Imelda Zeqiri e i rapporti ai tempi del web.

Oggi incontro virtualmente e con immenso piacere, Imelda Zeqiri, giovane scrittrice e autrice del romanzo “Il vestito rosso”, edito da Enigma Edizioni. Un manoscritto delicato e incisivo al tempo stesso, che tratteggia con grande consapevolezza aspetti di alcuni rapporti del nostro tempo…

Qui la Recensione del libro

Intanto benvenuta nel nostro blog!
Parto subito con le domande:

Come nasce in te il desiderio e forse la necessità di scrivere un romanzo?


Carissima Fabiana, intanto ti ringrazio per questa opportunità che mi hai dato di far conoscere il recente lavoro pubblicato pochi mesi fa da Enigma Edizioni. Come forse saprai, il mio background formativo è di tipo umanistico e negli svariati anni di studio ho focalizzato l’attenzione sulla letteratura nazionale ed internazionale partecipando, in primis, a concorsi poetici, ma allo stesso tempo indicendoli in qualità di presidente di una associazione culturale fiorentina. Circa un anno fa ho dato corpo a tutti quegli appunti che salvavo nella mia memoria cercando di ricordare le tante sfumature delle vite che mi circondavano. In questo modo è nata Jane e la sua storia che ho voluto condividere con il grande pubblico.

Le tematiche trattate nel tuo romanzo corrispondono a una realtà, o almeno a una parte di essa, tristemente attuale: superficialità e aridità nei rapporti, abbandono, delusioni, sofferenza. Secondo il tuo punto di vista e le tue esperienze personali, perché e in che modo l’essere umano contemporaneo spesso predilige rapporti effimeri a quelli duraturi e soprattutto per quale motivo, nel momento in cui ritiene che la relazione sia giunta al capolinea, anziché affrontare la questione, preferisce dileguarsi dando vita a quel fenomeno sempre più dilagante definito “ghosting”?


La nostra società vive i rapporti ad una velocità molto celere (e il 5G lo conferma). Ci si fidanza via messaggio e ci si lascia tramite i canali social. Se osserviamo l’ambiente che ci circonda, tutti siamo connessi e i nostri occhi sono puntati sullo schermo di uno smartphone almeno 5 ore al giorno per visualizzare le ultime notifiche e chattare con i followers/seguaci (oramai tutti sono dei guru di qualcosa ed hanno dei seguaci…). C’è tanto bisogno di apparire e crearsi un’immagine per gli estranei ed ecco che la nostra intima realtà perde valore e ci troviamo spaesati con le scelte altrui. Non contano più le emozioni vissute vis à vis perché è molto semplice trovare qualcuno che sostituisca quel vuoto momentaneo che si viene a creare con la perdita della persona amata. Chi sparisce non è arido sentimentalmente o incapace di affrontare determinate problematiche che possono insorgere in seno ad una relazione, ma perché ci può essere qualcun altro che quelle stesse problematiche non le porta in superficie durante la fase dell’innamoramento. Si crea in questa modalità un susseguirsi di vie di fuga pur di non vivere il dolore e la perdita. Non parlo a livello universale, ma le tendenze sembrano essere queste. Chi desidera attraversare la sofferenza, come spesso accade a Jane, riesce a svegliarsi da un brutto incubo e a dare, forse, un senso alla propria esistenza. Riporto qui una frase estrapolata dalla storia “Eravamo due individui che si incontravano a metà strada e poi ognuno proseguiva per la sua. Nessuno scambio ulteriore, non un apprezzamento verbale. Tutto così liquido, fluido, impermanente. L’amore implicava la capacità di saper stare nel nulla ed il nulla era ciò che mi circondava. Era stato in grado di creare un contenuto vuoto, senza emozioni solide, solo vita e morte che si guardavano e si scontravano perché prima o poi si sarebbero divise e non avrebbero goduto insieme dell’assoluto eterno.”

Nel tuo romanzo il dolore generato da eventi o da scelte che la protagonista subisce, si alterna in un perfetto equilibrio al messaggio di forza e speranza. Se in questo momento ti trovassi di fronte a una persona che vive un immenso dispiacere dovuto alla fine di un rapporto, quale messaggio le lanceresti e quali strumenti proporresti alla fanciulla che indossa il vestito rosso per salvarsi?


Jane è una donna forte e come lei tante altre che hanno subito un dispiacere. Ognuno di noi è in bilico tra gioia e dolore e spronerei tutti a vivere in modalità FULL, a tutto tondo. Non è giusto privarsi di emozioni forti perché è grazie a questa oscillazione tra bene e male, salute e malattia, gioia e dolore che riusciamo a dare un senso al vissuto e agli incontri. Non esistono pozioni magiche per salvarsi, ma possiamo fare tesoro degli errori commessi nel passato per sentirci più sicuri nelle decisioni da prendere nel presente. È altresì vero che ogni situazione è differente da quelle precedenti, ma non è corretto auto immolarci sapendo che determinate scelte portano solo verso una unica strada, quella della sofferenza. Ho conosciuto tante persone che giustificavano la violenza verbale o fisica subita e continuavano a difendere chi faceva loro del male. Il modo di salvarsi è quello di pensare al proprio bene perché solo amando sé stessi, si può eliminare il velo che rende la vista sfocata.

Altra tematica importante e attuale, il web. Qual è il tuo personale rapporto con il mondo virtuale e, dal tuo punto di vista, quanto e in che maniera ha inciso questo strumento nelle relazioni 2.0?


Ho anticipato nella precedente domanda la risposta a questo quesito e non posso negare che io stessa sia coinvolta dal mondo del web. Lo faccio per lavoro, ma anche per interessi personali. Amo condividere fotografie e montare video che raccontano emozioni, paesaggi, storie, volti. Lo scopo è quello di condivisione di una propria passione, ma sento di essere davvero un pesce piccolo in mezzo ad un oceano pieno di proposte dalle più futili alle altamente significative. Esistono tante modalità di conoscenza degli altri tramite piattaforme gratuite o a pagamento, in base a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Sono abbastanza diffidente da questo tipo di conoscenza e, a volte, mi irritano le domande che mi vengono poste da perfetti sconosciuti ai quali dovrei dedicare parte del mio tempo, ma esporsi implica anche questo processo. Le relazioni 2.0 sono di diverso tipo e bisogna saper organizzare la propria giornata cercando di essere presenti, ma non vivere di questo. La quotidianità è composta da tantissime opportunità che la natura, la famiglia, gli amici e le passioni ci offrono e non è così rilevante allenare solo le dita delle mani per sentirsi parte del mondo. I miei scaffali sono pieni di libri e ricordo ancora con grande piacere ed orgoglio tutte le ore trascorse a leggere tomi di qualsiasi genere sentendomi un tutt’uno con le storie che mi venivano raccontate. Mi auguro che la tecnologia non spezzi anche questo incantesimo.

Hai altre novità in materia letteraria che bollono in pentola?


Si, certo! Jane ha tantissimo da raccontarci e presto incontreremo altri personaggi che hanno plasmato il suo carattere. Chi leggerà “Il vestito rosso” avrà tante domande da pormi e vorrà conoscere le altre sfaccettature della sua vita. Utilizzerò i prossimi mesi per scrivere un altro viaggio tra le emozioni di una vita passata e quella presente, senza tralasciare quel pizzico di mistero che avvolge l’esistenza di questa giovane donna.

Desideri aggiungere qualche altra cosa?


Un grazie particolare a chi ha dedicato alcune ore alla lettura di questo romanzo e un grazie speciale a te che mi hai concesso la possibilità di approfondire alcune tematiche narrate in questa storia.

Ringraziandoti a nome di tutto il blog, ti saluto affettuosamente.

Fabiana Manna

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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