GIORNATA MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA, LA BIFOBIA E LA TRANSFOBIA

Oggi si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Sino in ballo diritti civili e anche la nostra piccola voce vuole unirsi per chiedere dignità.

“Un Paese veramente democratico non può, infatti, prescindere da una legislazione che punisca esplicitamente l’omofobia e la transfobia come reati con sanzioni detentive e pecuniarie.”

Silvia Chimenti

Art. 3 della Costituzione della Repubblica italiana:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…

La Convenzione europea dei diritti dell’uomo (art. 14, rafforzato poi dal Protocollo nr. 12), evidenzia come il principio di uguaglianza e di non-discriminazione sia un elemento fondamentale della tutela dei diritti umani e vieta qualsiasi forma di discriminazione dalle autorità pubbliche per qualsiasi motivo.

Il 17 maggio cade la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ideata da Louis-Georges Tin, curatore del “Dictionnaire de l’homophobie”, il Dizionario dell’omofobia. La prima manifestazione ha avuto luogo nel 2004, ma solo nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni delle autorità polacche contro la comunità LGBT, l’Unione europea ha ufficialmente istituito la giornata contro l’omofobia. Evidenziamo qualche stralcio del testo approvato.

“Il Parlamento europeo (…) ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone dell’Unione europea senza discriminazioni.”

(Art.8)

“(…)condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli.”

(Art.10)

Questa data è stata scelta per ricordare il 17 maggio 1990, giorno in cui l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.

Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza:

l’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità basata esclusivamente su pregiudizi. Quindi, con questo termine, si tende a sottolineare una serie di sentimenti, pensieri e comportamenti avversi e discriminatori nei confronti delle persone omosessuali. Inoltre, nella classificazione clinica delle varie fobie, l’omofobia non esiste, ma esistono tre principali accezioni che la classificano:

  • accezione pregiudiziale: considera come omofobia qualsiasi giudizio negativo nei confronti dell’omosessualità. Appartengono a questa categoria anche tutte le convinzioni personali e sociali contrarie all’omosessualità, come ad esempio la convinzione che l’omosessualità sia patologica, immorale, contronatura, socialmente pericolosa, invalidante; la non condivisione dei comportamenti omosessuali e delle rivendicazioni sociali e giuridiche delle persone omosessuali.
  • accezione discriminatoria: considera come omofobia tutti quei comportamenti riconducibili al sessismo che ledono i diritti e la dignità delle persone omosessuali sulla base del loro orientamento sessuale. Parliamo di discriminazioni sul posto di lavoro, nelle istituzioni, nella cultura, gli atti di violenza fisica e psicologica (percosse, insulti, maltrattamenti).
  • accezione psicopatologica: considera l’omofobia come una fobia, cioè una irrazionale e persistente paura e repulsione nei confronti delle persone omosessuali che compromette il funzionamento psicologico della persona che ne presenta i sintomi. Questo tipo di valutazione, quindi, includerebbe l’omofobia all’interno della categoria diagnostica dei disturbi d’ansia e rientrerebbe all’interno delle fobie specifiche. A differenza delle prime due accezioni, l’omofobia come fobia specifica non è frutto di un consapevole giudizio negativo nei confronti dell’omosessualità, quanto piuttosto di una dinamica irrazionale legata ai vissuti personali del soggetto.

L’Unione europea considera l’omofobia alla stessa stregua del razzismo, della xenofobia, dell’antisemitismo e del sessismo.

Eppure, nel mondo, ci sono oltre 70 Paesi in cui le relazioni omosessuali vengono considerate illegali, e in circa dieci di questi la punizione potrebbe essere addirittura la pena capitale.

A tal proposito, in Italia, è stato avanzato il Ddl Zan, chiamato così dal nome del suo relatore, il deputato del Pd Alessandro Zan, che mira ad estendere quei passaggi del codice penale che già puniscono discriminazioni e violenze su base razziale, etnica o religiosa, a quelle “basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere”, oltre a quelle relative alla disabilità, quest’ultimo aspetto inserito in corso d’opera. Con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto, questo disegno di legge è stato approvato il 4 novembre 2020 dalla Camera dei Deputati, arenato a fine ottobre 2021 al Senato. In merito a ciò, si attendono ulteriori sviluppi.

“Voi la chiamate bisessualità, e va bene, ma io credo che in realtà non sia una questione di pene o vagina. È una questione di amore senza freni. Se ti innamori di una persona, ti innamori del sorriso, degli occhi, delle mani, dello sguardo, delle gambe e delle guance. Ti innamori dei suoi modi di fare, del suo modo di muoversi, dei suoi sguardi maliziosi, dei suoi capricci, delle sue risposte. Ti innamori della risata, delle occhiaie dopo aver passato la notte a parlare, delle lacrime, degli screzi e delle urla. Perciò non importa che sia donna o uomo. Quando ti innamori, ti innamori di ciò che una persona è. Non di ciò che in mezzo alle gambe ha.”

(Dal web)

“La cosa importante non è l’oggetto dell’amore, ma l’emozione in sé.”

(Gore Vidal)

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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