“Il segreto di Ippocrate”, di Isabella Bignozzi

“Il segreto di Ippocrate”, di Isabella Bignozzi

Isabella Bignozzi
Ippocrate, giunto alla vecchiaia, racconta a Pòlybos, suo allievo prediletto, le sue memorie: la fanciullezza nell’isola di Kōs, l’adolescenza tra inquietudini e nuove consapevolezze, gli insegnamenti del padre, anch’egli medico e suo primo e più grande maestro; i suoi incontri con i personaggi illustri dell’epoca, le vicende drammatiche che lo hanno segnato nel profondo. Parla di malanni, interventi e terapie, espone tecniche dell’arte medica del V secolo a.C. Ippocrate apprendendo dai suoi maestri, diviene egli stesso un maestro; viaggia in tutte le terre conosciute, sfiora eventi storici grandiosi, impara a curare gli altri e ad amare il suo prossimo in un modo sofferto, innovando la sua arte con brillanti intuizioni. Il romanzo è frutto di una accurata lettura del Corpus Hippocraticum, l’insieme degli scritti attribuiti al celebre Ippocrate, autore del Giuramento e padre della medicina occidentale. Alcune particolari scelte narrative sono motivate nell’appendice, che riporta anche brevi riferimenti storici e interpretativi.

Introduzione

“La medicina è fatta di tre cose: la malattia, il paziente e il medico; quest’ultimo è il servo dell’arte. (Ippocrate)

Aneddoti personali

Quando mi sono trovata questo libro tra le mani, la prima cosa a cui ho pensato è che si trattasse di una biografia neanche tanto semplice considerato il soggetto in questione, Ippocrate, l’uomo che ha dato i natali alla scienza medica. Il timore di dover digerire una serie di contenuti nozionistici, biografici e bibliografici, non mi entusiasmava per nulla, fino a che, quasi sfidandomi, ho deciso di affrontare il nemico e che, quindi, fosse giunto il momento di guardarci tra le righe, Ippocrate e io! Quasi nell’immediato non ho potuto far altro che auto-insultarmi per non averlo letto prima, tanto quanto per la mia cattiva abitudine di non leggere quasi mai la sinossi dei libri, fino a quando questi non sono lì a invocare disperatamente di essere presi in considerazione …

Recensione

“Il segreto di Ippocrate” è la biografia romanzata del Padre della Medicina Occidentale, il cui Giuramento, posto a sigillo del libro, è ancora oggi pronunciato da ogni neo laureato in medicina e chirurgia. Pur non essendo il primo medico della storia, Ippocrate fu colui il quale si distaccò dall’antica visione sacerdotale, sacra e divina delle arti mediche avvicinandosi, appunto, al contesto filosofico – scientifico. La parola “segreto” contenuta nel titolo, lascia presupporre che vi sia racchiuso all’interno del romanzo, un grande mistero, un oscuro arcano, un qualcosa che nessuno fino a questo momento sia stato in grado di svelare e che Ippocrate si sia portato nella tomba. Si scoprirà man mano, una pagina dopo l’altra, che il grande segreto altro non è, probabilmente, che la storia del grande Maestro, la sua vita spesa interamente nell’osservazione, nello studio, nell’applicazione e nella rivoluzione del concetto stesso di medicina. Ippocrate è la voce narrante dell’intero romanzo che, ormai anziano e quasi cieco , racconta tutta la sua vita a Pòlybos, suo migliore discepolo nonché suo genero. Tutto è passato in rassegna, dall’infanzia all’adolescenza, ai primi passi in campo medico sulle orme del padre, fino agli aneddoti di viaggio, ai confronti e ai parallelismi con le competenze egizie, racconti e ricordi di persone conosciute, sul suo unico e grande amore, senza tralasciare la descrizione di malanni e guarigioni, di terapie naturali, di pratiche ortopediche, chirurgiche e non solo, effettuate nel corso nella sua lunga attività. Nulla è lasciato al caso in questo che potremmo definire un testamento della memoria. Neanche Pòlybos è un caso … figura apparentemente marginale e in secondo piano rispetto al Maestro, è in realtà una sorta di arbitro dei sentimenti che ogni vicenda narrata suscita, senza scordare che si tratta del prescelto quale custode del sapere da tramandare ai posteri.
La narrazione è suddivisa in dieci sezioni in ognuna delle quali si viene totalmente fagocitati dal pensiero filosofico, dalle teorie e dalle applicazioni medico-scientifiche, dai (presunti) viaggi compiuti da Ippocrate ma anche e soprattutto dai vari personaggi storici, dai pensatori e dalle figure familiari che si susseguono. Conosciamo i segreti di Ippocrate senza tralasciare quelli di Eraclide e la sua ipotetica discendenza da Asclepio, Dio della Medicina. Eraclide, genitore di Ippocrate e medico a sua volta, ebbe grande influenza sulla formazione di quest’ultimo, e non solo in campo scientifico. La figura di Eraclide è presente e imponente all’interno della narrazione anche quando non c’è; punto di riferimento del giovane Ippocrate tanto quanto lo sono stati i vari maestri, non solo greci, che fecero sentire in maniera incisiva il loro influsso lungo tutto il suo percorso formativo.
Tutto è descritto talmente bene da risultare tangibile; il fascino dei luoghi, suggestivi, evocativi e ricchi di storia; si avverte il dolore, la sofferenza, il pathos, lo struggimento e il conflitto tra l’uomo e il medico davanti a talune azioni da compiere, decisioni da prendere; il timore di sbagliare diagnosi e terapie che si coniuga paradossalmente con una sicurezza insita ma inconsapevole. L’umanità, la fragilità, l’incertezza, la paura, tutto è in perfetta armonia; i sentimenti lavorano in simbiosi alternandosi e fondendosi continuamente nella narrazione al punto tale che agli occhi del lettore tutto diviene sempre più “vissuto”.
Come già detto all’inizio, questa non è la biografia, nuda e cruda, di Ippocrate, bensì la storia romanzata della sua vita all’interno e all’esterno della società greca. Gli usi, i costumi, le tradizioni, le teorie, le abitudini e le credenze religiose, i personaggi, dai medici ai pensatori del tempo … tutto trova spazio tra le pagine di una penna sapiente, coinvolgente e trascinante come quella di Isabella Bignozzi. Accurata la ricerca storica abilmente miscelata alla fantasia dell’autrice che rende la narrazione molto avvincente. Non semplice sicuramente evitare di scadere nella banalizzazione di taluni aspetti, ma l’autrice è riuscita a contestualizzare perfettamente l’epoca di che trattasi senza tralasciare nulla al caso e, soprattutto, senza far sentire al lettore di trovarsi in realtà nel 400 c.a. a. C. Tutto sembra appartenere a eventi e circostanze contemporanee. Un vero e proprio caleidoscopio fatto di eventi ed emozioni, di sensazioni percepite come proprie; dal profumo di erbe medicinali e unguenti naturali alla vista annebbiata dal dolore di una tracheotomia; dall’odore acre e pungente di arto amputato al fetore di carni cauterizzate. Il tutto riecheggiante il mantra del buon medico nelle parole del suo mentore : “Osserva, Rifletti, Esegui”. Emerge una figura singolare, un uomo che sa vedere oltre il visibile, che sente al di là delle orecchie; un uomo in grado di prendere decisioni complicate, drastiche e immediate, curioso e affamato di conoscenza e di sapienza; dotato di umanità e imparzialità, precursore dei tempi ed estremamente contemporaneo.

Conclusioni

Testo e narrazione curate nei minimi dettagli. Fluido, scorrevole, piacevole, assolutamente mai banale o pesante. Ben scritto, impeccabile dal punto di vista linguistico e stilistico; totalmente privo di refusi. Si legge velocemente pur costringendo a soffermarsi su alcuni passi e su alcune descrizioni, talmente si ha l’impressione di essere lì nascosti dietro qualche angolo a osservare e ascoltare ogni cosa. Inevitabili l’empatia con la figura di Ippocrate e i sentimenti di simpatia più o meno accentuata con tutti i personaggi e il loro vissuto. L’autrice ha saputo descrivere esattamente la passione, il fervore, l’entusiasmo, l’umanità e la continua voglia di imparare di colui il quale è, ancora oggi, Maestro inconsapevole di quanti hanno compreso e comprenderanno l’enorme differenza che intercorre tra chi E’ un medico e chi fa il medico … Un libro estremamente attuale dal quale lasciarsi guidare verso innumerevoli percorsi di riflessione. Consigliata sicuramente a tutti la lettura; necessariamente un testo che non può mancare a quanti quel famoso Giuramento tendono a porlo nel dimenticatoio appena pronunciato. Complimenti all’autrice.

Teresa Anania

Voto

5/5

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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