Editore : Independently published (15 aprile 2021)
Copertina flessibile : 322 pagine
ISBN-13 : 979-8738308130
Trama
“È lontano il tempo del lago con gli amici, la cementeria è volata in un’altra dimensione, insieme alle biciclette e alle passeggiate al Parco del Nibbio. E le scazzottate sui gradini della scuola? Sono memoria. Ora Brando non è che l’ectoplasma di quegli avvenimenti. Perfino della sua agenzia non esiste traccia, non rievoca il colore dei muri o cosa rappresentano i quadri appesi. Tutto appare traslato in un’altra vita. Molteni lo fa chiacchierare per altri tre minuti. Era lì per metterlo al corrente di quella cosa che però non si è sentito di dirgli, ha preferito ascoltarlo e osservarlo. Ed è contento, perché ha avuto la possibilità di conoscerlo meglio. La monotona sirena, in maniera ostile toglie la parola a tutti: ci sarà un’altra opportunità ad aprile. Adesso per quella gente è tempo di andare a pranzo, quello buono, della domenica. E considerando che è Pasqua, sarà un banchetto ricco.”
Nel suo nuovo romanzo, Pier Mazzoleni da una forte impronta evocativa alle parole. Le famiglie si nutrono di segreti, le amicizie di verità; ognuno di questi capisaldi della vita riveste un ruolo fondamentale nella vicenda dei Borghi e dei Maestri, due nuclei della Como bene.
«Ma se fossi stato io? La pistola era nella mia mano!» A Como, negli anni ottanta, prima. A Lugano, trent’anni dopo.Una condanna ingiusta. Brando è il tuono e la quiete, l’abisso e la vetta più alta, fin da bambino.Gli eventi possono cambiare un uomo fino ad annullarlo. Le forze esterne possono farci giungere alla verità, quando energie e motivazioni scompaiono? Famiglie segreti e verità affronta paure, convinzioni, fragilità e la forza prorompente del suo protagonista.
Recensione
Ai tre sostantivi del titolo aggiungerei sciagure e rancori, per sottolineare il ruolo che in questo romanzo rivestono nella vita individuale e familiare.
Il libro si apre con uomo in prigione da settantadue giorni, tanti quante le croci che scrive sul muro, e un quaderno che attende paziente su un tavolino traballante. Deve scrivere, se vuole far valere l’unica verità, anche se non ha la solita “bustina” per tuffare il suo dolore.
Brando Borghi, il protagonista del romanzo, accusato di omicidio, prova a scrivere il proprio memoriale, come gli ha suggerito l’amico giornalista Diego Molteni.
La sua vita si riaffaccia dalle sbarre della memoria per restituirgli tutti i ricordi, a partire dal giorno dell’incidente dei suoi genitori, Rodolfo ed Elena, quello “spartiacque da cui ripartire o essere sconfitto per sempre”. Una ferita mai rimarginata.
“Le certezze della quotidianità di un ragazzo di dodici anni erano crollate come sabbia in una sola notte… la voragine si riempiva di rabbia e solitudine.”
“Brando cominciò a sentire degli strani ronzii…”
La narrazione prosegue come una fiction, con diversi colpi di scena al rallentatore. Sembra di dover sempre attendere la puntata successiva per vedere come va a finire.
Brando è circondato da tante figure, che fanno parte della sua vita e talvolta restano sullo sfondo, in ruoli apparentemente ben definiti: Dalila, Raissa, Matteo, Rita, Enrico, Boris, …
È un continuo gioco di relazioni che ci rende sospettosi. Infatti nulla è come appare: amori e amicizie non sono quei rapporti idiallici che tutti sognano e un uomo dietro le sbarre che si professa innocente ha bisogno di ricostruire gran parte della propria vita per capire qual è la verità e dove si nasconde.
Brando, con la sua sindrome di Meniere, con i suoi attacchi di panico e uno sconfinato bisogno di amore, è capace di coinvolgere più donne, perché sa amare contemporaneamente, ragion per cui non si risparmia le relazioni parallele.
“Una psicologa mi aveva detto che avrei avuto bisogno di attaccarmi affettivamente a più persone. Eccole le tante madri! Sono le donne che mi accompagnano da sempre, amiche e amanti…”
La sua vita è una corsa ad ostacoli fatta di cadute, da cui ogni volta è più difficile rialzarsi, soprattutto se le persone che consideri fidate ti tradiscono e non hai più alcun sostegno per la tua fragilità, qualcuno che creda nella tua innocenza e lenisca il tuo dolore.
“Le sue emozioni erano paure che, una dopo l’altra, uscivano dai cassetti della memoria per impossessarsi del suo io.”
Ci sono vari indizi disseminati tra le pagine, che ci incuriosiscono per poi ricomporsi, soltanto alla fine, in un quadro di verità nascoste.
Perché quella donna che gli ricordava nonna Renata, quando singhiozzando le appoggiò una mano sulla spalla, “spalancò gli occhi come se un mostro le si fosse materializzato davanti”?
Il fidatissimo amico Matteo, da sempre suo grillo parlante che lo tiene in allerta, lo aiuta a guardare con disincanto la vita reale: è proprio questa il peggiore incubo che Brando abbia mai sognato.
Amori, traffico di ragazze straniere, vendette private, tentati suicidi, omicidi, un crogiolo che incendia l’anima, ma “Il futuro per Brando è una cornice senza il quadro: uscire da lì è un sogno ormai annegato in un bicchiere.”
Ma il piccolo Gabriel non sarà un motivo sufficiente per guardare avanti e continuare a lottare?
Maria Teresa Lezzi Fiorentino.