In punta di piedi, come suo stile, se n’è andato Ezio Bosso, affetto da quella malattia neurogenerativa che lui, con tutte le sue forze, con tutta la sua anima, aveva combattuto senza mai rinunciare al sorriso.
La sua profonda sensibilità, la sua tenacia, la sua resilienza, il suo sommo vivere la musica, il suo amore resteranno per sempre nel ricordo di chi lo ha amato e sono tanti, tantissimi: una platea immensa di puro amore verso lui e la sua musica.
Sì, perché la musica era parte di lui, era intrisa in lui, con la forza dirompente della sua trascendenza. Tanto potente da governare il suo corpo, che Ezio accettava, perché diceva sempre che nell’uomo conta l’anima, l’unica vera entità di noi stessi, la vera essenza che rende l’essere umano unico, speciale, straordinario.
Ed Ezio era straordinario, la sua anima si infuocava con la sua musica, quando il brivido e la commozione ci pervadevano ascoltandola, quando faceva rivivere con incommensurabile maestria i grandi musicisti del passato, che lui semplicemente venerava con profonda umiltà.
Ezio era un inno alla vita, perché egli amava, profondamente, la vita. L’amava così tanto da riuscire a trovare la forza di rialzarsi quando quella malattia l’aggredì, devastandolo.
La musica gli conferì quella forza, perché le arti sono magia, sono potenza, che possono travalicare la sofferenza umana ed Ezio, di sofferenza, ne sapeva qualcosa.
Ezio “amava”, lo diceva sempre, perché solo l’amore può allontanare i demoni che ci circondano, può farci intendere quanto la vita sia un dono prezioso e incommensurabile. Egli ci ha insegnato ad amare attraverso la musica, perché lui amava tutti noi attraverso la musica, trasmettendoci emozioni e sentimenti così forti da farci fremere.
Ezio era spirito, per questo resterà per sempre vivo con noi e in noi, con la sua musica e le sue parole che creavano un’empatia immediata e profonda.
Da oggi, il mondo della musica, della cultura non sarà più lo stesso senza Ezio.
“La vita è amore e l’amore è vita” disse un giorno Ezio.
E lui, più di ogni altro, poteva insegnarci quanto fosse importante essere noi stessi ed essere capaci ad accettare sempre e comunque la nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, perché, diceva Ezio:
“la vita è bella e val la pena di viverla, sempre”.
Negli ultimi giorni della sua vita, Ezio voleva abbracciare virtualmente tutti, in questo periodo in cui gli abbracci non sono consentiti.
E ora tutto il mondo della cultura, e non solo, lo abbraccia e lo piange, non potrebbe essere altrimenti.
Grazie Ezio.