Giallo Solidago – Il rimorso del ciocco di Simone Censi, edito Sagà edizioni.
Giallo Solidago – Il rimorso del ciocco
“Il rimorso del ciocco”, quando ti trovi a bruciare pezzi di legno che ti guardano e chiedono nuova vita non bisogna bruciarli.
Già il titolo incuriosisce con quel Solidago che richiama i fiori che si trovano lungo la ferrovia e con il sottotitolo che affida alla natura i rimorsi.
Siamo dinanzi ad un giallo diverso, con un nuovo commissario, Morelli, (una via di mezzo tra l’ispettore Coliandro e Rocco Schiavone), che esprime il suo disappunto con imprecazioni e battute dissacranti, dando vita ad autentici sketch comici in cui restano coinvolti gli altri personaggi.
“No, grazie siamo in servizio” sarebbe stata la giusta risposta per un romanzo di genere poliziesco, ma Morelli e Segapeli questo non lo sanno e il tepore del fuoco in quella cucina spartana ma pulita ha già risposto per loro.
È un lavoro che non fa per lui, come gli ricorda la moglie Pina, lanciandogli addosso il primo oggetto che le capita a tiro, rimproverandolo di aver costretto la famiglia a lasciare la grande città per trasferirsi a Borgo Alba. Una relazione compromessa la loro! Ormai a Morelli non resta che affidarsi al cinese per i suoi pasti e alla sua Pandarmata per muoversi in sicurezza.
“Morelli, resiliente come poche cose al mondo riescono ad essere, come l’erba cattiva e il solidago”.
Mi piace l’espediente utilizzato dallo scrittore per farci accostare alla vita di Morelli e conoscere meglio le sue aspirazioni, i suoi insuccessi, il suo passato, la sua sfera affettiva. Sono brevi parentesi in cui spezza simpaticamente il ritmo narrativo, magari lasciando il Commissario lungo il cammino per metterci al corrente di tanti particolari.
Il sorriso e la risata mi accompagnano durante la lettura e anche i nomi scelti contribuiscono. Come i vecchi soprannomi sono un segno distintivo e identificativo dei personaggi: Segapeli, Passolento, Ingannamorte, Panzanera, Passacantando, Buttacavoli, Picciafuoco, Diotivede, Hovistotutto, Quandomai, Strazzacapra, Mezzasalma, Scoprimagagna, Scannadinari, Tiritera …
C’è il rischio di perdersi tra le tante situazioni singolari che si succedono, tra cui quella dell’imprenditore Ingannamorte, che muore nel cimitero in un fornetto da lui stesso costruito. Morte naturale?
E che dire delle bare divelte, dei cadaveri tirati fuori, degli scheletri incompleti e di quella statuetta in bronzo di donna con le corna che stringe un serpente in mano? E il Matto delle croci quale ruolo ha in queste storie? E le voci che si sentono di notte, insieme ai rumori di catene e ai terribili ululati? Si tratterà di messe nere?
Quando il commissario, suo malgrado, prenderà parte ad una rappresentazione teatrale sui processi alle streghe avvenuti in epoche remote si troverà a fare i conti con alcuni indizi interessanti.
Le indagini continueranno, per giungere quasi fortuitamente alla giusta conclusione, grazie al valido contributo di Segapeli, il suo insostituibile braccio destro.
È successo ancora. Nel cuore delle Marche, nel piccolo paesino di Borgo Alba avvolto dalla neve, c’è scappato il morto. Tra suicidi improbabili, decessi inverosimili e furti di ossa al cimitero, il Commissario Morelli è perseguitato dalla iella più nera. Perché la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo e spesso prende anche la mira.
Autore: Simone Censi
Editore: Saga
Collana: Eris
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 17 giugno 2022
Pagine: 380 p., Brossura
EAN: 9791280523303
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