Christian coduto è nato a Castellamonte ( To) nel 1976, dal 1990 risiede a Ceserta. Dopo una laura in scienze biologiche lavora come impiegato. Negli anni è diventato direttore artistico del Cineclub Vittoria di casagiove ed ha fondato la rassegna ” indipendent Duel” presso il cinema Duel. Scrive per due giornali online ed intervista personaggi dello spettacolo. Spalla @spalla è il suo primo libro . Libro che offre vari spunti di riflessione; la leggerezza apparente con la quale viene abbracciata la tematica dell’omosessualità abbatte qualsiasi barriera, interrogando più volte il lettore sul perché di tante domande ancora in attesa di risposte. Noi abbiamo parlato con lui e ci ha rilasciato questa bella intervista.
Ciao Christian, come e quando nasce Spalla@Spalla?
L’idea di Spalla@Spalla è nata in un periodo in cui stavo davvero giù: era finita una storia a cui tenevo molto e riprendermi mi risultava alquanto difficile. Un giorno ho acceso il pc, ho aperto un nuovo foglio word e ho iniziato a scrivere di un risveglio (il libro si apre in questo modo). Non potevo parlare d’amore, né tantomeno di un qualcosa di triste: sarei stato eccessivamente melodrammatico, quasi teatrale … risultando, così, poco credibile. Ecco perché ho deciso di parlare di un argomento in cui sono molto ferrato, l’amicizia. Ho la fortuna di avere degli amici incredibili, mi sono ispirato a loro. Tutto il resto, ovviamente, è pura scrittura creativa. Ho utilizzato la chiave della commedia degli equivoci per esorcizzare ciò che stavo provando in quel periodo.
Sono rimasta molto colpita dalla descrizione minuziosa dei tuoi protagonisti, cosa ti piace di più di Carlo e cosa di Luana?
Carlo è un pasticcione incredibile, combina solo guai. Quando cerca di risolvere una cosa, puntualmente, finisce con il rendere il tutto ancora più incasinato di prima.
Luana è una misantropa, non sopporta nessuno. Non lo fa perché è acida o antipatica: ha solo paura di legarsi alle persone perché è stata pugnalata alle spalle in precedenza ed è terrorizzata dall’idea di farsi nuovamente male.
In entrambi i casi, parliamo di elementi caratteriali e comportamentali tutto sommato “negativi”: pensa se uscissi tutti i giorni con un imbranato come Carlo … a lungo andare perderesti la pazienza, te lo assicuro.
Per non parlare di Luana: interagire con lei, nella quotidianità, non sarebbe affatto facile.
Eppure, sono proprio i loro difetti a piacermi: quando leggo un romanzo, non riesco a provare simpatia per i personaggi perfetti. L’essere umano è imperfetto a priori. L’essere imprecisi li rende più vivi, reali. Ci si immedesima con maggiore naturalezza.
Nel tuo romanzo affronti una tematica ancora troppo scomoda per la nostra società, vuoi approfondire l’argomento?
Certo! Carlo e Luana, i protagonisti del romanzo, sono due ragazzi omosessuali che convivono da un po’ di tempo. Non sono fidanzati, ma molti pensano il contrario a causa del classico cliché per il quale “Un ragazzo e una ragazza che vivono sotto lo stesso tetto, necessariamente devono passare per la camera da letto”. Il tema dell’omosessualità è pruriginoso, scomodo, per chi non lo conosce o viene bombardato in maniera erronea dai mass media.
Ciò che fanno Carlo e Luana a letto è solo una parte di ciò che sono: stiamo parlando di esseri umani che lavorano, escono con gli amici, provano emozioni, ridono, si innervosiscono. Come tutti. Chi legge il libro può immedesimarsi in loro, indipendentemente dalla propria sessualità.
Nel 2018 c’è ancora gente che ha paura di sentire la parola “gay” o “lesbica”. Sai perché tutto ciò accade? Perché l’immagine che viene rappresentata al cinema, a teatro, nei libri (parlo del mainstream, è chiaro) è falsata, segue una serie di luoghi comuni che veicola un messaggio errato o, perlomeno, limitato. In quanto omosessuale, aborro gli stereotipi. Se un giorno decidessi di scrivere una storia d’amore eterosessuale, descrivendo lei come una bionda che pensa solo a limarsi le unghie e a parlare al cellulare con le sue amiche e lui un tipo che non si lava mai, si gratta le parti intime ogni tre secondi e sbaglia i congiuntivi … quanto sarebbe attendibile tutto ciò? Per niente, vero? Credo che sia arrivato il momento di aprire la mente e spostare un po’ più in là i limiti che ci siamo (o ci hanno) imposto.
Nel mondo, ci sono 7 miliardi di esseri umani. Diversi di loro sono biondi, alcuni hanno i capelli rasta, altri sono bassini, qualcuno ha gli occhi verdi, molti amano bere la coca cola, c’è chi non ama mangiare il minestrone. Ci sono gli etero e ci sono i gay. Facciamo tutti parte di una società. La diversità (in ambito culturale, fenotipico, l’inclinazione sessuale) è parte di noi. Se fossimo tutti uguali, te la immagini la noia? La disuguaglianza è un processo di arricchimento.
Ho apprezzato parecchio la tua “elegante e raffinata” ironia che permette al lettore di analizzare il tuo pensiero sotto molti punti di vista; ma chi è Christian uomo e Christian scrittore?
Ti ringrazio!
Guarda … l’uomo e lo “scrittore” sfociano l’uno nell’altro con una certa naturalezza. Mi spiego: io sono pane al pane e vino al vino. Non uso termini più ricercati perché fa più figo. Poi è chiaro: il linguaggio editoriale ha una forma che segue delle regole che sono un pochino diverse dalla forma parlata.
I due Christian coincidono soprattutto in un aspetto: entrambi amano descrivere le persone (o i personaggi) da un punto di vista caratteriale, piuttosto che fisico.
Amo condividere idee, emozioni con le persone. Non sono uno psicologo, ma mi viene naturale farmi una idea della persona con cui mi sto confrontando. Questo aspetto di me si riflette, inevitabilmente, anche nella scrittura.
Quali sono stati gli apprezzamenti e le critiche che hanno suscitato in te forti emozioni?
Nel momento in cui incidi un album, dirigi un film, lavori in uno spettacolo teatrale o pubblichi un romanzo, automaticamente ti esponi a un potenziale pubblico che, in quanto tale, è libero di esprimere ogni tipo di giudizio al riguardo, sia positivo, sia distruttivo. Le critiche costruttive sono importantissime soprattutto per chi, come me, è un esordiente. Fino a ora, però, devo dire che “Spalla@Spalla” è stato accolto bene sia dai lettori sia dai blogger che hanno recensito il libro.
Un libro che parla di amicizia, quella vera e sincera! Cos’è per te l’amicizia?
L’amicizia è un bene prezioso. Una vera e propria forma di amore. Gli amici, come i fidanzati, te li scegli: non ti vengono imposti da nessuno. L’amico è colui che conosce i tuoi (centomila) difetti e i tuoi (rari) pregi e, nonostante tutto, ti vuole bene ugualmente. Ma è anche chi, proprio perché ti è accanto, ti va contro quando hai commesso un errore, spingendoti a migliorare e a non sbagliare più. E’ un sentimento disinteressato, che va rispettato e curato. Deve essere coltivato, come si fa con i fiori.
Spesso, si commette l’errore di utilizzare il termine amicizia con eccessiva leggerezza; a me è capitato in qualche occasione, ma alla lunga chi ci tiene davvero a te non fugge, rimane.
Quale è il messaggio che vorresti arrivasse diretto al tuo pubblico?
Come dicevo prima, vorrei che alcuni luoghi comuni venissero superati. Le ragazze lesbiche vengono rappresentate sempre come donne bruttissime e antipatiche. I ragazzi gay come persone superficiali, che non fanno nulla dalla mattina alla sera, se non andare a fare shopping durante il periodo dei saldi (a tal proposito: dove vivono i gay? Nella città in cui vivono i saldi durano 365 giorni l’anno! Mah!).
Perché le persone omosessuali devono sempre essere tristi e disperate? Possibile che non sorridano mai? Perché la comunità LGBT+ non muore mai di morte naturale, ma solo a causa di malattie e incidenti mortali in autostrada?
I cliché rovinano, fanno dei danni assurdi.
“Spalla@Spalla” offre un’alternativa a ciò che ci viene imposto erroneamente.
Ecco perché ho scelto la Milena Edizioni: se “Spalla@Spalla” fosse uscito con un’altra casa editrice, minimo minimo mi avrebbero imposto di rendere Carlo o Luana eterosessuale e, alla fine, sarebbero andati a letto insieme. Una “normalizzazione” impossibile e non richiesta, soprattutto. Tra le altre cose: normale è una parola che odio …
Cosa pensi dei social come veicolo di condivisione dei propri scritti?
Bisogna sempre considerare il fatto che, rispetto a una casa editrice, mancano alcune importanti figure fondamentali come quella dell’editor. Il processo dell’editing, viene da sé, fa la differenza.
Non sono uno che attacca il self-publishing, però il lavoro di una casa editrice dovrebbe essere rispettato.
Alcune piattaforme come Wattpad permettono a tutti di diventare scrittori. Una selezione credo sia necessaria.
Al contrario, da un punto di vista pubblicitario, facebook e instagram sono straordinari: ti permettono di arrivare ovunque, con il minimo sforzo.
Progetti per il futuro? Ci delizierai con un sequel o dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso?
Sono davvero molto legato a Carlo e Luana, sono sincero. Ho già in mente un sequel, con tanti personaggi e mille situazioni divertenti, però ora mi focalizzerò su una storia completamente differente: se in Spalla@Spalla ho parlato delle disillusioni dei trentenni, stavolta voglio affrontare altre stagioni della vita. Ci sarà da ridere, ma con una maggiore malinconia. Ho gettato le basi per due nuovi protagonisti che, spero, rimarranno impressi nel ricordo dei lettori.
Prima di salutarci vorresti ringraziare qualcuno e/o aggiungere qualcosa?
Chi deciderà di leggere “Spalla@Spalla” spero che si rilassi e, perché no? Si fermi un attimo a riflettere su quello che ho raccontato.
Ringraziamenti? Tantissimi: Moreno Casciello, il mio editore, che ha deciso di puntare sulle (dis)avventure di Carlo&Luana, inserendole nella collana LGBT della Milena Edizioni.
Viviana Calabria, che si è occupata dell’editing in maniera eccellente.
Lo scrittore Vincenzo Restivo, che è stato il primo a credere in questa storia.
Tutti gli attori che hanno prestato il loro volto per dare vita ai personaggi della vicenda nella copertina (Raffaele Ausiello, Giulia Musciacco, Annarita Ferraro, Sebastiano Gavasso, Elena Starace, Sara Esposito/Ares Kent, Lorenzo Balducci e Jack Gallo, più Danilo Orlandi e la piccola Vittoria Verzillo).
Ah! E anche Johnny, il mio pelosissimo cagnolone: le pagine più belle del libro le ho scritte mentre gli facevo le coccole.