Gabriello. L’amore nella Palermo felicissima di Alfredo Sant’Angelo

Gabriello

Gabriello. L’amore in una Palermo felicissima

Una storia d’amore nella “Palermo Felicissima” ottocentesca. Gabriello, rampollo della nobile famiglia Armendari, deve affrontare le vicissitudini che il destino gli pone davanti, quando l’amore lo coglie in un momento particolare della sua vita. Sullo sfondo i moti rivoluzionari carbonari e le alterne vicende del Regno delle due Sicilie, grande storia dei primi decenni del XIX secolo, nella quale si inseriscono le piccole storie della famiglia, fatte di amori sopiti che poi riaffiorano prepotentemente, narrate senza dimenticare anche i canoni del “romanzo d’appendice” caro ai siciliani lettori di Luigi Natoli.

Introduzione

Libro ricco di contenuti storici, artistici, letterari che conferiscono al testo un meritato e doveroso apprezzamento da parte di chi necessita una lettura interessante, acculturata e unica nel suo genere.

Recensione

Una storia d’amore sfuggente ma incisiva fa da protagonista a questo bellissimo romanzo “Gabriello”scritto da Alfredo Sant’Angelo, autore palermitano. Lo scrittore ci parla della sua Palermo Felicissima ottocentesca; ci racconta delle sue strade, delle sue chiese, del suo mare, dei suoi abitanti (nobiltà e popolo) e dei rispettivi costumi. Il tutto in maniera così sorprendentemente dettagliata e con un linguaggio scorrevole e volutamente semplice da permettere a qualsiasi lettore l’approccio con il suo libro.
Il nostro personaggio chiave è Gabriello Armendari, figlio di una nobile famiglia siciliana. Molto accurata è l’analisi introspettiva sul giovane rampollo; infatti Alfredo Sant’Angelo ci presenta un ragazzo molto responsabile, educato, saggio, servitore ( Tenente del battaglione di linea nazionale) del Re Ferdinando I delle due Sicilie. Ma Gabriello è pur sempre un ragazzo con la voglia di sognare, di laurearsi per diventare giudice, di vivere emozioni intense e di innamorarsi perdutamente ,così com’è avvenuto con la bellissima Matilde, di cui non sa quasi nulla.
Da qui il romanzo si dirama, abbracciando varie tematiche che coinvolgeranno molti personaggi del libro: vengono analizzati con cura le conseguenze che i moti rivoluzionari carbonari hanno sulla vita dei palermitani, si cerca di dare una spiegazione a queste proteste e lo si fa facendo prendere posizione ai membri della famiglia Armendari, della famiglia Bonomo ( la cui unica figlia Paola, giovane baronessa, è da sempre innamorata di Gabriello) amici storici del Barone Francesco Antonio Armendari e della Baronessa Donna Carmela Armendari e anche al Maggiore Gambaro, comandante del battaglione presso il quale presta servizio momentaneamente Gabriello.
Bellissima è la descrizione che l’autore ci fornisce riguardo l’origine delle vie di Palermo: devo confessare che, pur essendo palermitana, non conoscevo affatto tutti questi particolari e, di ciò, ringrazio Alfredo Sant’Angelo per le esaurienti spiegazioni.
Così per citarne alcune: via Chiappara al Carmine (chiamata in questo modo proprio per la presenza del cappero, in siciliano chiappara) Salita delle Balate (dove c’erano grandi quantità di lastre di selce, in arabo balats) via dell’Albergaria ( risaliva agli arabi e significava terra al mezzogiorno) Piazza Bologni (molto antica, ampliata nel 1573 da Luigi Bologni, Barone di Campofranco) Ballarò (piazza del mercato per alcuni, confusione per altri) via Giojamia (perché vi abitava una vecchietta venditrice di frutta che diceva alla gente gioia mia) piazza Beati Paoli (per la presenza di una grotta dove si riuniva la famosa setta).
Non vengono tralasciate le descrizioni relative ai meravigliosi monumenti della città: la Cattedrale, la Chiesa di Santa Chiara, il Palazzo Reale, Porta Nuova, Porta Felice, i Quattro Canti, la Chiesa di San Nicolò dei Carmelitani, la Fontana Pretoria …
Tornando all’amore tra Gabriello e Matilde, mi sento di sottolineare che siamo di fronte alla semplice dimostrazione che nulla avviene per caso, non esistono le coincidenze , bensì i segni! Questo è un amore che oltrepassa lo spazio e il tempo e ve ne accorgerete soltanto leggendo le pagine del romanzo.
Parlando del papà di Gabriello,il Barone Antonio Armendari, nonostante il suo titolo e la sua posizione, compie delle azioni forse considerate “ moderne” per quei tempi, lasciando ai figli lezioni di vita da non sottovalutare.
Molto bravo l’autore nell’addentrarsi in punta di piedi nella vita privata dei suoi personaggi; le loro forze, le loro debolezze, le loro gioie, le loro lacrime, la loro umiltà e la loro umanità.
Sorprendente l’esposizione che lo stesso Sant’Angelo, attraverso Armendari, ci offre del comune di Randazzo; si percepisce la sensazione di passeggiare con lui per quelle vie, quelle chiese, quei vicoli e di rimanere incantati dalla Chiesa di Santa Maria, la Chiesa di San Nicola, la Chiesa di San Martino, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Reale …
Come ho già sottolineato all’inizio della mia recensione, tanta storia, tanta arte, tanta letteratura si respirano in queste pagine. Viene citato anche il poeta, scrittore italiano Ugo Foscolo e vengono riportate due sue bellissime poesie: “ In morte del fratello Giovanni e Alla Musa”.
Affascinante anche la leggenda dell’Etna, dei tre ciclopi che vivevano lì, dei loro simboli in rappresentanza delle popolazioni che abitavano anticamente la città: Latini, Greci e Lombardi.
Questo romanzo è veramente un valore aggiunto che merita un posto nella nostra libreria.

Conclusioni

Complimenti all’autore per averci permesso di tornare di nuovo sui banchi di scuola e di rispolverare e, in taluni casi, studiare argomenti che non passeranno mai di moda: la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra cultura!
Ritengo opportuno avanzare la proposta di inserimento di questo romanzo nelle scuole, poiché attraverso una storia romantica, una storia d’amore i ragazzi si potrebbero confrontare in modo esaustivo sugli eventi dell’XIX secolo.

Citazioni

“Da Napoli è arrivato il Generale Florestano Pepe con quattromila soldati, con l’incarico di reprimere la rivolta di Palermo. Catania e Messina hanno rinforzato le truppe napoletane con volontari. Palermo è isolata!”

Recensione di Alessandra Di Girolamo

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