“In principio era il silenzio. Un’ipotesi aprocrifa per il vangelo di Maria Maddalena”, di Roberta Calandra
Introduzione
…[…]…Come bruciavano le mie ferite, Signore.Ma a un certo punto io ho sentito il balsamo del tuo sguardo
e sono stata piena di oli e profumazioni.
Ero così intatta, Signore, davanti al tuo sguardo
che tu hai visto e scelto la prima discepola.
Tu hai guarito le mie piaghe, Signore, le piaghe del mio spirito.
E così io sciolgo i miei capelli, Gesù, per carezzarti i piedi,
affinché diventino un lino che ti deterge dalla stanchezza. … […]…
(Da “Maria Maddalena” , di Alda Merini)
Recensione
Maria Maddalena è sempre stata uno dei personaggi più controversi, discussi e ambigui tra i profili biblici. Calunniata, esaltata, glorificata, peccatrice convertita, meretrice, fino a essere confusa in alcuni testi apocrifi cristiani del III secolo, con Maria la madre di Gesù. Da sempre, comunque, per l’iconografia classica e la pittura, Maria Maddalena viene raffigurata come prostituta. Negli ultimi anni si è assistito a un tentativo di riesame della persona di Maria Maddalena che i Vangeli apocrifi indicano come discepola prediletta di Gesù fino a sovrapporla quasi, all’immagine stessa del Cristo.Dal testo di Roberta Calandra, il regista Antonio Serrano porta in teatro le due figure di Cristo e della Maddalena, rappresentandole quali compagni di viaggio quotidiano in un percorso a tappe che rievoca una via crucis un po’ sui generis, fatta di dialoghi tra i due protagonisti, in un continuo susseguirsi di identità diverse, a dimostrazione che in chiunque è possibile ritrovare il Cristo tanto quanto la Maddalena, ma, non come sostituti di questi ultimi bensì come insegnamento e capacità di incarnare l’essenza più profonda di ognuno di noi.
Nel titolo è racchiuso tutto il significato dell’opera . Il silenzio, quel silenzio nel quale è sempre sprofondato il nome di Maria Maddalena e che ha bisogno di urlare a squarciagola quel messaggio di amore e libertà insegnato da Gesù. Un percorso introspettivo alla ricerca del vero SE, guidato dai due protagonisti/interpreti che hanno bisogno della giusta collocazione, quella che alla fine del viaggio ogni lettore/spettatore saprà e sarà in grado di assegnare. Un mix di sacro e profano, a tratti velato da distopia e pervaso da un gioco di continua alternanza di opposti tra universo maschile e femminile; uno yin e yang in chiave complementare che si fonde e si confonde, ma dove l’uno ha bisogno dell’altro per un completamento armonico ed equilibrato.
Conclusioni
Testo e sceneggiatura teatrale coesistono completandosi. A impreziosirne ancora di più il contenuto vi è la presenza di foto sceniche oltre a quelle che ritraggono i due protagonisti ove è facile supporre si tratti di due corpi totalmente nudi, spogliati metaforicamente da sovrastrutture e orpelli inutili del vivere quotidiano. Come unico accessorio sulla testa di Maria Maddalena, una corona di spine quasi a voler mostrare e dimostrare la necessità di non dimenticare mai il sacrificio e la sofferenza di Cristo per l’umanità, avviando quel processo catartico e di risveglio cui ogni essere umano dovrebbe essere iniziato.Nell’attesa e con l’augurio di vederne al più presto la rappresentazione nei teatri di tutta Italia, non posso che consigliarne assolutamente la lettura.
Teresa Anania