Il palazzo delle ombre di Maxence Fermine

Il palazzo delle ombre di Maxence Fermine, Bompiani Editore.

Un romanzo dal sapore gotico da cui è difficile staccarsi, devi assolutamente arrivare all’ultima pagina.

Il palazzo delle Ombre

John Lennon 

Parigi, autunno 1960. In una mattina apparentemente normale, Nathan Thanner, mentre è intento a ingegnarsi dietro al suo banco di lavoro dove produce marionette, maschere di carnevale e burattini, riceve una lettera che rivoluzionerà completamente la sua esistenza solitaria e tranquilla. Il mittente è suo padre, ex romanziere di successo, con il quale non ha più rapporti da anni…

“Sebbene fossimo padre e figlio, non avevamo mantenuto alcun tipo di relazione, nemmeno epistolare. Dopo l’incidente che provocò la morte di mia madre, una tragedia che risaliva a ventotto anni prima, non l’avevo più sentito. Avevo tre anni. Annientato da questa scomparsa, mio padre aveva preferito affidare la mia istruzione ai nonni materni, occupandosi di me solo di rado, e poi non occupandosene più del tutto. Forse cercava di allontanare quel giovane uomo che gli ricordava troppo la moglie defunta. Con il passare del tempo, ci siamo persi di vista e abbiamo finito per non rivederci più, tranne per qualche funerale, durante il quale non riusciva a nascondere a lungo il disagio che provava in mia presenza.”

Il padre di Nathan, Hugo Thanner, in quella lettera, gli comunica la sua imminente morte che avverrà per suicidio e gli preannuncia di averlo reso erede di una casa misteriosa e maledetta, nota come Palazzo delle Ombre, sita in prossimità del cimitero di Père Lachaise. Il marionettista però, potrà entrare in possesso del bene solo se rispetterà fedelmente alcune clausole che il de cuius ha inserito nell’atto di donazione. Ma chi era realmente stato suo padre e quali misteri cela quell’edificio che pare infestato dai fantasmi di coloro che lo hanno precedentemente abitato e che si sono tolti la vita o sono impazziti?

“…al numero 4 di rue de Lesseps ho trascorso metà della mia vita, la più crudele e la più difficile. Di certo è quella la mia vera tomba, poiché le sue pareti racchiudono molti segreti e misteri sul l’esistenza che ho condotto. Se vuoi imparare a conoscermi meglio, dovrai svelarli armandoti di pazienza e coraggio. Il mio passato è un enigma da risolvere e la chiave si nasconde nella casa…”

Comincia così per Nathan un periodo turbolento, durante il quale scoprirà verità inimmaginabili e agghiaccianti, che lo costringeranno prepotentemente a riaprire i cassetti del passato, a conoscere una realtà a tratti spaventosa e a rivalutare la sua stessa esistenza.

“Tutti abbiamo un nostro Palazzo delle Ombre, una casa in cui le immagini del passato sono scolpite a vita. I giocattoli in un vecchio solaio, una passeggiata lungo un viale, il ricordo di una sala da pranzo in cui allegri commensali banchettano intorno a un tavolo, odori di cucina, risate, canti e sorrisi. Possediamo tutti questa biblioteca della memoria, ma solo pochi lo sanno. La maggior parte degli uomini non vuole ricordarselo. Ridono a crepapelle, piangono, gridano, urlano, si dilaniano, a volte si uccidono, ma dimenticano in fretta ciò che li ha resi umani.”

Questo è uno di quei romanzi dal quale è quasi impossibile staccarsi.

In una Parigi di svariati decenni fa che fa da sfondo a uno scenario avvincente e ben articolato, si dipana una trama che evolve in un crescendo di pathos e mistero. Nulla o poco è in realtà ciò che apparentemente sembra. I personaggi, i numerosi vicoli e le botteghe della Ville Lumière tipiche del periodo, la maestosità del palazzo al contempo spettrale ed enigmatico, lo scorrere lento e costante della Senna, prendono letteralmente vita grazie a una descrizione precisa, metodica e dettagliata. Il finale è davvero inaspettato e riesce a rimandare il lettore ad un concetto molto più ampio e profondo: si è veramente liberi solo quando si è a conoscenza della verità, quando si ha il coraggio di affrontarla senza remore, anche se è dolorosa e infausta; diversamene, quando per timore, per svogliatezza o vigliaccheria la realtà viene distorta o peggio, affossata nelle stanze della memoria, si corre il rischio di essere travolti e governati dagli eventi, un po’ come i fili che muovono le marionette…

Un gran bel romanzo, avvincente e intrigante, di cui sicuramente consiglio la lettura.

“Nel Medioevo, il vocabolo marionetta designava sia la Vergine Maria e le sue rappresentazioni sia le statuine di legno, sacre o profane, comprese le bamboline utilizzate in stregoneria. Forse per questo, ancora oggi, alcuni pensano che un marionettista abbia stretto un patto con le potenze occulte per riuscire a donare la vita a oggetti inanimati.”

“Diffida sempre dalle apparenze, poiché il mondo non è altro che un’illusione alla quale gli spiriti deboli si accontentano di credere. La verità, ben più crudele, si annida tra le ombre del passato. In pochi osano cercarla, poiché la sua luce è tale da bruciare d’un fuoco ardente gli occhi e l’anima. La verità è dolorosa. Fa molto male.”

Parigi, 1960. Nathan Thanner, un trentenne taciturno e riservato, trascorre le sue giornate in una bottega del Marais dove crea preziose marionette. Ma ecco che una mattina d’autunno riceve una misteriosa lettera da suo padre, sparito da più di vent’anni, e niente sarà più lo stesso. Ex romanziere di successo diventato pazzo, Hugo Thanner annuncia di essersi suicidato e di avergli lasciato in eredità una dimora maledetta, il Palazzo delle Ombre, vicino al Père Lachaise. Comincia così per Nathan una caccia infernale alla ricerca dell’ultimo manoscritto di H. Thanner, in un susseguirsi di vendette, patti di sangue e trappole machiavelliche in cui il confine tra realtà e illusione è sempre più labile.
Immergendosi nel passato Nathan scoprirà i segreti più inquietanti della sua famiglia e approderà alla soluzione dei misteri che si celano nel Palazzo delle Ombre.
Dalla penna di un autore che ha saputo fare suoi i generi più diversi, un romanzo dal sapore gotico che esplora i lati oscuri dell’animo umano.
Titolo originale: ”Le Palais des Ombres” (2014).

Maxence Fermine, nato ad Albertville, ha trascorso parte dell’infanzia a Grenoble e attualmente vive in Alta Savoia. Tra i titoli pubblicati da Bompiani: Neve (1999), Il violino nero (2001), L’apicoltore (2002), che ha ricevuto il Premio Murat “Un romanzo francese per l’Italia”, La trilogia dei colori (2003), cofanetto che raccoglie i tre volumi precedenti, Il labirinto del tempo (2008), La piccola mercante di sogni (2013), La bambola di porcellana (2014), La fata dei ghiacci (2015), Il palazzo delle ombre (2017), Billard Blues (2020).

Editore: Bompiani
Collana: Narratori stranieri
Traduttore: Chiara Lurati
Copertina: Brossura con sovraccoperta
Pagine: 224
Dimensione: 150.0 x 210.0
Data di pubblicazione: 26/04/2017
ISBN: 9788845283796

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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