Eresia pura – Lo sterminio dei Catari e il segreto delle chiavi del sapere di Adriano Petta

Eresia pure

Eresia pura – Lo sterminio dei Catari e il segreto delle chiavi del sapere

La disperata lotta di un uomo a difesa delle proprie idee e della libertà di pensiero sullo sfondo della crociata contro gli albigesi e dello sterminio dei catari. L’appassionante ed enigmatica storia di Giordano Nemorario matematico e fisico del XIII secolo che in nome dell’amore per la conoscenza e per la giustizia sposa la causa catara condividendone fino in fondo le sorti si intreccia con quella di una crociata cristiana contro un popolo cristiano. Le ragioni che indussero la Chiesa cattolica a massacrare un’intera popolazione furono solo politiche e teologiche o ci fu anche la necessità di occultare un sapere che non doveva e non poteva essere divulgato? Gli ultimi martiri catari nella rocca di Montségur furono arsi vivi il 16 marzo 1244 e il terribile rogo decretò la fine di quella che per la Chiesa romana era stata una pericolosa e temuta eresia. Le fiamme non riuscirono tuttavia a bruciare le misteriose “Chiavi del sapere”, che contenevano un tesoro di conoscenze decisive per il futuro del genere umano.

L’autore
Adriano Petta
Romanziere, studioso di storia della scienza e medievalista, ha dedicato parte degli ultimi vent’anni alle ricerche per i suoi romanzi storici. Nel 1995 ha tradotto dal castigliano il racconto di Clarín La duchessa del trionfo, facendolo precedere da un piccolo saggio sull’Arte del romanzo («Nel rogo del calamaio»). Oltre alla produzione di romanzi, negli ultimi anni è stato collaboratore del quotidiano Il Manifesto con articoli d’interesse storico legati soprattutto al Medioevo e all’Inquisizione. Collabora con l’inserto letterario del settimanale Rinascita. Suoi racconti e interventi di carattere storico sono stati pubblicati su svariate riviste e webzine (Carmilla-on-line etc.).

Introduzione

Claudio Magris affermò che “Nel mosaico dissestato della storia occorre inoltrarsi alla minuziosa ricerca di eventi autentici e dimenticati, storie vere e sparite, esistenze realmente vissute; e che per salvarle, per ricomporre il mosaico, è necessaria la fantasia, l’ipotesi, l’illazione, la ricostruzione alternativa della realtà, la buona bugia poetica celebrata dagli antichi, che si oppone alla falsificazione ideologica e all’oblio.”

Recensione

Leggere, scoprire, addentrarsi nelle remote pagine oscure della storia, nelle nefandezze tipiche del periodo dell’Inquisizione e con tutto ciò che ne è derivato: carneficine, stragi, assedi, morte, distruzione e dolore infinito. Questo il mio viaggio tra le righe dell’appassionante romanzo storico di Adriano Petta, che riporta in auge lo sterminio dei catari e la tragedia del popolo occitano. Ma chi erano in realtà costoro e perché furono perseguitati e trucidati? Il termine Cataro deriva dal latino “catharus” e significa “Puro”. Definiti “I poveri di Cristo”, venivano detti anche Albigesi, dalla città di Albi, una delle roccaforti catare in Francia. In Europa sono apparsi intorno all’anno Mille e sostanzialmente erano cristiani ma gnostici, e dunque considerati dalla Chiesa Cattolica eretici. Si definivano “boni homini”, “boni christiani” e “perfecti”.
La narrazione di Petta è incentrata su un giovane fisico e matematico, Giordano Nemorario, ovvero Giovanni del Sacrobosco o anche Giordano Palis, che per una mera casualità si trova ad ascoltare un colloquio segreto e misterioso tra papa Innocenzo III e l’abate Arnauld-Amaury, Ministro Generale dell’Ordine cistercense. Ed è proprio in questa circostanza che Giordano apprende la volontà da parte della Chiesa di Roma di sterminare i catari, considerati eretici e pericolosi. Comincia così per il giovane appassionato di numeri un travaglio infinito, il cui scopo nella vita diventa la lotta per la libertà di pensiero, per la giustizia e per la ricerca della verità: la chiave del progresso dell’umanità.
“Fino a quando il mondo sarà avvolta dalle tenebre dell’ignoranza, l’umanità continuerà a essere oppressa dai pochi uomini che detengono le Chiavi del sapere. (…) Pensa a come sarebbero andate le cose se quei pochi uomini depositari del sapere avessero dedicato la loro vita alla divulgazione della scienza: avremmo avuto popoli colti, popoli che si sarebbero ribellati a ogni forma di schiavitù e che non avrebbero mai accettato l’idea di rendere schiavi altri essere umani per seguire una ideologia o un credo. Una massa di gente incolta è come un gregge di pecore molto particolare, un gregge che quando sente la voce del padrone può trasformarsi in un branco di lupi affamati.”
E dunque la Chiesa cattolica cerca solo di arginare i ribelli, o teme che un sapere “particolare”, ignoto ai più e che tale deve rimanere, possa far vacillare le fondamenta del potere del clero?
“…Fino a ora il totale controllo del sapere è stato nelle mani dei papi, re e imperatori che hanno divulgato unicamente ciò che ritenevano non potesse mettere in crisi il loro potere. (…) Sanno bene che la libertà di pensiero e di coscienza è sempre stata, e sempre sarà, la peggior minaccia per la loro autorità.”
Adriano Petta fa un notevole salto temporale nella storia. Egli stesso si immerge nella ricerca spasmodica di notizie, di fatti e avvenimenti spesso celati, mimetizzati e intenzionalmente occultati, onde evitare che verità scomode e deplorevoli potessero essere richiamate alla memoria. Un periodo buio, nefasto, abominevole, è narrato con grande passione e notevole cura: corruzioni, alleanze, tradimenti, voglia di prevaricare, di affermarsi, di dominare, di assoggettare fanno da sfondo a questo momento storico oscuro e sanguinolento. Ma c’è anche tanto amore, fede, sacralità, intesa nell’accezione più profonda del termine. C’è la meraviglia dinanzi al mistero della natura, del creato, del mistero dello spirito e della materia. E c’è l’antitesi di un dualismo da sempre a tutti noto: il Bene e il Male.
“Satana non deve più essere solo uno spauracchio necessario a chi vuole usare il peccato e l’eterna dannazione come armi per intimorire l’umanità! La Chiesa di Roma, nel corso dei secoli, sfruttando il concetto di peccato, ha generato cristiani pieni di paura e di angoscia. In alternativa, ha forgiato individui che incutono terrore e sgomento. Ha attizzato il fuoco, arroventato le anime, martellato le menti sino a plasmare uomini che hanno perso la vera sensibilità al Male, a quel Male che ognuno di noi, accanto all’amore, porta dentro di sè. E quando si perde questa sensibilità, non si è più in grado di riconoscerlo, e si rischia così di rimanere freddi davanti a qualunque forma di miseria o di dolore del nostro prossimo, e di essere addirittura disposti a commettere orrendi delitti…”

Conclusioni

Un libro ben scritto, dettagliato e avvincente, merita di essere letto e non solo dagli appassionati dei romanzi storici. La scrittura fluida e minuziosa ci accompagna nei luoghi, nei paesaggi, nelle atmosfere ma anche nei sentimenti, nelle paure, nelle angosce e nelle speranze di tutti quegli uomini, quelle donne e quei fanciulli che hanno vissuto un momento storico,sociale e culturale spettrale e che, con le loro storie, hanno contribuito a far la Storia. Cercando la Via del Sole…

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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