Sinossi
Una storia d’amore che finisce è sofferenza. Ne è conscio Valerio, che dopo la rottura della relazione con Anna è caduto in un baratro dal quale fatica a riemergere. Ma è anche opportunità: di riscoprire sé stesso, di vedere ciò che prima era offuscato da un amore tossico. E quando sulla sua strada compare Maria, Valerio capisce che da una relazione si può tornare a vivere, di nuovo. La cornice la forniscono luoghi da sogno come il Tirolo e il suo Wilder Kaiser, la Maremma, la Costiera Amalfitana o la bellissima Sardegna.“I migliori anni della nostra vita” è un romanzo toccante, in cui antica saggezza popolare e ritmi lenti si fondono con l’ebbrezza di una vita sempre in movimento. Una storia che ci fa riflettere, ci fa immergere in panorami dalle tinte calde e pastello, ma soprattutto ci fa sognare. Perché l’amore, quello vero, esiste. Basta saper aspettare.
… Sarà che noi due siamo di un altro lontanissimo pianeta, ma il mondo da qui sembra soltanto una botola segreta. Tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente. Noi non faremo come l’altra gente, questi sono e resteranno per sempre i migliori anni della nostra vita. … (Renato Zero)
Leggendo il titolo di questo nuovo romanzo di Rodolfo Baldassarri, sequel della Trilogia “Il filo rosso del destino”, è stata inevitabile l’associazione mentale tanto alla splendida canzone omonima di Renato Zero, quanto a un film francese di un paio d’anni fa, dallo stesso titolo, che vedeva tra i protagonisti, Monica Bellucci. Due le domande che mi sono sorte spontanee :“ Perché proprio la scelta di questo titolo?” e “ Essendo il sequel di una Trilogia, e non avendola letta, cosa riuscirò a capire di questa storia?” Alla seconda domanda rispondo subito, è sì un sequel ma non è fondamentale aver letto i primi tre romanzi. Per trovare la risposta alla prima domanda basterà continuare a leggere …
Valerio Redi è uno scrittore famoso, un uomo sulla cinquantina, affascinante, intelligente, colto e molto interessante. Uno di quegli uomini che non dispiacerebbe incontrare sul proprio cammino. Ha una relazione con Anna, una donna che lo ha letteralmente stregato fin dal primo incontro. Una relazione tossica, un amore malato, dove, contrariamente a quanto si è abituati, è lui la vittima e lei il carnefice. Anna è una manipolatrice, una narcisista patologica da perfetto manuale, capace di annientare la propria vittima risucchiandone tutta la linfa vitale, quella che gli esperti del settore definiscono “un vampiro energetico”. Valerio è ammaliato, circuito, plagiato. Vittima inconsapevole e prigioniero del suo stesso amore. La fine della relazione lo farà sprofondare in un baratro dal quale non vede via d’uscita. La sua vita sembra essere appesa al filo della speranza, ma lui non sa che maggiore è il suo dolore più grande sarà la soddisfazione del suo carnefice. Una dipendenza emotiva e psicologica che attorciglia in una spirale che stringe e soffoca sempre di più. Aprire gli occhi, capire, liberarsi e guarire (?) da questo stato di cose non sarà semplice. Valerio, circondato da buone amiche che lo supportano e lo sopportano, inizia a mettersi in discussione e a risalire la china fino a quando l’incontro fortuito con Maria, fa nascere in lui una nuova speranza ma anche tanta paura … Cosa accadrà? Questo spetterà al lettore scoprirlo perché non tutto è così scontato … Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di un romanzo rosa il più delle volte a lieto fine, bensì di un romanzo che affronta svariate tematiche. A renderlo ancora più interessante è il punto di vista maschile. Si è soliti credere che le pene d’amore siano prerogativa assoluta del mondo femminile e, per antonomasia, sono le donne vittime di manipolatori seriali e narcisisti patologici, overt o covert poco importa, il danno arrecato è sempre parecchio. Tendenzialmente siamo noi donne quelle più inclini a lasciarsi raggirare e non per stupidità, ma a volte, forse, il bisogno di amare e sentirsi amati esula da qualunque raziocinio specie se la necessità incrocia un adulatore capace di usare bene le parole per incantare la malcapitata. Che sia un uomo ad affrontare questo argomento, rende il tutto particolarmente avvincente. La storia si snoda tra passato e presente, ricordi d’infanzia e luoghi suggestivi su e giù per lo Stivale e tra le montagne austriache. Ricco di pathos e di emozioni contrastanti. Un concentrato di percezioni sensoriali, odori, colori, sapori, profumi; pervaso da desiderio di degustazioni enogastronomiche, il tutto contornato da una moltitudine di suggerimenti turistici ove immergersi tra percorsi naturali e culturali. Non manca nulla e nulla è lasciato al caso: l’amore e le sue mille sfaccettature, il desiderio, la passione, l’amicizia uomo-donna, il mistero, le tradizioni, un maleficio antico, causa di gravi sofferenze, da spezzare, fino ad arrivare ai primi giorni di quello che da un anno si è trasformato in un incubo, il dilagare di un virus con cui anche i personaggi del romanzo devono fare i conti. Il tutto accompagnato da suspense e colpo di scena finale …
E allora quali sono i migliori anni della nostra vita? Forse quelli che scegliamo di vivere da protagonisti e non da spettatori. I migliori anni sono quelli che non hanno età, sono quelli che viviamo nel qui e ora, senza pensare a un futuro che ancora non esiste e senza voltarsi indietro perché è già passato. Sono quelli in cui non si ha paura a lasciarsi andare, in cui si è pronti a rimettersi in gioco, a lottare, a rischiare anche di fallire. I migliori anni della nostra vita sono quelli in cui tenere tra le mani quella matita e quella gomma che serviranno a disegnare il progetto della nostra vita, cancellando le sbavature e le parti sbagliate. Che poi, chi dice che siano sbagliate? Senza errori non c’è maturazione, non c’è crescita, non si acquisiscono consapevolezza e responsabilità. Senza alcuni errori, non saremmo quello che siamo.
Il romanzo è scorrevole, piacevole e privo di refusi tranne qualche sporadico errore di battitura. La lettura è veloce, intrigante e ricca di spunti di riflessione sul proprio modus vivendi. Sprona a interrogarsi sulle proprie certezze e soprattutto offre un valido incoraggiamento a non smettere mai di sognare e a credere nei propri sogni. Questo è il caso del “non giudicare mai un libro dalla copertina”, confesso che se mi fossi soffermata a valutare il libro dalla sola cover, probabilmente non lo avrei letto e sarebbe stato un grosso errore. Consigliata la lettura a tutti e in modo particolare a coloro i quali hanno ancora la presunzione di sostenere “a me alcune cose non capiteranno mai”.
Il dolore, quello vero, fa così. All’inizio ti distrugge, ingoiando ogni gioia e ogni luce della tua vita, poi, piano piano, si crea uno spazio tutto suo, dentro di te. Diventa una parte della tua anima, a volte una presenza perfino confortante.
Esiste davvero la persona giusta? L’anima gemella? La coppia perfetta? O forse è solo un’illusione? Tutto transitorio, una questione di attimi. In questo momento la persona che hai vicino è quella giusta per te; trascorso l’istante, le cose cambiano, in una continua trasformazione.
Non è mai facile voltare pagina, per quanto liberatorio e inevitabile possa essere. La paura dell’ignoto, interrompere il rassicurante conforto della nostra routine, minare le nostre certezze, reinventarsi, riscriversi, cambiare… spesso commettiamo l’errore di preferire il male noto al salto nel buio e rimandiamo, procrastiniamo. Almeno questo errore, ieri, non l’ho fatto. Ho messo in uno dei cartoni gialli anche questa sconfitta, insieme ai pezzi del mio cuore malandato, e ho voltato pagina, pronto a scrivere il prossimo capitolo. Ma sono davvero pronto?
Forse sbaglio io a essere arrabbiato con lei, forse si smette di essere innamorati con la stessa velocità con cui ci si innamora. Succede in un attimo e non c’è niente che si possa fare o non fare per impedirlo. Non c’è un colpevole, non c’è un motivo, non c’è spiegazione. L’amore c’è o non c’è, punto e basta! E quando non c’è più, bisogna ammetterlo e chiudere la storia. … Sbaglio io a pensare che sia l’amore il segreto della felicità. Forse è qualcosa che devo trovare prima dentro di me e poi, solo dopo, posso portarlo anche in una storia d’amore.
Teresa Anania