GARY M. HEIDNIK E LA SUA CASA DEGLI ORRORI

“I grandi criminali recano con sè una specie di predestinazione grazie alla quale sormontano tutti gli ostacoli e chi li sottrae a ogni pericolo fino al momento in cui la Provvidenza, stanca di loro, non segna lo scoglio contro cui naufraga la loro empia fortuna.”

Alexandre Dumas padre

Ci sono storie che sembrano uscite direttamente dalla penna di un grande scrittore di noir o dalle visioni di uno straordinario regista e, invece, sono tragicamente reali, frutto della follia e della perversione di persone crudeli e traviate oltre ogni ragionevole immaginazione. Non c’è limite di violenza che non possa essere oltrepassato, non c’è pietà, non c’è commiserazione né pentimento. Il carnefice trae un piacere troppo grande per potersi fermare e, anzi, spesso escogita sistemi sempre più “raffinati” per torturare, sminuire psicologicamente e infierire fisicamente sulle proprie vittime.

Come il caso che ci accingiamo ad analizzare, riguardante Gary Michael Heidnik, che rientra nella casistica dei serial killer, anche se ha ammazzato “solo” due donne. Ma, come sempre, cominciamo dall’inizio.

Gary nasce il 22 novembre 1943 a Eastlake, Ohio. I genitori si separano quando lui ha due anni e il fratello è appena neonato. Inizialmente i bambini restano con la madre ma, irrimediabilmente dipendente dall’alcol, sono costretti a trasferirsi dal padre, che intanto si è risposato con una donna che detesta quelle anime innocenti. In questo periodo Gary soffre di enuresi notturna e il genitore, invece di sostenerlo, lo umilia costantemente e pubblicamente, stendendo le lenzuola sporche del figlio in modo che tutti i vicini possano saperlo. A scuola non va meglio: pur avendo un quoziente intellettivo superiore alla media, i suoi coetanei lo prendono in giro perché è molto timido e tende ad isolarsi. In più viene soprannominato “testa d’uovo” a causa della forma leggermente ovale del cranio che pare, si fosse stranamente allungato in seguito a una caduta da un albero. Abbandona la scuola superiore e a diciotto anni prova ad arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti. È proprio in questo periodo che gli viene diagnosticato un disturbo schizoide della personalità. La sua carriera militare è presto giunta al termine: viene congedato e torna a casa con una dichiarazione di invalidità al 100% e una misera pensione con cui deve provare ad andare avanti. Adesso ha molto tempo libero, e decide di iscriversi all’università, ottenendo una laurea in infermieristica e un lavoro in un ospedale per veterani, ma non dura a lungo: viene licenziato per i suoi atteggiamenti rudi e poco consoni ai suoi compiti. Nel 1970 la madre naturale si suicida: per Gary è un trauma fortissimo, e le sue fantasie schizoidi cominciano a mettere radici…

Dopo essere stato ricoverato numerose volte in vari ospedali psichiatrici, grazie ai soldi ottenuti da alcuni investimenti effettuati in borsa, compra una casa a Philadelphia, una dimora che presto diventerà il palcoscenico degli orrori, perché Heidnik ha idee molto chiare e la storia sarà terrificante…

Fonda la United Church of the Ministers of God (la Chiesa Unita dei Ministri di Dio), nella quale ogni domenica celebra messa, autoproclamandosi vescovo. Ogni domenica, da un altare improvvisato nel salotto di casa, indossa una tunica e fa la sua predica ai fedeli, perlopiù compagni di merende dei reparti di psichiatria. Nel 1978 rapisce e violenta la sorella di una sua fidanzata, conosciuta sempre tra i corridoi di un istituto psichiatrico: niente carcere, solo una condanna a tre anni da scontare in un altro istituto. Ma c’è una cosa che Gary vuole più di qualsiasi altra, una cosa che insegue da tempo, senza riuscire a raggiungerla: vuole una famiglia, vuole una moglie e dei figli. In un paio di occasioni riesce a mettere incinta la fidanzata del momento, scappate non appena l’uomo mostra la sua vera natura. Allora si rivolge a un’agenzia matrimoniale: chiede una donna minuta, rigorosamente vergine e magari con tratti orientali. Gli viene proposta Betty, una giovane filippina con cui si sposerà nel 1985 e che resterà subito incinta. Ma poco dopo il matrimonio, la ragazza trova il marito a letto con altre donne. Lui sostiene che è un suo diritto, essendo un capo religioso, ma Betty, aiutata anche dalla comunità filippina, riesce a scappare e Gary resta di nuovo da solo, e deve trovare un’altra strada: non avrà soltanto una moglie, ma tante, e con loro avrà moltissimi bambini. Ha un debole per le donne di colore, deve solo impegnarsi a trovarle. E poi c’è sempre la sua chiesa che può aiutarlo a mettere in pratica le sue idee perverse e disumane…

Ma cosa accade nel seminterrato di quel luogo? Ben presto diviene il posto in cui tiene prigioniere alcune donne afroamericane o, come a lui piace chiamarle, le sue mogli…

La prima a cadere nella trappola è Josefina Rivera, 25 anni, il cui inferno personale comincia la notte del 26 novembre 1986. Dopo aver litigato con il suo fidanzato, resta da sola in un luogo appartato. Uno sconosciuto la nota e, approfittando della situazione, si offre di darle un passaggio che la ragazza accetta. Si fermano a prendere un caffè, poi si dirigono a casa dell’uomo. È un attimo: Heidnik le afferra il collo e poi l’ammanetta, spingendola su un materasso lercio sul quale abusa di lei. Josefina sviene e quando si risveglia si accorge che in quel seminterrato c’è una buca coperta da un asse di compensato. Comincia a urlare, sperando che qualcuno possa sentirla e liberarla. Ma l’unico che scende in quell’inferno è Gary, che la picchia con un bastone e poi la spinge in quella fossa. Non passa molto tempo e quel lurido posto ospita altre giovani vite: Sandra Lindsay, 24 anni, rapita il 3 dicembre 1986; Lisa Thomas, 19 anni, rapita il 23 dicembre 1986; Deborah Dudley, 23 anni, rapita il 2 gennaio 1987; Jaqueline Askins, 18 anni, rapita il 18 gennaio 1987.

Queste ragazze, oltre agli abusi, dovranno abituarsi a tante altre cose: a non potersi lavare, ai capelli e alla pelle che prudono, alla sporcizia, ai batteri, agli odori, alla nudità, al freddo, alle infezioni, allo schifo che Gary darà loro da mangiare: pane raffermo, hot dog andati a male e cibo per cani. E non possono ribellarsi. Heidnik è ancora più sadico nelle punizioni: oltre al buco, c’è un altro castigo molto speciale. Quando Gary è particolarmente arrabbiato, lega alle caviglie della sua vittima una corda appesa a una trave del soffitto, lasciandola penzolare per ore nel vuoto.

Nella testa di Josefina un solo pensiero: assecondarlo fino al momento di trovare l’occasione per poter tornare libera, per denunciarlo e farlo arrestare…

Una mattina di febbraio, Heidnik sorprende Sandra mentre cerca di spostare i pesi dalla buca in cui, in quel momento, c’è Lisa. Sandra deve essere punita: l’uomo prende le manette e le stringe ai polsi scarni della giovane per poi appenderla alla trave del soffitto. Il dolore è atroce e la ragazza perde i sensi. Qualche giorno dopo l’aguzzino scende a controllare: sblocca le manette, lasciandola cadere a terra per poi spingerla con un bastone fino all’interno della buca. Sandra è raggomitolata in una posizione innaturale; i suoi occhi sono aperti, ma non guardano nulla. Allora la percuote, cerca di svegliarla, ma lei non risponde. Prende il corpo, lo riporta in superficie e dopo poco tempo le altre ragazze sentono il rumore terrificante e inconfondibile di una sega elettrica…

Le donne sono allibite, impaurite, terrificate, e cercano di studiare un piano per poter scappare. Decidono di agire una domenica, dopo la funzione, quando lui scende per soddisfare sue voglie. Ma Josefina lo avvisa, e le ragazze subiranno una punizione esemplare. Deborah è colei che osteggia in modo particolare Gary che, stizzito, la trascina al piano di sopra, in cucina, dove ormai si è diffuso un odore nauseabondo: in una pentola posta sul fornello c’è la testa di Sandra che cuoce; nel forno ad arrostire la cassa toracica. Braccia e gambe sono avvolte in sacchi di plastica posti in frigo e in freezer. Deborah è sotto shock…

Ma la follia di Heidnik non ha limiti… Una sera di marzo, l’uomo scende nel seminterrato raggiante. Chiama le ragazze, ha una sorpresa per loro: sul tavolo pone alcuni panini al burro di arachidi. Vuole che loro li mangino, ma prima vuole vederle ballare. Nessuna ha il coraggio di guardarlo, nessuna apre bocca. Gary fa presto a perdere la pazienza, e allora ordina a Lisa, a Deborah e a Jaqueline di calarsi nella buca. Ciò che sta per accadere metterebbe in imbarazzo anche il più spietato tra i demoni: fa passare la corrente direttamente sulle catene, e dietro suggerimento di Josefina, aggiunge anche l’acqua, accanendosi in particolare modo con Deborah che si contorce e urla per il dolore inaudito. Fino a farla morire…

Gary è contento di Josefina: ha tutte le caratteristiche che lui desidera. È bella, remissiva, non chiede mai nulla. È ormai certo che sarà quella la donna che gli darà finalmente un figlio. Insieme vanno fino nel New Jersey per sbarazzarsi del corpo della povera Deborah. Così, quando a fine marzo la prediletta chiede al suo aguzzino di poter vedere anche solo per poche ore la madre, come ricompensa per tutta quella devozione, l’uomo ritiene di poter accettare. Prima, però, dovrà procurargli una nuova moglie…

Presto fatto: Josefina pensa a una sua amica, una prostituta con cui ha lavorato in un club. Si tratta di Agnes Adams, 24 anni, che dal 23 marzo 1987 si ritroverà insieme alle altre nuda, legata e sodomizzata, oltre che incredula e sbigottita nei confronti di Josefina che considerava un’amica. Ma Josefina ha in mente un piano…

Gary si fida della sua prescelta e la lascia nei pressi di casa sua. Ma appena la Cadillac dell’uomo svolta l’angolo, la ragazza si precipita a telefonare alla polizia: il 24 marzo 1987 Gary Heidnik viene arrestato e l’incubo per le superstiti ha fine.

Al processo il procuratore riesce a dimostrare, contrariamente a quanto immaginato dal carnefice, che l’imputato è sano di mente ed è molto intelligente e per questo è condannato a morte per iniezione letale.

Il giorno dell’esecuzione è fissato per il 6 luglio 1999: la stanza è piena di gente, molti giornalisti e tanti curiosi. Tra tutte queste persone, seduta in prima fila, pronta ad assistere all’ennesimo, macabro spettacolo della sua vita, c’è lei: Josefina Rivera…

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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