Il cuore di Frankenstein di Antonella di Luoffo

Il cuore di Frankenstein

Antonella Luoffo
Un mostro si aggira da vent’anni nella foresta bavarese. Si è allontanato dagli uomini ma di nascosto frequenta la biblioteca di Ingolstadt dove impara a conoscere il mondo, le arti e la mitologia greca dalla quale trae il nome che porta: Prometeus. Un giorno salva la vita a Karl Reinholdt, pioniere della chirurgia, che per questo decide di operarlo per cancellargli le cicatrici. A lui, dopo questa prima metamorfosi, rivelerà la sua identità.

Introduzione

Il libro è la rivisitazione del mito del mostro di Frankenstein inventato dalla scrittice inglese Mary W. Shelley nel 1817 , moglie del poeta Percy B.Shelley, quasi per gioco, quando il poeta George G. Byron, ospite degli Shelley a Ginevra, invitò gli amici a scrivere un racconto dell’orrore. Frankenstein è un giovane scienziato che, assemblando pezzi di cadaveri e utilizzando la corrente elettrica, riesce a dar vita a un cadavere, creando un essere dall’aspetto mostruoso e dotato di una forza immensa: Prometeus

Recensione

«Ti chiesi io, Creatore, dall’argilla
di crearmi uomo, ti chiesi io
dall’oscurità di promuovermi…?»
(John Milton, Paradiso perduto)

Prometeus, creato e poi abbandonato dal dottor Victor Frankenstein, è una creatura profondamente buona, non conosce la violenza, ha un cuore generoso, ma il suo aspetto orripilante genera paura e disgusto in chi lo incontra. La sua iniziale bontà , allora si trasforma in una forza distruttiva che lo porterà a odiare tutti quelli che lo respingono e a compiere violenze e delitti. L’intento di Mary Shelley era di mettere in evidenza che in ogni essere umano vi è originariamente bontà: è la società che, poi con il disprezzo per il diverso e per ciò che è poco conosciuto, genera reazioni distruttrici.
La scrittrice Antonella Di Luoffo entra a gamba tesa in uno dei miti della letteratura gotica che hanno affascinato per secoli i lettori di tutto il mondo. L’operazione era da far tremare i polsi a chiunque, ma la nostra coraggiosa scrittrice ha dato nuova linfa al personaggio di Prometeus che sarà protagonista di varie trasformazioni, sia dal punto di vista dei sentimenti che dal punto di vista fisico.
Prometeus, dalla tragica morte avvenuta vent’anni prima per soffocamento di William, il fratellino del dottor Frankenstein, vive nascosto nella foresta bavarese, braccato dai cacciatori. Il contatto con la natura e la solitudine hanno reso la sua indole più sensibile e generosa ed è cresciuta in lui la volontà di essere accettato dagli altri e di poter amare qualcuno ed essere amato.
Rispetto al personaggio di Mary Shelley, che scacciato da colui che l’aveva creato e odiato da tutti, fu responsabile di vari delitti ed efferatezze, l’unico delitto commesso involontariamente dal Prometeus della Di Luoffo, quello del bambino, era dovuto alla mancanza di percezione della sua enorme forza. Non si dà pace per aver causato la morte del bambino. Il suo unico desiderio è la redenzione e il perdono di Victor.
Un giorno salva la vita al dottor Karl Reinholdt, chirurgo di fama internazionale, che per riconoscenza, accetta di sottoporlo a diverse operazioni di chirurgia estetica per rendere il suo volto e il suo corpo meno ripugnanti agli occhi del prossimo. Una volta acquistato un aspetto gradevole e consapevole delle sue responsabilità, va alla ricerca di Victor per ottenere il perdono delle sue colpe, ma questi lo scaccia come un demonio.
Le metamorfosi che il protagonista via via subirà nel corso del racconto forse potranno far storcere il naso a qualcuno, ma a ben vedere sono perfettamente coerenti con la natura stessa del personaggio, nato in virtù di un esperimento di laboratorio . Anche per questa tematica si può dire che il romanzo di Mary Shelley è stato uno dei primi esempi di romanzo fantascientifico. Infatti, già all’inizio dell’ottocento, intuì che la scienza arrivasse ad un punto tale da essere capace di generare la vita.

Conclusioni

Coraggio, incoscienza, genialità: queste le caratteristiche della Di Luoffo che ha costruito un romanzo originale e avvincente dalle costole di un capolavoro.
La sua scrittura è semplice, fluida e un po’ arcaica, come ben si addice ad un romanzo ambientato

Voto

5/5

Recensione di Anna Gelardi

Pubblicato da Anna Gelardi

Avvocato per tradizione familiare, lettrice per passione. Tirata per i capelli in questa avventura del blog dalla mia amica Rita, ci sto prendendo gusto. D’altronde è quello che ho sempre fatto fin da piccola: leggere, leggere, leggere. Spero di essere all’altezza delle aspettative e di riuscire a stimolare alla lettura tutti coloro che vorranno seguirmi.

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