Intervista a Barbara Bellomo

Barbara Bellomo è in libreria con il suo ultimo libro La casa del carrubo, lo abbiamo letto e apprezzato e ci è venuta la voglia di porle qualche domanda…

Barbara Bellomo si è cimentata in una saga familiare non solo avvincente, ma abitata da personaggi con sentimenti e valori solidi le cui radici sono profondissime come quelle del carrubo la cui chioma ricopre, protettrice, la casa.

Ho letto nelle note che questo romanzo prende spunto dai racconti fatti da tuo padre sulle vicende del nonno durante il periodo della Seconda guerra mondiale. Secondo te il racconto del passato interessa i giovani e, soprattutto, può aiutarli ad evitare di compiere gli stessi errori fatti da chi li ha preceduti?

Ci nutriamo di racconti fin da quando siamo piccoli. Per questo credo che sì, interessi molto. I giovani sono sempre curiosi, basta trovare la giusta chiave per svegliare la loro attenzione. E vedere la storia attraverso persone reali è certo più utile, per riflettere, che leggere sintesi in molti dei libri di storia che per ragioni scolastiche devono comprimere secoli di vite vissute in poche pagine. E lo dico da docente di italiano e storia nella scuola superiore, ancor prima che da scrittrice. Temo però di dovere dire che la conoscenza della storia non insegna a non fare gli stessi errori, diversamente non ci sarebbero più guerre. Ma almeno aiuta a capire il presente. A saperlo leggere.

Finora hai scritto libri gialli a sfondo storico. Questa volta ti cimenti con un vero e proprio romanzo dove il contesto storico è comunque, sempre fondamentale. Intendi abbandonare il giallo e scegliere la forma del romanzo classico dedicandoti di più all’ introspezione dei personaggi?

Per ora sì. Nella vita si cambia. Come lettori e come scrittori. Credo che mi fermerò su questo genere, che sento emotivamente più forte e più vicino al mio sentire attuale.

Quanto profumo di Sicilia c’è nelle tue storie?

Tanto. Amo molto la mia terra. Soprattutto quella della casa del carrubo. Quella vera, che sa di polvere, di profumo di limoni e di estati assolate.

Pensi che gli scrittori siciliani, ma anche meridionali (penso a Maurizio De Giovanni, Elena Ferrante, Donato Carrisi…) abbiano una marcia in più?

Non lo credo. Credo che gli scrittori siciliani abbiano solo la fortuna di essere cresciuti in una terra piena di luce. Ma bravi scrittori si trovano in tutte le regioni d’Italia.

Il personaggio di don Luigi è molto affascinante e positivo. Sembra un eroe dei vecchi film western che all’occorrenza mette da parte le buone maniere e si butta a capofitto nell’azione. Per la sua creazione hai preso spunto da qualche personaggio in particolare?

Don Luigi è cresciuto piano piano. Il mio personaggio principale non doveva essere lui. Si è imposto da solo. Ha rubato la mia penna. Devo dire che non ho preso spunto da alcun personaggio reale, mentre scrivevo però avevo davanti la foto di Luca Argentero. Lo vedrei benissimo nel ruolo. Tu, no?

 Nunzia è, per l’epoca, una ragazza molto vivace e moderna. Ritieni che in Sicilia, non tanto nelle città, ma soprattutto nei piccoli paesi, la condizione femminile sia migliorata e che le donne siano più consapevoli dei propri diritti?

La situazione in Sicilia è certamente migliorata. Nunzia appartiene alle prime donne che cercano di sfidare i pregiudizi dell’epoca, considerato anche quanto era imposto dal regime fascista. Sono molto legata alla sua ribellione. È una degna nipote di don Luigi.

Assunta viene descritta come una donna impietrita dal dolore e che non ci sta più con la testa, ma, nei momenti più drammatici, dice e fa cose di buon senso. Sbaglio a definirla comunque una donna forte e raziocinante?

Assunta è una donna spezzata dai dolori della vita, ma quando, per la guerra, è costretta a rimettersi in gioco mostra molto coraggio. È l’unico personaggio del romanzo che con la guerra torna a vivere.

Quanto c’è dell’influenza di Ken Follett in questo tuo libro?

Come lo hai capito? Ho letto tutti i libri di Ken Follett. Sono cresciuta a pane e Ken Follett. La trilogia del Novecento mi ha letteralmente stregata. La storia vista da chi la storia la subisce. E poi che ritmo narrativo che ha. Per questo sono lusingata dalla tua domanda.

Non vi resta che leggere questo libro molto bello, avvincente e emozionante, guidati anche dalle parole dell’autrice stessa.

Noi del mondo incantato dei libri siamo stati molto felici di leggere l’ultimo lavoro di Barbara, anzi vorrei approfittare di questa occasione per ringraziare Salani Editore che ce lo ha segnalato e inviato una copia …

Pubblicato da Anna Gelardi

Avvocato per tradizione familiare, lettrice per passione. Tirata per i capelli in questa avventura del blog dalla mia amica Rita, ci sto prendendo gusto. D’altronde è quello che ho sempre fatto fin da piccola: leggere, leggere, leggere. Spero di essere all’altezza delle aspettative e di riuscire a stimolare alla lettura tutti coloro che vorranno seguirmi.

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