L’arte incontra il cinema e lo racconta…
E’ stata inaugurata venerdì 17 maggio, alla presenza di un numero considerevole di partecipanti, presso lo spazio espositivo del Cinema Multisala Apollo di Messina, la Mostra di pittura “Fotogrammi, volti e personaggi del cinema”. La Mostra, curata in maniera eccelsa e nei minimi dettagli dal Maestro Piero Serboli, è l’anteprima al programma della 51esima Edizione del Fotogramma d’Oro Short Film Festival in memoria dell’attore e regista messinese Adolfo Celi. L’esposizione artistica dedicata al Maestro Claudio Militti , scomparso pochi mesi fa, raccoglie 35 opere d’arte di autori più o meno noti , giovani e meno giovani, che hanno accolto la sfida di cimentarsi nella realizzazione di volti e personaggi che nel corso del tempo hanno fatto la storia del panorama cinematografico. La temporalità è proprio una delle cose che è possibile cogliere in maniera differente in ogni opera esposta, ciò a dimostrazione di come il tempo che scorre abbia un valore diverso a seconda dell’età del soggetto che lo rappresenta. Svariate e a volte insolite, le tecniche e gli stili delle 35 opere presenti in sala, come diversa è l’età e il vissuto di ogni artista che si è messo in gioco e dei quali è doveroso citarne i nominativi; Francesca Fulci, Margherita Serboli, Venera Leto, Alessandro Faccini, Valeria Trimboli, Pasquita Pollicino, Mariella Bellantone, Sabrina Pistorio, Maurizio Gemelli, Antonio Amato, Giusy Olivieri, Ilenia Delfino, Mimma Oteri, Luigi Di Bella, Aurelio Valentini, Paolo Piccione, Massimo Di Prima, Mamy Costa, Giuseppe Lisciotto, Alessandra Lanese, Angela Andaloro, Giusy Giorgianni, Antonello Arena, Riccardo Orlando, Mantilla, Salvo Mulfari, Mariagrazia Toto, Rosa Rigano, Nella e Laura Fatato, Togo, Antonello Bonanno Conti, Fabio Pilato, Maria Rando, Fabrizio Ciappina, Alfredo Santoro.
Molte le opere dal forte impatto visivo ed emozionale.
Strepitoso il “Rodolfo Valentino” del Maestro Aurelio Valentini, che con la
particolare tecnica dei colori pastello invecchiati con pennellate di caffè, rappresenta l’emblema del tempo che avanza inesorabilmente e di quanto, l’umana bellezza sia effimera e soggetta a svanire col passare degli anni. Un Rodolfo Valentino simbolo di beltà e sensualità ma non indenne da vecchiaia e morte. Panta Rei, tutto scorre, e anche la bellezza segue il corso degli eventi fino ad abbandonarsi su un letto di morte.
Penetrante lo sguardo di Peter O’Toole in Lawrence D’Arabia, dipinto da Riccardo Orlando. Perfetto l’incarnato e l’espressione di un volto che sembra voler parlare.
In movimento la figura di una Sofia Loren che Giusy Olivieri raffigura col volto accigliato e dallo sguardo pensieroso, che sembra fissare un punto ben preciso quasi a voler imprimere qualcosa nella mente.
Fascino senza tempo il volto di Marilyn Monroe che Mamy Costa ci presenta a metà, “sporco” da pennellate di colore e fagocitato da uno sfondo rosso acceso, a rilievo, che può essere di rimando al sangue della morte ma anche al rosso di una passionalità appartenuta ad una immortale icona sexy. Come non soffermarsi sulla bellezza e sensualità di Mariagrazia Cucinotta ritratta da Antonello Arena, o sullo sguardo triste di Anna Magnani che Maurizio Gemelli raffigura con un volto stanco, malinconico e dai tratti tirati tipici di chi in quel preciso momento manca di serenità.
Impossibile non restare colpiti da “The Wall” di Massimo Di Prima, esplicito riferimento all’album omonimo dei Pink Floyd, è un urlo straziante di sofferenza, dolore, angoscia. Un volto deformato, il capo leggermente inclinato all’indietro e immerso in pennellate di colori contrastanti che sembrano voler squarciare un muro, The Wall appunto, per tirare fuori le barriere e vomitare quei limiti umani che risiedono solo nella nostra mente.
E poi Mantilla con il suo Mamma Roma dallo sguardo vitreo, il volto etereo della morte e la sensazione angosciante che la Signora dal nero mantello riesce a suscitare.
E così via, ogni opera un ricordo e la rievocazione di dimensioni spazio-temporali che proiettandosi nella mente aprono cassetti del tempo e immaginari nuovi e, a volte, sconosciuti che necessitano di esplorazione e del giusto approfondimento. Un plauso a tutti coloro i quali, artisti e non, hanno reso possibile la fruizione di questa splendida mostra che sarà visibile e con ingresso gratuito fino al 31 maggio p.v., che dà lustro ad una città, Messina, che forse non tutti sanno che per oltre un quarto di secolo dal 1955 al 1983, anno in cui l’Ente Provinciale per il Turismo abbandonò la manifestazione che da allora divenne quella che ancora oggi è nota come Taormina film Fest, fu sede della Rassegna Cinematografica Internazionale che per ben nove giorni ospitava i migliori attori e registi mondiali.
Teresa Anania