Il trenino della felicità è un racconto breve di Elisabetta Fioritti, vincitore del contest ” Racconti Brevi” sul gruppo facebook ” una finestra sulla cultura”. Gruppo affiliato al nostro blog.
Sto viaggiando da ore su questo trenino sferragliante che corre, sbuffa, fischia, in un livido paesaggio invernale. Sto realizzando un sogno, un desiderio antico, che conservo nel cuore da quando ero bambina. Sono nella terra delle renne e di Babbo Natale, nel nord della Svezia, al confine con Norvegia e Finlandia. Attraverso i finestrini appannati dal freddo, scorrono paesaggi incantati. Le tipiche casette Lapponi col tetto rosso, immerse in un bianco totale, neve e cielo, ovunque gradazioni di azzurro che riempiono gli occhi, stordiscono, inebriano la mente, accendendo la fantasia.
Entriamo ad un tratto in una galleria e le luci si spengono. La gente bisbiglia, ha paura, ma dura poco, per fortuna. “È tutto a posto, dice il capotreno, solo un calo di tensione”.
Mi guardo intorno e vedo uno gnomo, mi è seduto accanto. Ha il caratteristico cappello a cono, abiti colorati e viso sorridente. Porta un gran sacco da cui spunta un orso di peluche. Parla la mia lingua( gli gnomi parlano tutte le lingue del mondo, dice).
“Sei arrivata nel paese della fantasia, aggiunge. Abbiamo voluto premiarti perché credi ancora negli uomini. Ho fatto una piccola magia in galleria ed ora sei nel nostro mondo. Ma quando tornerai nel tuo dimenticherai ogni cosa, é importante per la nostra sopravvivenza”
Sono stordita , lo seguo in un luogo d’incanto. Casette di marzapane e alberi che sanno di menta, neve col sapore dello zucchero filato e musica del vento, che vibra e che fa danzare. Dentro un’ondata di felicità immensa, uno stato di straordinaria pace. Quando si fa sera e il sole cala dietro le montagne imbiancate, tutti gli gnomi mi salutano e mi abbracciano, sorridenti. Io sento il cuore scoppiarmi nel petto, di gioia e di gratitudine. Non vi è posto per la tristezza in questo mondo incantato, con dispiacere salgo sul treno che mi condurrà a Kiruna.
Dopo poco uno scossone mi sveglia, siamo arrivati. Devo aver dormito, sono confusa, ricordo la galleria, il buio, un piccolo gnomo gentile. Sicuramente ho sognato, facile in un paesaggio come questo! Incanto per gli occhi, neve che ricopre candida le cose, silenzio ovattato, che porta echi e sussurri lontani. Metto le mani in tasca per proteggerle dal freddo e sento qualcosa, un pezzetto di carta. Lo spiego, vi è scritto: la felicità è sempre possibile, cercala!
La carta profuma di vaniglia, l’annuso, una fragranza nota, ho un lampo, un ricordo fugace, ma è già passato. Poi alzo gli occhi al cielo e mi abbandono a questa bellezza. Qui abita la felicità, ne sono sicura. La vita è come quel sogno, basta alzare gli occhi e cercare il paradiso!
Elisabetta Fioritti nasce nel 1959 in Puglia, dove vive fino agli anni dell’adolescenza. Nel 1973 la famiglia si trasferisce a Torino e qui Elisabetta intraprende gli studi umanistici, innamorandosi della parola scritta. Altra sua passione è la pittura, che approfondisce specializzandosi nella tecnica decorativa su porcellana. Dal 1990 vive a Roma, sua città d’adozione, col marito ed il figlio. L’odore dei giorni è il suo primo libro.