“Il Senatore Bellosguardo”, di Gianfranco Sassu
Introduzione
Continua con questo romanzo la stagione dei gialli nostrani, i cui casi, lontani dai clamori mediatici, restano chiusi nel ristretto ambito della provincia. È ciò che ha tentato di fare Gianfranco Sassu, partendo da una situazione curiosa.Recensione
Filippo Scanu fa un lavoro curioso: svuota le case dei defunti e durante questa sua attività scopre sempre faccende curiose, entrando nelle storie delle famiglie. Un giorno viene chiamato da tale Dorina, figlia del defunto Senatore Benito Stefanelli, a Roma. La figlia vuole sbarazzarsi al più presto possibile di ogni cosa presente nella casa del padre, come volesse cancellare definitivamente ogni sua traccia. Filippo non è nuovo a certe situazioni e inizia il suo lavoro. Durante l’opera di sgombero, Filippo trova nel doppiofondo di un cassetto un manoscritto: è un romanzo scritto dal senatore che motivi ignoti aveva sempre lì celato. Spinto dalla curiosità, Filippo inizia a leggere il manoscritto. Il romanzo è ambientato nel 1961 nel paese di Monte Capretta vicino a Roma ed è un giallo che parla del suicidio di tale Doralice avvolto dal mistero. Tresche e intrighi familiari, imperniati sulla figura di Doralice, emergono nel romanzo, che avrà un finale a sorpresa. L’idea del romanzo nel romanzo è originale. L’autore è stato abile a incastrare vicende e personaggi, senza tuttavia seguire uno schema letterario definito. La scrittura è scorrevole, in cui i discorsi diretti conferiscono giusta enfasi.Curioso l’evolversi delle vicende, che integrano una complessiva commedia familiare seppur a sfondo giallo.
Conclusioni
Un romanzo giallo che potrebbe attrarre i lettori di questo genere, sebbene la produzione in tal senso sia sovrabbondante.Giovanni Margarone