“I Cannibali di Mao – La nuova Cina alla conquista del mondo”, di Marco Lupis

I Cannibali di Mao – La nuova Cina alla conquista del Mondo

Marco Lupis
Come mai la Cina, fino a ieri produttore di mercanzia a basso costo, oggi domina il mercato high-tech mondiale, si impone come attore globale, assume il controllo economico e finanziario di intere nazioni ed è in grado di “richiamare all’ordine” persino gli Stati Uniti d’America? In questo libro Marco Lupis ci spiega l’origine del nuovo potere globale cinese, quali sono le sue radici e dove ci sta portando. Lo fa cominciando da quell’alba umida e rovente del 1995 quando – giovane reporter poco più che trentenne – atterrava per la prima volta nella sua vita nel vecchio aeroporto Kai Tak di Hong Kong, lembo di terra in Cina, allora ancora saldamente colonia di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra, e aveva inizio così quella che lui stesso ha definito: “Una vera storia d’amore, vissuta non con un’altra persona, ma con un continente, l’Asia, e con un popolo in particolare: i cinesi”. E in Cina, basato a Hong Kong, ci rimarrà – salvo brevi pause – fino a oggi, raccontandone ai lettori – da corrispondente delle maggiori testate italiane e della RAI – l’attualità più stringente, gli avvenimenti più imprevisti e curiosi, e quella diversità che la rende unica. Ricco di notizie e di avventure, di emozioni, testimonianze e anche ironia, questo libro è un ininterrotto reportage lungo venticinque anni e un irripetibile diario di viaggio, ma soprattutto è l’appassionante romanzo della storia umana di un giornalista, di un uomo, che ha attraversato le trasformazioni e gli sconvolgimenti degli ultimi decenni in Cina, e per questo è in grado, più di molti altri, di aiutarci a comprendere l’attualità e i pericoli rappresentati dalla Cina di oggi.

Introduzione

…Spesso quello che è giusto e ovvio per il resto del mondo, può non esserlo per la Cina…

Aneddoti personali

Dopo avermi metaforicamente trascinata sui campi di battaglia, tra guerre dimenticate, attraverso luoghi forse neanche presenti sulle carte geografiche, con testimonianze dirette di vita vissuta, di tutto ciò che ha visto e toccato con mano durante i suoi reportage per la TV e per le maggiori testate giornalistiche, riportate nel suo saggio “Il Male Inutile”, mi ritrovo, esattamente a quattro mesi dalla pubblicazione, a scrivere del suo nuovo saggio “I cannibali di Mao”, col quale Marco Lupis si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria per il giornalismo di viaggio, alla VI^ Edizione del Premio Letterario Internazionale Città di Como, che si è tenuta appunto a Como, lo scorso 12 ottobre; uno dei premi più ambiti in una selezione di circa 2700 titoli.

Recensione

Singolare ed altamente significativa la scelta della cover che ritrae un burattino dai tratti somatici tipicamente orientali. Il titolo potrebbe invece apparire di primo acchito, fuorviante; e chi crede, soffermandosi appunto sul solo sottotitolo, che potrebbe trattarsi di un libro sui mutamenti geopolitici della Cina, non potrebbe cadere in errore maggiore. In questo nuovo lavoro Marco riporta la sua personale esperienza sui decenni trascorsi come corrispondente estero ma non solo. Marco non fa il giornalista, Marco è un giornalista fotoreporter e in quanto tale, attento a tutti quei dettagli che sfuggono inevitabilmente a chi guarda ma non vede, ascolta ma non sente, si ferma ma non sa soffermarsi… Conduce il lettore, tenendolo per mano, attraverso un percorso “visivo” su un Paese , la Cina, che ha inizio con la sua prima “missione” nel 1995, con il suo primo impatto con una città, Hong Kong, la cui traduzione dal cinese scopriamo essere “porto profumato”, dove gli aerei si infilavano tra i grattacieli per poter atterrare sulla pista di Kai Tak, fino ad arrivare ai giorni nostri e a quanto accaduto fino a poco prima della pubblicazione del libro. A tutto ciò Lupis intreccia la sua vita personale e familiare, non solo attuale, e che si scoprirà affondare le origini in un lontano passato genealogico e, quando si dice che “nulla accade per caso” e che la “storia è ciclica”, nel vissuto di Marco trovano entrambe radici profonde.
Il titolo, “I Cannibali di Mao” ha una doppia valenza e non è affatto metaforico. Come si evince nel corso della narrazione, i comunisti cinesi del dopoguerra si macchiarono realmente di atti di cannibalismo quando la carestia,scaturita dal noto ” Grande Balzo in avanti”, provocò un vero e proprio assassinio di massa con oltre 40 milioni di vittime. Il progetto di industrializzazione di Mao si rivelò un flop, costringendo i contadini ad abbandonare le zone rurali, la produzione agricola subì inevitabilmente un notevole calo tanto che la fame prese il sopravvento fino al punto che i genitori arrivarono a mangiare letteralmente i propri figli, e spesso saranno le bambine le prime vittime anche in virtù del controllo delle nascite e dell’obbligo, quasi, al “figlio unico”.

[…]…Molti accusati di accumulare segretamente il riso, vennero malmenati, torturati e spesso giustiziati. Tutti gli altri cominciarono a morire di fame. Allora iniziò l’orrore, quello vero. Inebetiti dalla fame, in molte parti della Cina rurale e del Tibet, i contadini cominciarono a mangiare l’erba e le le foglie degli alberi. Altri frugavano tra i depositi di concime per cercare avanzi spesso putrefatti che ne causavano la morte per intossicazione. Così molti diventarono cannibali… […]… I genitori mangiavano i loro figli, spesso prima le bambine. Nella provincia centrale dell’Anhui, la più colpita dalla terribile carestia, … uccisero e bollirono la figlioletta di otto anni… […]…

Marco ha vissuto in prima persona l’annessione di Hong Kong alla Cina nel 1997, dopo la dominazione britannica, dove il popolo cinese non fu chiamato a decidere e ad esprimere liberamente e democraticamente delle loro sorti. Ma questo potrebbe essere un capitolo della storia addirittura irrilevante per un Paese dove il controllo avviene a 360°. Tutto è legale, come la diffusione di “black mirror”, di droni uccello in grado di riconoscere e localizzare in volo e silenziosamente chiunque, integrandosi perfettamente agli stormi veri. Il concetto di privacy è un puro eufemismo, le telecamere sono presenti anche nei bagni pubblici e hanno un meccanismo tale da poter rilevare dalla mimica facciale del mal capitato, l’esatto quantitativo di carta igienica necessitata, erogandola con l’ausilio di un apposito dispenser…
L’autore ci immerge all’interno di un Paese radicalmente cambiato rispetto al suo primo viaggio. Cambiato nei luoghi, nell’architettura, la tecnologia, l’economia. la politica. È cambiato il sistema… I cinesi, abituati a subire in silenzio, hanno covato tanta di quella rabbia che ad un certo punto è stato complicato tenerla a bada e, alla fine, al pari di un vulcano ritenuto spento, è arrivata inevitabilmente, la tanto temuta eruzione, e le conseguenze non sono state le migliori… La Cina è un paese atipico, contraddittorio, difficile forse da comprendere per noi occidentali abituati ad un modus vivendi diametralmente opposto e il cannibalismo del titolo, (ecco qui la doppia valenza di cui accennavo all’inizio), oggi si riferisce alla capacità di un popolo di fagocitare con avidità il potere economico-politico-territoriale straniero, e noi, comuni mortali, a pensare che mangiassero solo con le bacchette… Ma forse è stato proprio questo a distoglierci da ciò che probabilmente è solo l’inizio di una moderna “colonizzazione” con la quale non siamo ancora in grado di confrontarci.
Nel corso dell’intera narrazione si respira il profondo legame di Marco con la Cina e con Hong Kong in particolare, che oggi definisce “casa”. È la città nella quale è ritornato con Caterina, la figlia che diciotto anni fa nacque proprio a Hong Kong e lì rischiò di morire. Estremamente emozionanti e ricchi di pathos i capitoli dedicati non solo a questa vicenda ma a molte altre di Marco Lupis uomo… giornalista a Hong Kong. Interessante inoltre la scoperta del legame storico-religioso-geografico tra la Cina e la “nostra” Calabria.
Lo stile narrativo-descrittivo di Marco è singolare, ti assorbe totalmente e ha la capacità di farti “vedere” ciò che stai leggendo. Le immagini si susseguono un fotogramma dopo l’altro al punto da farti percepire i colori, le forme, le sensazioni e le emozioni di tutto ciò che scrive, di tutto ciò che ha vissuto… Ha una penna fortemente evocativa, riesce a trasmettere lo stato d’animo di un preciso momento in un determinato luogo e questa, è una caratteristica che solo chi mette il cuore in ciò che fa è in grado di rendere tangibile.
Un saggio dal quale difficilmente riesci a staccarti una volta iniziato; attuale e a tratti sconcertante, è un pugno nello stomaco leggere dell’angoscia di vivere e cercare di sopravvivere alla SARS; è crudele la tecnica utilizzata per privare gli orsi della propria bile per presunte terapie miracolose; è triste la noncuranza e il menefreghismo per la tutela di un patrimonio mondiale come la Grande Muraglia…

Conclusioni

Ancora una volta non posso che consigliare la lettura e non solo perché il libro merita assolutamente di essere letto, e perché qua e là qualche risata sarà inevitabile, ma anche e soprattutto per capire grazie a chi vive, e ha vissuto, dall’interno determinate circostanze ciò che realmente accade a pochi passi da noi; mai come adesso possiamo dire veramente che “la Cina è vicina”…
Grazie a Marco per avermi concesso l’emozione di leggere non un saggio fatto di statistiche e mere informazioni giornalistiche ma un reportage narrativo ricco di emozioni alternanti al punto tale da lasciarti a tratti a bocca aperta.

Teresa Anania

Voto

5/5

Recensione di Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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