Gli occhi degli orologi di Giorgia Spurio

 

La surreale descrizione del mondo che verrà, visto attraverso gli occhi della generazione giovanile femminile della metà del nostro secolo.

Con un romanzo alquanto insolito e dal titolo altrettanto enigmatico “Gli occhi degli orologi”, Giorgia Spurio vince nel 2017 il primo premio della sezione “Narrazione-Romanzo” al Concorso Premio inedito Colline di Torino.

La vicenda, ambientata fra qualche decennio, nel 2048, sembra essere foriera di eventi surreali che potrebbero trovare, incredibilmente, le proprie radici proprio nei tempi attuali: una subdola dittatura, nata sulla paura delle persone verso terrorismo e flussi immigratori domina i popoli, attraverso “Gli Orologi”.

“Le valvole degli orologi girano e ruotano ancora come se danzassero in un valzer senza fine.

Sono progettati per filmarci.

Sono congegnati per disturbarci le notti.

Sono sostenuti come fossero sposi di noi donne martoriate tra le mura domestiche.”

 

Inquietanti e odiosi strumenti di gestione del potere del Dio del Tempo, gli orologi  pullulano in ogni angolo delle città, ormai completamente contaminate dall’amianto e dalle scorie radioattive e prive di ogni anelito vitale della natura.

Fiori finti, alberi ormai morti, colori spettrali caratterizzano il paesaggio funesto nel quale si muove la protagonista Julienne: la giovane donna porta con sé i ricordi di un’infanzia che si è trasformata improvvisamente da felice a terrificante, quando il nuovo Potere si è andato affermando attraverso la violenza più inaudita e le ha rubato il padre, trasformandolo in uno squilibrato, a seguito delle vessazioni subite durante la militanza “obbligatoria” dell’uomo assoldato per la sedicente “Grande Guerra”.

Nonostante vivere sia solo una sofferenza, la giovane donna sceglie di diventare madre e si iscrive a un “Programma” presso il Centro Clinico Le Monde: in quella grande struttura potrà scegliere se praticare un’inseminazione artificiale o addirittura se consumare un rapporto sessuale propedeutico a una maternità.

In quella Clinica la sua esistenza avrà una svolta perché conoscerà Frèd, l’uomo che la guiderà inconsapevolmente verso la rinascita e verso la sua famiglia di origine, con la quale aveva interrotto i rapporti da anni.

Quando una nuova esistenza prenderà vita nel suo ventre, la sensazione di miseria della realtà esterna incomincerà lentamente a sfumare:

“ A volte lo sento. Il suo calcio o lui che si sposta.

Sarò i suoi occhi e il suo tatto. Sarò il suo scudo.

Passeggio per il parco. Gli insegnerò com’era la natura

di un tempo.

Cerco fiori finti lungo le panchine.

Scorgo, tra gli specchi e i laghi costruiti dagli ingegneri

della bomba atomica, lasche robotiche che saltellano

in una pozzanghera.

Dovrò confidare in quello in cui io credo. Dovrò avere

fiducia nei miei ricordi e insegnargli tutto ciò che il

mio dolore ha portato allo scompiglio”.

Intorno a Julienne, un etereo ruotare di personaggi come la mamma, la sorella Claire, il giovane detective, che rappresentano, con la quotidianità della propria esistenza, la fatica incredibile dell’appartenere a un mondo nel quale non ci si riconosce: una vita sotto il controllo di un Potere che mira alla disintegrazione di ogni anelito di libertà e di volontà, per impossessarsi in modo definitivo dell’anima di ciascun essere umano.

Ma la speranza, anelito che nessuna deriva morale o politica è mai riuscita a soffocare nella specie umana, continua a animare, seppur nascostamente, i cuori di Julienne e della sua famiglia.

“Gli occhi degli orologi” rappresenta, dunque, un’opera incredibilmente originale sia per la trama, che porta in un contesto surreale una tematica estremamente reale e attuale, quale il rapporto fra dittatura e ignoranza, sia per lo stile complesso e cupo allo stesso tempo, capace di evocare immagini e emozioni spesso atroci, senza dover mai ricorrere a esagerazioni o sensazionalismi.

L’autrice rivela, attraverso la grande innovatività della sua intuizione, espressa dall’impiego della tecnologia quale nuova forma di dominio politico sull’uomo, la capacità di fondere la sua formazione culturale di tipo letterario con un’affascinante visione fantastica molto radicata nella letteratura del nostro tempo.

Come tutti i romanzi dall’ispirazione originale e dai contenuti cosiddetti “alternativi”, ci saranno lettori che apprezzeranno incredibilmente “Gli occhi degli orologi” e lettori che, probabilmente, non termineranno neppure le prime cento pagine, non sentendo la narrazione in sintonia con le proprie corde ma, come scrive Daniel Pennac nel suo Decalogo, “lasciare un libro a metà è un inalienabile diritto del lettore”.

Per scoprire quale sarà il vostro orientamento…non resta che acquistare “Gli occhi degli orologi”!

Rita Scarpelli

Titolo : Gli occhi degli orologi

Autore : Giorgia Spurio

Editore : Il Camaleonte Edizioni

Collana : Narrativa

EAN : 9788894176049

Prezzo : € 15

Giorgia Spurio, nata il 21/12/1986 ad Ascoli Piceno, laureata in Lettere presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino, lavora nel sociale come educatrice. è anche musicista e insegnante. Collabora ed è ideatrice di alcuni progetti delle Acli di Ascoli Piceno, in particolare interessati alla cittadinanza attiva e indirizzati ai ragazzi delle scuole, è inoltre vicepresidente della cooperativa sociale Il Melograno.

Per il suo territorio si è attivata in un progetto di sensibilizzazione dei giovani alla poesia, in particolare alla poesia dialettale e alla conoscenza dell’autrice Lea Ferranti.

Entra a far parte del progetto “Il Simposio della Poesia – Giovane Poesia Contemporanea”.

Ha pubblicato libri vincendo a prestigiosi premi letterari tra cui le sillogi “Quando l’Est mi rubò gli occhi”(Prometheus Editrice) grazie al 1° premio Giovani e Poesia di Triuggio 2011, “Dove bussa il mare”(Firenze Libri Maremmi Editori) grazie al Premio Editoriale L’Autore 2012 e “Le ninne nanne degli Šar” (Golden Press) dopo aver vinto il Premio Editoriale L’Incontro 2014. Nel 2017 escono una nuova raccolta poetica “L’orecchio delle dèe” (Macabor Editore) e il suo primo romanzo “L’inverno in giardino” (Edizioni Montag), salito al podio del Premio Letterario Editoriale Le Fenici.

Ha collezionato premi letterari nazionali e internazionali sia per la poesia sia per la narrativa. I suoi scritti, poesie, racconti e fiabe, sono pubblicati in diverse antologie. Alcuni delle sue poesie e racconti si possono trovare sul web.

È tra i 5 segnalati del Premio Romance 2013 indetto da I Romanzi Mondadori.

Riceve Segnalazione Speciale dal Premio Internazionale H.C. Andersen – Baia delle Favole, a Sestri Levante.

Nel 2017 vince il Premio InediTO – Colline di Torino con il romanzo distopico “Gli Occhi degli Orologi”, premiato nel Salone Internazionale del Libro di Torino e prossimo alla pubblicazione.

Nel 2018 esce il libro di narrativa per l’infanzia “I Bambini Ciliegio e altre storie” (Macabor Editore).

Nell’ultimo anno è di nuovo ospite del Salone a Torino come giurata del Premio InediTO e salendo sul Palco Rai come ospite del programma Radio1PlotMachine di Radio 1 Rai, dove è intervistata come finalista con il suo racconto dedicato all’Alzheimer, pubblicato da Rai Eri.

La descrizione del libro

Anno 2048. Dopo le Nuove Crociate contro il terrorismo e l’immigrazione, gli Orologi sono diventati il dio del Tempo, lo strumento di controllo dei Governi. Gli alberi cadono come polvere d’argento a causa della contaminazione dall’amianto e dalle scorie radioattive, il buco dell’ozono si è ingigantito sempre più, la terra è prosciugata. Per le strade non si vedono bambini ma emarginati, gli adolescenti si bucano, le persone sono diventate degli automi e chi si libera sparisce come i desaparecidos, il peccato di essere diventa punibile. In questo mondo post apocalittico Julienne non vuole arrendersi alla desolazione. Lotta contro se stessa per dimenticare la propria famiglia e soprattutto suo padre ridotto dalla Grande Guerra a un alieno, e rivuole la sua infanzia felice. Un pensiero su tutti la ossessiona: diventare madre tramite la clinica Le Monde, all’apparenza un motel per appuntamenti, dove incontra Frèd. Tra flashback del passato e narrazione presente, il miraggio di una via di fuga rappresentata dalle «lucciole verdi» che lampeggiano all’orizzonte.

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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