e chiedere aiuto,che rimanda al bisogno di superare steccati e confini, per poter eliminare ogni limite.
“Mi guardo/le palpebre dormire/” (DI LABILI SBADIGLI)
“Guarda nel mio silenzio, /tienimi vicina e leggi nei miei occhi, / mostrami ciò che non riesco a vedere.” (CANNE VUOTE)
“Mi guardo e mi chiedo chi sono: /non vedo nessuno/” (NIENTE DA AGGIUNGERE)
Con quel guardarsi dentro e lasciarsi guardare, con la meditazione e la contemplazione il pensiero va alla brevità della vita. C’è bisogno di uno sguardo nuovo per interiorizzare la vita e se stessi nella prospettiva dell’impermanenza. Sono versi che orientano.
Ogni libro è destinato a una fruizione personale e questo è ancor più vero quando si tratta di poesia.
“Elisir di donna” ci affida versi da ritrovare secondo l’umore e le circostanze, da recitare, urlare, sussurrare nei vari momenti della nostra vita.
Un regalo da fare e da farsi.
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
TI CUSTODISCO
Ho messo in tasca un po’
del tuo respiro e qualche abbraccio
di riserva.
Nel mio petto porto il tuo cuore
e nei miei passi
il pensiero di te.
UNA IMMANE QUIETE
Un passo dopo l’altro,
poi un altro passo ancora
e i pensieri si assottigliano,
non assorbono la mia attenzione,
fra essi si intervallano
spaziosità e quiete.
LEI MI DERISE
Stufa di ruotare sulla giostra,
privata di tutto, me ne andai lontana
da quell’immondo grigiore
intorno.
Mi separai –
Mi separai come una quercia spezzata
da un’ascia – da quei volti
senza parole, da quelle mani
che non davano più nulla e mi ritrovai
su una piccola isola
con lei che, silenziosa,
mi seguiva dappertutto …
Sempre più vicina la sentivo,
era già sveglia quando mi svegliavo
e la ritrovavo sul cuscino
le volte in cui mi addormentavo …
Si era impadronita di me.
E io, onorata della sua presenza,
volevo stringermi in lei,
abbandonare il mio corpo
ormai stanco …
Poi, da una crepa sentii entrare
un soffio d’aria, tentai di eluderla,
disperderla nelle acque lontane:
lei mi sorrise, si mise da parte
e gettò via la sua vanga,
che scavava la mia fossa …
Riempie d’infinito il solo guardarti, / nel mese che in dono porta/ le rose/ sotto i cieli dove Venere raccoglie…/ Forza sovrumana il tuo spirito./ Nutrice, anima e fuoco,/ braccia che accolgono,/ mani calde da Dio benedette/ sempre pronte a dare./ Carezza inaspettata, indissolubile/ sostieni e avvolgi/ con connaturato amore,/ grande così/ da non poterlo segregare…/ I miei auspici a te, Madre,/ che stringi al seno l’odore del grano/ maturo: ti abbraccio forte al petto/ con tutto il mio elogio!/ …e riposo al tuo fianco/ supina, dove il sole brilla ancora/ fra i nostri corpi/ stanchi e nelle notti insonni…/ Insieme conserveremo i nostri gesti/ alla luce, così che il buio/ non ci agguanti; invecchieremo serene/ e lentamente…/ Impressa nella memoria rimarrai,/ indelebile/ fra ogni bene stinto…”.
Autore: Maria Teresa Stillo
Editore: Bonaccorso Editore
Collana: Poesia Bonaccorso
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 7 luglio 2023
Pagine: 184 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788874403332
In questa pagina sono presenti link di affiliazione che garantiscono a questo sito una piccola quota di ricavi, senza variazione del prezzo per l’acquirente.