Il riscatto del destino
Introduzione
“ Non è nelle stelle che è conservato il destino, ma in noi stessi” (W. Shakespeare)Aneddoti personali
Quando ci si accosta alla scrittura di un autore, autrice in questo caso, che si conosce personalmente da tanti anni, ci potrebbe essere da entrambe le parti il timore del giudizio. Grazia conosce il mio modo di essere, l’onestà che mi contraddistingue e la schiettezza nell’esporre esattamente ciò che penso senza edulcorare o lodare se non necessario ma esprimendo, ove dovute, quelle critiche costruttive basilari non solo per l’imparzialità del lettore ma fondamentali per chi si approccia alla scrittura e all’editoria entrando per la prima volta in un mondo che dall’esterno appare fatato.Recensione
Romanzo d’esordio per questa giovane autrice messinese, nel quale si respira attraverso la semplicità del linguaggio, la voglia di riversare su carta quante più idee possibili per catturare l’attenzione del lettore. E ci riesce. La storia narrata è fluida, scorrevole e la trama ben costruita. Gli intrecci tra passato e presente intrattengono piacevolmente senza stancare o annoiare; di contro però vi è a volte nel corso del racconto un rincorrersi temporale che oscilla tra flashback e flashforward che rischia di far perdere per pochi istanti il filo conduttore della narrazione principale, inducendo il lettore a fare un salto indietro di qualche pagina. Annalisa, protagonista principale del romanzo, è poco più che una ragazzina quando il miglior amico del suo fidanzatino abusa di lei lasciandole addosso una cicatrice che l’accompagnerà per tutta la vita. Un segno indelebile che diventerà un fardello pesante e un segreto, non l’unico, che a effetto domino condizionerà la sua esistenza. Annalisa ama la danza e sogna di diventare una “ètoile dell’opera”, ed è proprio all’apice della sua carriera che il passato torna a farle visita in un modo che le stravolgerà e le condizionerà le scelte future. Il destino è crudele, spietato, beffardo a volte, sa togliere ma sa anche restituire; non sempre nei modi e nei tempi che secondo noi dovrebbero essere più opportuni, ma lo fa seguendo regole non scritte, primordiali e imprescindibili dalla nostra volontà. Ma lo fa, principalmente, senza chiedere il permesso tanto meno il consenso e, soprattutto, lo fa al momento giusto, senza preavviso, esattamente nel periodo in cui, pur se inconsapevolmente, “siamo pronti”, comunque, a chiudere un ciclo della nostra vita per proiettarci oltre, con la volontà di rimetterci in gioco senza remore e senza la paura di un passato che, una volta accettato, non ci appartiene più e, pertanto, non potrà più impedirci di vivere appieno il presente con lo sguardo rivolto al futuro.Conclusioni
Una lettura fresca, fluida, gradevole, poco impegnativa con la quale trascorrere un paio d’ore di piacevole distrazione. Violenza, abbandono, adozione, sacrifici, sogni, sofferenza, dolore, morte e amore, questi i temi affrontati con estrema naturalezza e senza ostentazione. Mi sembra corretto segnalare la presenza di qualche refuso ortografico che nulla toglie comunque all’insieme del racconto. La nostra autrice, pur mancando ancora di esperienza narrativa, ha sicuramente la stoffa per continuare a percorrere la strada della scrittura. Lettura consigliataTeresa Anania