Il chiodo nel pupazzo di Bruno Brundisini

Il chiodo nel pupazzo di Bruno Brundisini

Recensione a cura di Alessandra Di Girolamo

“Ma il male eccolo qui nella sua stupidità nella sua banalità, alla fine si autodistrugge si consuma come una candela …”

 Un libro ricco di interessantissimi contenuti che spaziano dalla medicina alla religione e al paranormale; un thriller che, in taluni punti abbraccia l’horror, tenendo il lettore con il fiato sospeso fino all’ ultima parola dell’ultimo rigo dell’ultimo capitolo.

Il livello di scrittura è alto e scorrevole; i personaggi son descritti con toni così dettagliati  da permettere al lettore quasi di interagire con loro e di porre tante di quelle domande alle quali si vorrebbe subito una risposta concreta.

“Ma cos’è il male? Chi è il demonio? Come possiamo salvarci da tutto ciò?”

Ernesto è il protagonista, un uomo molto razionale, che però viene messo in difficoltà da alcune parole pronunciate dalla sua “amata Ludovica”.

Gilberto è un magistrato corrotto e fedifrago disposto a tutto pur di prevalere sugli altri.

Anna , amica di Ludovica, è una donna che sorprenderà rigo dopo rigo.

Il convento è il  luogo attorno al quale gira e rigira tutta la fede e tutti i misteri del male e del bene.

Un convento dove tutto può accadere e dove tutti ,come burattini, si fanno guidare dal loro maestro senza opporre alcuna resistenza.

Una serie di esorcismi vengono praticati e vengono accettati come se questa fosse la normalità della comunità, “ma cos’è la normalità per un fedele”?

Più volte si ha l’impressione che l’autore stesso ci inviti a soffermarci per alcuni istanti e riflettere sui danni che il denaro può causare nelle vite delle persone e della società. Proprio i soldi sono capaci di cambiare l’equilibrio e la personalità di un individuo, aprendo strade fino ad allora sconosciute; si entra nel mondo della droga, della prostituzione, della corruzione e della malafede. Nessuno si salva, nessuno!

Chi sparge il sangue di un uomo, per mezzo di un uomo il suo sangue sarà sparso; perché quale immagine di Dio Egli ha fatto uomo”.

Un intreccio di episodi che alla fine formano un mosaico di fronte al quale il lettore rimane spiazzato.

“Come si combatte il male? Dov’è il male”? Queste sono le domande che fanno da sfondo all’intero romanzo, scavando dentro la coscienza di ognuno con la speranza di trovare le risposte adeguate.

“Dove finisce la razionalità e dove comincia il paranormale? Esistono le coincidenze o tutto ha un senso poiché disegnato dai segni”?

A mio avviso “il chiodo nel pupazzo”è un libro di un certo spessore che va letto con la dovuta attenzione e con la consapevolezza che ognuno di noi può sconfiggere il male se solo lo si desidera veramente.

Complimenti all’autore Bruno Brundisini!

Titolo: il chiodo nel pupazzo

Autore : Bruno Brundisini

Editore : Gruppo Albatros Il Filo

Collana : Nuove voci, Tracce

Prezzo : € 13,90

Bruno Brundisini

Bruno Brundisini è nato a Taranto, ha lavorato come medico  presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo e poi di Subiaco. Due realtà  per certi versi simili perché inserite in un contesto mistico. Attualmente vive e lavora a Tivoli, il chiodo nel pupazzo è il suo primo romanzo,

La trama

Una storia d’amore nata su una panchina; lei che aspetta il suo fidanzato, lui che la osserva da giorni, sperando di trovare il modo di avvicinarla. Ernesto, insegnante precario di filosofia, riuscirà a conquistare la bellissima Ludovica, strappandola al difficile rapporto con Gilberto, magistrato corrotto e fedifrago. I due iniziano una felice convivenza, sulla quale però gravitano delle ombre infauste. Sarà quella strana atmosfera che si respira nella grande villa in cui abitano, popolata di inquietanti manichini e ritratti di vecchi antenati, o quella profezia mai pronunciata su una Ludovica bambina da un frate venerato come santo… Sarà lo “spettro” di Gilberto che pare non arrendersi alla perdita della giovane amante o lo strano atteggiamento di Anna, amica di Ludovica, una donna assai esuberante e passionale… L’invisibile tensione che pesa sulle teste dei giovani innamorati si risolverà in tragedia, spingendo Ernesto tra le mura di un antico convento del ‘300, lo stesso che Ludovica frequentava da piccola, luogo di esorcismi e credenze medioevali. Qui, nell’incalzante susseguirsi di eventi ammantati di mistero, Ernesto potrà lentamente dipanare l’intricata matassa dei fatti che hanno stravolto la sua esistenza.

 

 

 

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