Emersioni di Carolina Cigala, edito Spazio Cultura. Esci da un tunnel riappari in superficie e ti presenti al mondo!
L’emersione è una conseguenza dell’immersione; l’ anima fa un tuffo nei meandri della mente dove tempo e spazio si riflettono in una dimensione nuova che forse estranea appare al tuo cospetto.
“I ricordi mi hanno sostituito. Qualcuno ha amato chi non conoscevo”.
Sentimenti confusi si fondono dentro al passato, presente e futuro; sicuramente note dolorose hanno marcato gli anni, ma al contempo soffi di speranza accarezzano una realtà che non vede angoli tra le pareti del cuore.
“Quando mio figlio entra la casa perde gli angoli”.
Si crea qualcosa di diverso, non squadrato, un sentimento di forma circolare che come un abbraccio avvolge la famiglia collocandola in un punto indefinito dell’universo.
Il linguaggio non è semplice, non è facile, mai scontato; direi che è molto ricercato e sofisticato. Liriche brevi, brevissime che racchiudono un significato intenso.
L’immenso che la poetessa ci presenta è simbolo di unione che non conosce barriere.
“Sei la mia luna di quel cielo. E anche di questo”.
Vi è una lotta interiore che compare e scompare per poi immergersi e riemergere ancora nel profondo del cuore. Vi è una danza di sentimenti che rievocano le onde del mare accompagnate da un superbo vento . Sono proprio gli elementi naturali che cullano vigorosamente questi cangianti respiri che marcano i versi di Carolina Cigala.
“ Onde si inarcano. Vorrei salire sul vento. Sabbia che germoglia. Sei un fiore. Il mare brucia. Rose per un sole fittizio. Cresce erba oltre il confine”.
Il tempo si sbriciola, perde consistenza proprio come un castello di sabbia! Il tempo con le sue certezze, con il suo austèro potere appare quasi invisibile di fronte agli occhi della poetessa; in fondo è relativo sapere quando è successo!
“ Sta per morire il tempo”.
Non mancano i momenti di solitudine , che lasciano spazio anche all’amore e alla passione.
“ Sei Orizzonte. Entrare nel tuo sapore e amarti. Sola come un’isola”. Io pietra. Aria non più”.
Concetti che penetrano come una lama tagliente, poche sillabe che marcano una sofferenza, un riscatto, una voglia di emergere.
Un’esplosione di emozioni colpisce il lettore in maniera precisa e diretta; un boato che si dilaga tra queste liriche che vogliono quasi prendere forma e materializzarsi. Veramente sorprendente la carica emotiva che trasuda tra queste pagine fino a varcare la soglia della nostra anima che appare più volte impreparata a concetti così intimi e intrinseci.
Io non posso che congratularmi con l’autrice di questa silloge, Carolina Cigala, e consigliarne la lettura.
Concludo la mia recensione con le sue parole:
“ La poesia spoglia il freddo e fa piangere il sole”.
Titolo : Emersioni
Autore : Carolina Cigala
Editore : Spazio Cultura
Collana : Spazio Poesia
EAN: 9788899572259
Prezzo : € 12
Carolina Cigala è nata a Napoli nel 1966. Ha affiancato alla professione di architetto attività didattica e ricerca universitaria. E’ autrice di articoli su riviste e quotidiani nel campo dell’arte e dell’architettura. Nel 2009 ha scritto e illustrato per Voyage Pittoresque ” Leggende di mare e di fuoco”. Nel 2015 Respiri per Tullio Pironti è stata la sua prima raccolta di poesie.
La descrizione del libro
Non è da considerare un’implosione la forma prevalentemente epigrammatica con cui Carolina Cigala dipana l’urgenza del suo versificare: tutt’altro, se i versi in questione sembrano avere l’energia del botto dei giochi pirotecnici a cui poi seguono policrome e sparse lucentezze da seguire con gli occhi predisposti allo stupore. E, in effetti, ogni componimento di questa agevole raccolta, attraverso la sonorità del verso intonato al proprio sentire e gli effluvi d’una particolare carica dialettica, sembra consegnare ai lettori il pretesto per provare a salire i dorsali del “non detto”, una sorta d’inizio di preghiera che poi i fedeli sapranno continuare con personale fervore. Di certo, ad ogni emersione deve necessariamente precedere un’immersione che la Cigala dimostra di avere sicuramente affrontato al fondo di probabili vicende interiori qui non situabili in un tempo reale, ma immesse in una atemporalità che assicura una dimensione più universale.
Nicola Romano