Equinozio d’Autunno: astronomia, riti, simbolismo e curiosità

EQUINOZIO deriva dal latino, ed è la crasi tra le parole “aequus” (uguale) e “nox” (notte),  quindi “notte uguale”.  La locuzione indica infatti, i due giorni dell’anno ( equinozio d’autunno e primavera ) , in cui i raggi solari cadono perpendicolarmente all’asse di rotazione terrestre, per cui i due emisferi, boreale ed australe, sono colpiti dalla stessa inclinazione e, nell’arco delle 24 ore, luce e buio hanno uguale durata. La data in cui cade l’equinozio d’autunno varia dal 21 al 23 settembre, ciò dipende dal moto di rivoluzione, ovvero la rotazione che la Terra compie intorno al sole nell’arco di un anno. Quest’anno ricade alle 03:54 del 23 settembre.

La tradizione druidica indicava l’equinozio d’autunno con l’appellativo di Alban Elfed o Elued, ovvero Luce dell’Acqua.  L’acqua è  lo stadio intermedio tra solido e aereo, ed è attraverso l’acqua che l’energia emanata dall’equilibrio tra i pianeti, cambia da un giorno all’altro e con lo scorrere dei mesi.  I druidi lo festeggiavano con il nome di Mabon, dio della vegetazione e dei raccolti, dedito alla caccia. Mabon è, quindi, la festività dell’equinozio e rappresenta quell’arco temporale di equilibrio a metà tra i due solstizi, quando luce e buio hanno uguale durata e si dà inizio all’autunno astronomico e non a caso è il periodo in cui si apre la stagione della caccia. Ancora oggi per tradizione druidica, nel giorno di Mabon, alcuni gruppi di persone si riuniscono in circolo nei boschi per dividere con Madre Natura il pane fatto in casa e bere birra; il primo pezzo di pane e il primo sorso di birra vengono infatti versati a terra.

Luce e tenebre quindi, si trovano in perfetto equilibrio, per cui dal giorno successivo e fino all’equinozio di primavera, mentre nel nostro emisfero prevarranno le tenebre col picco massimo nel solstizio d’inverno, nell’emisfero australe avverrà l’esatto contrario, in una alternanza di forze contrapposte e complementari che si manifesta in tutte le situazioni della vita e non solo come diktat del cosmo. E’ quello che la saggezza orientale chiama Yin e Yang, l’equilibrio degli opposti.

Nelle antiche culture, l’equinozio assumeva valenze esoteriche e al suo arrivo venivano celebrati dei riti misterici noti come i   “Grandi Misteri Eleusini” . La festa era una rappresentazione della discesa agli Inferi di Persefone, esperienza di buio e di tenebre che terminava nella luce e nell’ascesa della divinità in persona nel mondo dei vivi.

L’equinozio d’autunno era importante anche per gli antichi romani. In tale giorno infatti, l’imperatore Augusto, data in cui ricadeva la propria nascita, fece costruire la più grande Meridiana di Roma. In tal modo, l’Altare della Pace era allineato con l’equinozio e, l’ombra dell’obelisco allungandosi verso l’Ara Pacis, veniva a creare un legame tra l’imperatore, il sole e l’emblema romano della pace.

Per la tradizione cristiana il simbolo dell’equinozio è San Michele Arcangelo, che separa l’estate dall’autunno e quindi il bene dal male.  Viene, di sovente, rappresentato con in mano una spada e una lanterna e non è un caso che la ricorrenza liturgica del Principe delle Milizie  Celesti ricada circa sei giorni dopo l’equinozio (29 settembre). Inizia infatti in tale periodo una sorta di “ritiro” delle forze naturali; segna un momento particolare per la natura, è il periodo della frutta secca , delle foglie ingiallite, dei rami spogli e del letargo per molti animali. Tutto ciò viene definito “morte esteriore”  a causa dell’accorciarsi delle giornate ma in maniera simbolica, è solo apparente, poiché non fa altro che preparare nel buio del sottosuolo la rinascita della vita che germoglierà in primavera.  I due simboli che regge San Michele Arcangelo, condottiero per eccellenza che schiaccia le schiere dei ribelli capeggiate da Lucifero, spada e lanterna, hanno una valenza ben precisa. La spada è il simbolo per antonomasia  della battaglia e la lanterna rappresenta la volontà di illuminare ciò che è privo o privato di luce esterna; quindi entrambi gli oggetti in un parallelismo metaforico, utilizzati per combattere l’ozio e l’egoismo facendo luce tra i meandri delle coscienze umane. Non a caso nell’antica Grecia nel giorno dell’equinozio d’autunno si svolgevano le “Lampadaforìe” , alcuni atleti i lampadofori, appunto,  visti come portatori di luce vitale, si passavano durante la corsa una lampada accesa  quale rappresentanza di luce nelle tenebre.

Curiosità: il cigno è l’uccello dell’equinozio in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà.

Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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