Il Signore di Notte di Gustavo Vitali. Un avvincente romanzo storico con lo sfondo della Venezia dei Dogi
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Venezia, 16 aprile 1605. Nicolo Duodo, nobiluomo di 78 anni, due volte vedovo, appartenente a una famiglia annoverata tra le “Case Nove” nel Libro d’Oro della Serenissima Repubblica di Venezia, viene ritrovato privo di vita davanti a un lungo tavolo completamente ricoperto di documenti e scartoffie varie.
” Il colpo mortale era stato sferrato alla testa. Questa posava di lato nella vasta chiazza di sangue sul pavimento, sangue fuoriuscito dal cranio, colato giù lungo il collo e la faccia e andato a coprire le doghe consunte del palchetto. Altro sangue sulla gorgiera e sul farsetto blu scolorito che mal si intonava con le braghe color ocra; ancora sangue a impiastrare i capelli grigi e la guancia appoggiata a terra. Qualche carta dal tavolo era stata trascinata dal rovinare del corpo ed era finita sul pavimento.”
Francesco Barbarigo, Signore di Notte al Criminal, giunge sulla scena del crimine e, seppur la sua carica non prevede di condurre le indagini ma solo di presenziare agli interrogatori, introdurre processi presso altre magistrature ed emettere sentenze qualora un reato rientrasse tra le proprie competenze, decide comunque di assumere in prima persona il ruolo di investigatore, certo di arrivare alla verità in tempi record.
“Francesco covava tante fantasie e della sua ingenuità a tratti si rendeva conto, eppure era incapace di porvi rimedio. Si perdeva nei sogni per sfuggire al quotidiano e a certi dolori del passato che facevano ancora male. Sfuggiva fantasticando sul futuro e sperava che questo futuro gli avrebbe riservato una rivincita sulle sofferenze del passato e del presente.”
Comincia così un meraviglioso viaggio nella suggestiva e misteriosa città lagunare del ‘600, intriso di magia, colpi di scena, delitti.
Francesco, istintivo e a tratti presuntuoso, è affiancato in questa indagine dal capitano Domenico Stella, uomo più pacato e misurato, che saprà tamponare le numerose falle commesse dall’impulsività e dalla saccenza del suo superiore.
Secondo l’idea del Barbarigo, scoprire l’identità dell’assassino non sarebbe stata cosa ardua: oltre alla sua boria, il Signore di Notte faceva leva anche sui metodi barbari utilizzati all’epoca per estorcere confessioni.
“A quei tempi si praticava “i tratti di corda”, una tortura praticata nella “camera del tormento” e che consisteva nel legare con una fune i polsi del reo dietro la schiena, issare il corpo per mezzo di una carrucola fissata al soffitto, lasciandolo poi cadere per un tratto e bloccandolo di colpo. Il peso del malcapitato veniva così a gravare sulle giunture delle spalle, provocando la slogatura delle braccia e spesso la storpiatura a vita. (…) Infatti era risaputo come dai supplizi uscissero sovente confessioni rilasciate solo per metter fine al dolore, non necessariamente la verità.(…) Questo doveva avvenire in presenza di due chirurghi pronti a verificare il corretto allacciamento degli arti alla corda, curare i traumi che ne sarebbero derivati e dare un parere sul proseguimento. Esentati i ragazzi sotto i 14 anni, le donne incinte, le puerpere per quaranta giorni dopo il parto, gli ultra sessantenni, dottori, avvocati e cavalieri.”
La narrazione, di pagina in pagina, diventa sempre più avvincente. L’autore, con minuzia di particolari, riporta il lettore nei fasti della Repubblica veneziana del XVII secolo. Tra le innumerevoli calli, i campanili, i colori, gli usi e i costumi, Vitali snocciola egregiamente vizi e virtù di un popolo appartenente ad una città che in questo periodo storico è stata capace di primeggiare sia dal punto di vista politico, sia da quello commerciale. La società descritta è estremamente variegata e nulla è lasciato al caso: dai nobili ai poveri, dai privilegiati agli ultimi relitti, tutti trovano la giusta collocazione temporale in quel mondo particolare e a volte insolito che alterna luci e ombre in modo repentino. Il tutto ovviamente contornato da pettegolezzi, dalle serate mondane, dai giochi d’azzardo e dalla politica. E in questo contesto articolato e complesso emerge la personalità macchinosa di Francesco, che è anche molto altro rispetto a ciò che appare.
“Francesco ammise di non saper affrontare amare, di non sapere cosa fosse l’amore, incapace di immaginare l’ardere per un’altra persona fuori dalle pratiche sotto le lenzuola. Sapeva solo desiderare, volere, possedere. Francesco aveva paura di amare, paura di perdersi in un universo sconosciuto e troppo coinvolgente, succube di un sentimento incontrollabile ed eccessivo che lo avrebbe portato per sentieri incerti e rischiosi. Riteneva l’amore perdita della ragione, dell’indipendenza, della libertà, restare schiavo, privato di volere e dignità, distrutto nell’orgoglio e nella considerazione altrui. Soprattutto Francesco aveva terrore di incappare nell’amore sbagliato, in una donna sbagliata, perfida, insincera, che lo avrebbe tradito e reso zimbello con suo grande e insopportabile dolore. (…) D’altronde non avendo mai amato, non aveva potuto conoscere le felicità dell’amore, ma neppure le pene, e la paura delle seconde lo aveva trattenuto dal provare le prime.”
Un romanzo storico d’esordio, perfetto, preciso, intrigante, che evince l’enorme lavoro di studio dell’autore e che non smetterà di sorprendere il lettore, fino alle ultime pagine. Un libro che merita di essere letto, e non solo dagli appassionati di storia.
Venezia, 1605. Sullo sfondo della città dei dogi un magistrato goffo e pasticcione indaga sull’omicidio di un nobile caduto in miseria. Ricopre la carica di Signore di Notte, la magistratura alla quale la Serenissima Repubblica ha affidato la tutela dell’ordine pubblico, sei giudici e insieme capi della polizia.Il protagonista, Francesco Barbarigo, irrompe sulla scena del giallo anche con una buona dose di spocchia, dopo essersi incaricato delle indagini con una leggerezza pari solo alla propria impreparazione, che lo porterà a clamorose sconfitte prima di giungere alla soluzione del giallo, ma non ce la farà da solo.Si lancia dapprima lungo piste inconcludenti e si accanisce su tracce fasulle. Emerge nel frattempo un uomo dalla personalità controversa e di difficile interpretazione che sfoggia una sicurezza solo apparente, mentre dentro di lui covano le incertezze, lo divorano le angosce. Per lo più incappa in una stramba relazione con una donna indecifrabile e misteriosa che gli procura nuovi turbamenti.Il racconto produce tutta una serie di personaggi, i principali realmente vissuti all’epoca e riesumati grazie ad un lungo lavoro di documentazione. Attorno al protagonista agiscono figure da salotto, bellimbusti e cortigiane, prostitute e bari, ricchi aristocratici e nobili decaduti che vivacchiano ai margini della classe potere. Ci sono anche sgradevoli comparizioni di uomini violenti, come banditi e sbirri, distinti tra loro dai rispettivi ruoli, ma simili nell’agire sopraffattore. Non tutti reciteranno il ruolo di semplici comparse, ma assumeranno parti importanti nel romanzo, qualcuna perfino decisiva. Determinante nelle indagini sarà un capitano delle guardie che affianca il Signore di Notte aiutandolo a dipanare una matassa parecchio complessa.Così, passando tra disastri, colpi di scena, agguati e quant’altro il Signore di Notte e il suo capitano riusciranno ad arrivare alla soluzione del giallo, una soluzione sorprendente e degno corollario di una trama coinvolgente alla quale si aggiungono curiosità, particolari, aneddoti sui costumi e le vicende dell’epoca, che inquadrano il racconto nella dimensione storica dell’antica Serenissima assunta quasi a protagonista silenziosa.
Autore: Gustavo Vitali
Anno edizione: 2020
Pagine: 514 p., Brossura
EAN: 9791220065412
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Gentile Fabiana,
la ringrazio per la sua lusinghiera recensione, tra le più belle che ho avuto il piacere di leggere sul mio libro Il Signore di Notte e non sono poche.
Ringrazio anche Elisa e il vostro blog che aiuterò volentieri.
A presto
Gustavo Vitali – 335 5852431 – skype: gustavo.vitali – gustavo (AT) gustavovitali.it
Grazie per jl prezioso per noi aiuto.