Autore: Marco Franzoso
Titolo: Il Bambino Indaco
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Edizione : 2014
Pagg: 132 – Brossura
Prezzo:€. 11,00
Un romanzo forte, dove fino alla fine non smetti di porti mille domande. Si parte da un argomento per poi scoprire che tutto ciò di cui si parla lavora ad effetto domino con scelte che portano inevitabilmente a conseguenze devastanti. Si parla di convinzioni personali, ascetiche, esoteriche, di riti, di meditazione, di yoga, e di un mostro chiamato alimentazione, dal quale liberarsi per raggiungere la purificazione assoluta e “fondersi col Tutto Indivisibile”. Un amore malato ed estremo di una madre per il proprio bambino. Un bambino speciale, “indaco” ; bambini che secondo il pensiero New Age, sarebbero dotati di un’aura di colore indaco, appunto, e di poteri paranormali quali la telepatia e la chiaroveggenza oltre che di capacità comunicative con gli Angeli. Una famiglia apparentemente normale: Isabel, Carlo e Pietro. Isabel, donna, moglie e madre, estremamente fragile e pervasa da convinzioni quasi maniacali; Carlo, incapace di prendere posizione all’interno della famiglia, il cui ruolo sarà brillantemente rivestito dalla madre, nonna materna di Pietro; Pietro vittima inconsapevole di scelte sbagliate. Il romanzo ha un’apertura tragica, Isabel è stata assassinata ma “il bambino è salvo” . Il racconto è caratterizzato da continui flashback con i quali Carlo, Io narrante dell’intera vicenda, ripercorre tutte le tappe della vita insieme ad Isabel: dall’incontro al buio al fidanzamento, alla gravidanza e al matrimonio. Isabel è ossessionata dal cibo e dalle regole alimentari ed è fermamente convinta, che ogni cibo solido sia motivo di contaminazione corporea e spirituale tanto per lei che per il bambino. Il bambino soffre letteralmente la fame, è denutrito e presenta di conseguenza un ritardo dello sviluppo. “…… mio figlio muore di fame e lei medita in salotto……” Ogni tentativo di far ragionare Isabel è inutile, e Carlo pur di salvare suo figlio arriva a compiere un rapimento “legale” da cui si scateneranno continui scontri con le istituzioni. E’ un romanzo duro ma intriso di amore e di lotta fino a giungere ad un epilogo tragico dettato dallo sfinimento. Una lettura scorrevole che ti attraversa, una pagina dopo l’altra, come una lama ben affilata; un racconto doloroso e lo è ancora di più perché fatto da un uomo. Un romanzo che ti porta inevitabilmente a riflettere sulle conseguenze dettate dalla fragilità umana.
Teresa Anania
Marco Franzoso è nato nel 1965 in provincia di Venezia, dove attualmente vive. Nel 1998 ha pubblicato il romanzo Westwood dee-jay , da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale, e i romanzi Edisol- M. Water Solubile (2002) e Tu non sai cos’è l’amore (2006, Premio Castiglioncello), anch’esso diventato uno spettacolo teatrale. Nel 2012 ha pubblicato Il bambino indaco, da cui è stato tratto il film Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Nel 2014 è uscito il romanzo breve Gli invincibili e nel 2016 Mi piace camminare sui tetti.
TRAMA:
Forse non è cosi vero che l’istinto materno non sbaglia mai. Carlo e Isabel stanno per avere un bambino. Un figlio voluto, desiderato, concepito per amore. Eppure, a poco a poco, Carlo osserva sua moglie sprofondare in una tristezza senza fondo e senza ragione, in lotta contro i propri demoni nell’accanito inseguimento di una purezza assoluta. Che svuota, logora, annienta. Anche il loro bambino. E sotto lo sguardo sgomento di Carlo, si compie la dissoluzione fisica della famiglia, alla quale, però, non vuole far seguito la dissoluzione della passione. Una storia di amore estremo e di estrema sofferenza, uno sguardo maschile che si inoltra con delicatezza e coraggio in quell’incredibile uragano emotivo che travolge una donna in procinto di diventare madre.