Titolo: Honeymoon
Autore: Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Pagg: 107 – Tascabile
Anno: 2017
Prezzo: €.7,50
Honeymoon venne pubblicato in Giappone nel 1997 ma la prima edizione italiana con Feltrinelli è del 2000.
Banana Yoshimoto è una di quelle autrici che da sempre divide il pubblico dei lettori. A parer mio, non si può pretendere di amare o apprezzare un suo scritto senza prima liberarsi dei costrutti mentali tipicamente occidentali. Le atmosfere suggestive o il modo instaurare i rapporti interpersonali, tipicamente orientali, difficilmente si riescono a coniugare con il modo di fare e la mentalità cui noi siamo abituati. Occorre farsi fagocitare da quel mondo fatto di colori, odori, sapori, paesaggi, cultura, tradizioni, usi e costumi, atmosfere intrise di magia e mistero; respirare il tutto a pieni polmoni per poterne apprezzare le sue opere. La sua è una scrittura dallo stile narrativo introspettivo e le sue storie presentano sempre un tratto psicologico e un ritmo lento, pacato, calmo, semplice, privo di colpi di scena ma contornati spesso da un alone malinconico. Anche il titolo “Honeymoon”- Luna di Miele, si discosta notevolmente dal suo canonico significato. L’amore di cui ci parla non è quello passionale da “luna di miele”, appunto, bensì un amore quasi fraterno tra Manaka e Hiroshi, un amore non carnale ma fatto di comprensione,rispetto, accettazione; un amore ingenuo, puro, platonico quasi. Una sorta di fusione di anime più che incontro tra corpi. Manaka e Hiroshi, lei vive con i genitori in una casa con un bellissimo giardino, dove passa le sue giornate e che diventa il fulcro del racconto. Lui vive a pochi passi da lei col nonno. I due crescono insieme e quasi come fosse un percorso già scritto, al fine di completare il cerchio della conoscenza, ancora adolescenti decidono di sposarsi. Una storia d’amore particolare e basata su un’altalena perenne di sentimenti contrastanti, contrapposti e colmi di turbamenti dell’anima. Pur se affrontati con estrema leggerezza, numerosi sono i riferimenti alla vita e alla morte, il tutto contornato dall’atmosfera magica del giardino e dall’amore incondizionato del cane Olive, oltre che dai tormenti di Hiroshi cresciuto col nonno dopo l’abbandono dei genitori impegnati a seguire i dettami di una setta, probabilmente, satanica. Nonostante i turbamenti e le angosce vi è però sempre la luce di speranza quella che viene anche dalle persone che amiamo. La Yoshimoto ha un modo tutto suo, originale e mai banale o scontato di affrontare le tematiche importanti dell’esistenza umana.
“La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive.”
E’ una lettura leggera e piacevole che induce a riflettere sullo scorrere del tempo e su quanto la forza di ognuno di noi derivi principalmente dalla Vita e dalla voglia di trovare una soluzione e un lato positivo anche in ciò che appare impossibile, affidandosi alle proprie capacità, alle proprie forze e imparando ad amarsi, perché stare bene con se stessi significa principalmente stare bene con gli altri. Occorre imparare essenzialmente il qui ed ora per raggiungere quella luce in fondo al tunnel che a volte, pur presente, non riusciamo neppure a percepire, stretti come siamo dalla morsa quotidiana di un mondo omologato e troppo lontano da una realtà fatta da sentimenti puri, nobili ed incondizionati da sembrare banali al punto tale da allontanarci dalla speranza di poter essere felici.
Teresa Anania
Banana Yoshimoto scrive sin da piccola, e nei primi anni delle elementari è decisa a diventare scrittrice. In alcune interviste ha dichiarato che a spingerla in questa direzione potrebbe essere stato, più che l’esempio del padre, quello della sorella Sawako, di sette anni più grande, che eccelleva nel disegno. Sarebbe stata la creatività di Sawako (in seguito diventata disegnatrice di manga con lo pseudonimo di Ha-runo Yoiko) a stimolarla a cercare una propria strada. Negli anni dell’infanzia legge molti manga. Ama in particolare quelli di Fujiko Fujio, Doraemon (“il mio primo amore”) e ObaQ. A dieci anni scopre Òshima Yumiko, famosa disegnatrice di manga, autrice fra l’altro di Shi-chigatsu nanoka ni (Accadde il 7 luglio), dove compare un personaggio di padre che assume sembianze femminili, secondo alcuni ispiratore del personaggio di Eriko (Kitchen).
A tredici anni la scoperta di Dario Argento con Suspiria, che la sconvolge. Comincia ad appassionarsi ai film del terrore.
A sedici anni legge Kawabata e Dazai. Si immerge in particolare nella lettura di quest’ultimo, divorandone ogni opera. Legge Shining di Stephen King e ne è ammaliata. Nel 1984 si iscrive all’università, la Nihon Daigaku, alla Facoltà di studi umanistici, corso di laurea in Letteratura. Fra gli scrittori giapponesi, la interessano Tachihara Masaaki e Sakaguchi Ango, fra gli stranieri le sorelle Brontë e Françoise Sagan. Nel 1987 si laurea: la sua tesi è il racconto Moon-light Shadow. Lavorando part-time in un campo da golf e come cameriera in un locale di Asakusa, scrive Kitchen, con il quale riceve il premio Kaien per scrittori esordienti. Per la prima volta usa lo pseudonimo “Banana” (scelto perché ama particolarmente i fiori della pianta di banano). Kitchen diviene un best seller, vendendo oltre un milione di copie. È l’inizio della folgorante carriera di Banana e del cosiddetto “Banana gensho” (“Fenomeno Banana”). Nel 1989 il regista Morita Yoshimitsu realizza la versione cinematografica di Kitchen. Seguirà, qualche anno più tardi, una nuova versione diretta da Ho Yim (Hong Kong, 1997). Nel 1990 esce anche il film Tsugumi, tratto dal romanzo omonimo e diretto da Ichikawa Jun. Nel 1991 Kitchen, pubblicato in Italia da Feltrinelli, è il suo primo libro a essere tradotto in una lingua straniera. Dopo il successo italiano, viene acquistato e tradotto in oltre venti paesi. L’anno seguente Banana viene a Milano per presentare N.P. È l’inizio del suo rapporto di amicizia con l’Italia, il paese straniero al quale è più legata e che visita più spesso. Nel 1994, lo stesso anno in cui Oe Kenzaburo riceve il Premio Nobel per la letteratura, il “Fenomeno Banana” ha acquistato una tale rilevanza internazionale che la rivista «Kaien» dedica a questo tema un numero monografico dal titolo Yoshimoto Banana nel mondo (Yoshimoto Banana no sekai). Nel 1999 comincia ad apparire a puntate su «Mari Kureru» (edizione giapponese di «Marie Claire») la sua corrispondenza via e-mail con Nara Yoshitomo.
Nel 2000 si sposa con Tahata Hiroyoshi. Fra il 2000 e il 2001 Banana pubblica un’edizione in quattro volumi delle sue opere, scelte della stessa autrice e illustrate da Hara Masumi. Nel 2002 esce in Giappone Itarian Banana, scritto in collaborazione da Banana e Alessandro G. Gerevini (NHK shuppan, Tòkyo). Nel 2003 nasce il figlio di Banana. Nel 2004, al Festival internazionale delle Letterature di Roma, legge in giapponese La felicità di Tomo-chan. Pubblica nel 2005 L’abito di piume. Nel 2006 esce Ricordi di un vicolo cieco, seguito l’anno successivo da Il coperchio del mare. Chie-chan e io e Delfini sono rispettivamente del 2008 e del 2010. Nel 2010 pubblica Un viaggio chiamato vita e nel 2011 High & Dry. Primo amore. Nel 2014 Feltrinelli pubblica Andromeda Heights, nel 2015 Il lago, nel 2016 Il giardino segreto, nel 2017 Another world e nel 2018 Le sorelle Donguri. Tra i Premi ricevuti: nel 1987 il Premio Kaien per scrittori esordienti per Kitchen; nel 1988 – Premio Izumi Kyoka sempre per Kitchen; 1988 – Premio del Ministro per la Pubblica istruzione per scrittori esordienti per Kitchen e Utakata/Sanku-chuari; 1989 – Premio Yamamoto Shugoro per Tsugumi; 1993 – Premio Scanno per N.P.; 1995 – Premio Murasaki Shikibu per Amrita; 1996 – Premio Fendissime Under 35 per Lucertola; 1999 – Premio Maschera d’Argento; 2000 – Premio Bunkamura Deux Magots per La piccola ombra.
Descizione
Manaka, ventitré anni, è cresciuta in una casa circondata da un grande giardino, a pochi passi dalla casa di Hiroshi che, dopo essere stato il compagno di giochi dell’infanzia e l’amico intimo dell’adolescenza, è diventato suo marito. La loro vita sembra procedere senza scosse fino alla morte del nonno di Hiroshi con cui il ragazzo ha sempre vissuto, dopo essere stato lasciato da entrambi i genitori che avevano deciso di far parte di una setta religiosa in America. Nel mettere a posto la casa del nonno, emergono particolari che gettano una luce sinistra sullo spirito della setta e che spiegano le angosce da cui Hiroshi è talvolta sovrastato.